25. La fine di un'era

5 2 0
                                    

All'inizio Sigurd nutriva dei dubbi sull'effettiva capacità dei ribelli di contrastare i giganti. In quanto Cavaliere della Luce, gli era capitato spesso di addestrare truppe locali di svariati pianeti, e il suo obiettivo era sempre quello di renderle in grado di affrontare il nemico in maniera efficace, minimizzando i rischi per le truppe stesse e tutto ciò che le circondava. E questo includeva gestire una ritirata strategica quando l'avversario era chiaramente superiore.

Gli esoscheletri biologici giganti erano un chiaro esempio di avversario superiore: erano stati progettati come armi da guerra dall'elevato potere distruttivo, abbastanza resistenti da attirare su di sé l'attenzione dei nemici e allo stesso tempo sfondare le loro linee di difesa. Eppure i ribelli se la stavano cavando egregiamente contro di loro.

Ogni squadra era stata pensata per contrastare i punti di forza dei giganti e trarre vantaggio dai loro punti deboli. Gli spiriti guida, le bacchette di alto livello e le abilità individuali erano fondamentali per contrastare i giganti, e a tutto ciò si affiancavano i poteri dei Pilastri: le barriere di Persephone, il potenziamento dell'insettoide danzatore, e la capacità di duplicazione del Pilastro dell'Uguaglianza. Nello specifico, il mezzodemone umano che faceva da scorta al suo rappresentante era in grado di creare un piccolo esercito da solo, e ogni sua copia manteneva il proprio equipaggiamento.

Ma ovviamente i giganti non erano l'unico nemico con cui dovevano misurarsi, né il più temibile.

Sigurd mosse la spada e intercettò un altro dei fulmini di Susanoo. L'elfo aveva rilasciato il potere di Fafnir per potenziare il suo corpo, aveva infuso la sua aura dentro Balmung e stava sfruttando appieno il potenziamento del Pilastro dell'Armonia, eppure non poteva abbassare la guardia: gli era capitato pochissime volte di affrontare un dio, e ogni volta era stata un'impresa sopravvivere.

Qualcuno bersagliò Susanoo dalle tribune, colpendolo con un incantesimo di gelo. Il dio delle tempeste si voltò, ma l'aggressore si era già nascosto. Caricò un fulmine, ma Sigurd lo anticipò e lo costrinse sulla difensiva.

Perfino Balmung aveva difficoltà a tagliare la pelle di una divinità, in compenso la spada magica che aveva ricevuto stava riuscendo ad aprire dei tagli, seppur poco profondi. E con ogni colpo, la schiacciante aura di Susanoo sembrava affievolirsi leggermente.

Sigurd non aveva idea di come avessero realizzato quelle armi, ma la cosa importante era che stavano funzionando. E Susanoo non era l'unico che se ne stava accorgendo.

«È così che mi ringrazi, figlio?!» esclamò Tezcatlipoca. «Sei tale e quale il bastardo di Hel!»

Il dio scatenò un getto di fumo velenoso, ma il suo avversario lo assorbì nei palmi delle mani.

«Ho fatto la mia scelta, padre» affermò l'orco dalla pelle quasi nera. «Il mondo è cambiato. Gli altri dei l'hanno già capito, e dovrete farlo anche voi!»

Il dio della notte provò ad afferrarlo, ma l'altro lo allontanò con la sua lancia magica.

«Metti giù quell'affare, figlio. Tu non vuoi questo.»

«Lo farò quando tu e gli altri dei vi sarete arresi. E non credere di potermi fregare: la tua magia non funziona su di me.»

Tezcatlipoca evocò uno furioso sbuffo di fumo. «Saresti pronto a uccidere tuo padre?!»

L'altro gli puntò contro la lancia. «Solo se non mi lascerai altra scelta.»

Intanto nel cielo sopra l'arena, anche Huitzilopochtli si stava misurando con un semidio, ma non si trattava di uno dei suoi figli.

«Ne ho abbastanza di te! Vattene a importunare tuo padre!»

Il dio del sole e della guerra scagliò delle sfere simili a piccoli soli, ma Ramses li intercettò con dei raggi di luce concentrata.

L'Eredità degli AstraliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora