«Non è come infondere la tua energia in un oggetto, devi focalizzarti su te stessa» ribadì Shamiram. «Concentrati su ciò che provi, su ciò che-» L'umana si interruppe di colpo: aveva percepito qualcosa. «Continua con gli esercizi che ti ho spiegato, io torno subito.»
Tenko non ebbe modo di dire nulla perché la strega le voltò le spalle e lasciò la stanza.
Rimasta sola, la demone prese la sua spada e osservò la sua immagine riflessa sulla lama. Non si era ancora abitata all'idea di portare una fascia per capelli, ma doveva ammettere che era comodo non doversi più preoccupare dei ciuffi che le andavano sugli occhi.
Chissà cosa ne pensava Sigurd di quel nuovo stile...?
Scosse il capo e rinfoderò l'arma: non era il momento di perdersi in vaneggiamenti. Si era convinta che la sua abilità da spettro poteva salvare lei e i suoi amici anche nelle situazioni più disperate, ma si era illusa. Prima la strega-vampira aveva trascinato lei gli altri fuori dalla dimensione spettrale, e poi quello stesso potere l'aveva quasi uccisa. Se non fosse stato per il pronto intervento di Shamiram e per le tecnologie mediche della nave, non ce l'avrebbe fatta.
In ogni caso non intendeva fermarsi. Si era riposata a sufficienza, ora doveva allenarsi per coltivare quante più abilità possibile.
Aveva risparmiato gli dei una volta, tuttavia la prossima non sarebbe stata altrettanto magnanima. Le sue prede potevano fuggire e nascondersi quanto volevano, ma non sarebbero mai riuscite a liberarsi di lei.
Shamiram entrò nella sala comune con l'autorevolezza di chi ha diritto di veto su qualsiasi cosa accada al suo interno.
«Bombarolo, puoi spiegarmi cosa ci fa un angelo nella nostra base?»
Il nuovo arrivato, un uomo con una luminosa aureola sulla testa, si inchinò umilmente. Aveva due grandi ali piumate rosse e arancioni, e indossava una tunica color porpora dalle decorazioni dorate. «Perdonate la mia intrusione non annunciata. Mi chiamo Uriel[18], ho sentito la preghiera del qui presente signor Rahoud, e ho ritenuto opportuno prestare la mia assistenza.»
L'umana rimase un attimo in silenzio. Gli angeli rispondevano solo alle richieste più sincere e altruiste, e lo facevano molto raramente.
«Sei proprio sicuro che sia stato lui a chiamarti?»
«La prima volta ero sorpreso anche io, ma ormai siamo vecchi amici» le assicurò il goblin.
«E non è neanche la prima volta?!» Shamiram non riusciva a capacitarsene. «Ma davvero non c'è nessun altro nell'universo che ha bisogno di aiuto?!»
«Ahimè, l'universo è pieno di persone bisognose di aiuto, tuttavia ciò non rende una richiesta sincera meno meritevole di un'altra.»
«Ti fermo subito: non voglio mettermi a discutere di etica con un angelo. Piuttosto, se è lecito chiedere, quale preghiera devi esaudire?»
«Posso aiutarvi a scoprire dove e quando verranno consegnati gli esoscheletri biologici giganti richiesti dagli dei di Raémia. In effetti, stavo giusto controllando i registri delle aziende a cui è possibile sia stata commissionata la produzione degli stessi.»
Detto ciò, l'angelo si rimise al lavoro sulla tavola che aveva in mano. Sembrava un oggetto antico, ma in realtà funzionava come un moderno tablet.
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L'Eredità degli Astrali
Science FictionIl racconto conclusivo del primo arco narrativo. Questa storia prosegue gli eventi di Eresia, La frontiera perduta e La progenie infernale. È giunto il momento della resa dei conti. Ma quello che si prospetta all'orizzonte è un conflitto ben più gra...