10. Il portale è chiuso

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Il suo collega aveva cambiato melodia, e subito Freyja aveva sentito il suo corpo farsi più leggero. La musica rapida e vivace era riuscita a cancellare il dolore e la fatica, restituendole forza ed energia. Anzi: si sentiva addirittura meglio del solito.

Per un attimo si chiese come mai non avessero sfruttato fin da subito quell'abilità, ma la risposta le venne spontanea: innanzitutto il collega era appena diventato il principale bersaglio dei vampiri, e in secondo luogo era probabile che un simile potere avesse una durata limitata, ragion per cui era necessario massimizzarne l'efficacia.

L'orchessa si mise al suo posto nella formazione compatta e si preparò a fronteggiare la nuova ondata di ghoul. Ma sapeva di non potersi limitare alla difesa: lei aveva i poteri di un supersoldato, doveva fare di più. E doveva farlo in maniera intelligente.

L'uomo-lucciola le sfrecciò davanti, ma lei lo ignorò: era un nemico troppo piccolo e agile, tutto quello che poteva fare era tenerlo a distanza.

Sentì un grido alla sua destra e capì che Garkain aveva attaccato di nuovo, ma non si lasciò distrarre: se anche si fosse mossa, non sarebbe riuscita a intervenire in tempo.

Poi finalmente vide una sagoma in agguato tra i ghoul: Chedipe. La grossa tigre balzò all'attacco e Freyja si gettò su di lei. L'afferrò per il torace e la placcò. La vampira si dibatté e provò ad alzarsi, ma lei strinse la presa. Sentì le ossa della sua nemica scricchiolare, poi il torace si espanse: si stava trasformando. Chedipe la colpì alla cieca con gli enormi artigli delle mani, ma Freyja strinse i denti.

«Tienila ferma!»

Il grido del collega le diede la forza di resistere. La vampira provò a scrollarsela di dosso, poi si udì un suono di lame, e infine Freyja cadde a terra. l'orchessa mise qualche istante per rendersi conto che il torace che stringeva tra le braccia adesso era privo di testa e arti.

«Immobilizzate quei pezzi!» esclamò lo spadaccino.

La poliziotta con l'arma spara-schiuma mirò al corpo mutilato della vampira – che ancora si muoveva – e isolò ciascun pezzo, rendendole impossibile rigenerarsi.

«Nel portale, presto!» proseguì lo spadaccino rivolto a Freyja.

Lei non se lo fece ripetere e aiutò il collega a lanciare le parti del corpo ricoperte di schiuma all'interno del portale: nonostante le gravi ferite, con ogni probabilità Chedipe sarebbe stata in grado di riprendersi completamente, quindi era loro dovere arrestarla e interrogarla.

La perdita di uno dei vampiri superiori rallentò l'offensiva dei fuorilegge, ma i numeri li vedevano ancora in vantaggio: Lilith aveva a disposizione molti altri subordinati, per questo tutti quanti si allarmarono quando videro delle sagome attraversare una delle pareti della stanza. Solo quando riconobbero le uniformi della polizia e li videro farsi largo tra i ghoul, la loro preoccupazione si attenuò.

«Sono Espada, ci ritiriamo» affermò quello che doveva essere il capo del gruppo.

«Fateli passare» annuì il treant.

Espada e i suoi si diressero verso il portale e lo attraversarono senza guardarsi indietro.

«Quanti ne mancano?» chiese uno degli agenti.

«Se anche lo sapessi, non potrei dirtelo» rispose il leader dei difensori. «Posso solo dirvi che ci sono ancora dei colleghi là fuori, quindi tenete duro! Le loro famiglie contano su di noi!»

L'Eredità degli AstraliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora