6. L'etica degli eroi

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Il tamburo suonava forte e vivace, creando una melodia decisa e carica di energia che rimbalzava sulle pareti di roccia della grande stanza.

Tenko si muoveva al ritmo della musica, quasi danzando insieme ai suoi Nervi Taglienti. Non aveva mai sentito quella melodia, eppure le faceva pensare agli allegri balli che si tenevano al suo circo. In realtà i suoi ricordi a riguardo erano molto flebili: le evocavano sensazioni piacevoli, ma erano resi vaghi e confusi dall'effetto della Memento Gaudia, la droga che aveva usato in passato.

Un nemico comparve davanti a lei. La demone si diede la spinta con le fruste e balzò all'indietro. L'aggressore – un altro automa senza volto – le sparò una raffica di mitra. Tenko divenne intangibile e scattò di lato. Ricomparve a pochi metri dal nemico e attaccò: il primo Nervo Tagliente tranciò l'arma dell'automa, e il secondo lo decapitò con uno schiocco metallico. La sua vittima cadde in ginocchio e poi esplose in tanti piccoli cubetti che svanirono nel nulla.

La demone si concesse un attimo per riprendere fiato. «Facciamo una pausa, ok?»

Il rullare del tamburo però non si fermò e altri due nemici apparvero davanti a lei: questi erano armati di lance.

«Ehi, D'Jagger!» chiamò la giovane, ma le mani del goblin continuavano a battere sul tamburo. Dal suo sguardo era chiaro che stava pensando a tutt'altro.

I nemici simulati si avventarono insieme su Tenko, che dovette recuperare le distanze. Provò a colpire con un Nervo, ma il bersaglio parò e fece avvolgere la frusta intorno alla sua lancia. Serrò la presa e tirò la demone verso di sé. La giovane assecondò il movimento, mantenne l'equilibrio e lo tagliò in due con l'altro Nervo.

L'altro automa eseguì un affondo, ma Tenko era già intangibile. Fece due passi indietro e intanto mise in posizione le sue fruste. Quando riapparve, i Nervi Taglienti erano già intorno al nemico: le bastò pensare di ritrarli e le armi dilaniarono la sua vittima in tanti pezzi.

Questa volta non aspettò l'ondata successiva: lanciò in avanti uno dei Nervi, lo piantò nel pavimento e si diede la spinta, arrivarono dall'altra parte della stanza con un solo balzo.

«D'Jagger!»

Il goblin si riscosse e smise di suonare. «Oh! Ehi! A quanto siamo?»

«Facciamo una pausa.»

«Oook!»

L'artificiere interruppe la simulazione e il robusto nemico appena comparso svanì.

«Sei ancora arrabbiato per prima?» gli chiese la demone dopo aver spostato alcuni ciuffi dalla fronte sudata.

L'altro fece spallucce e guardò altrove. «Non sono arrabbiato.»

"È arrabbiato" fece invece segno Lunaria.

Capendo che Tenko non si sarebbe arresa, il goblin si decise a sputare il rospo: «Oh, e va bene! Ok, sono contrariato. Ma se Shamiram la pensa in quel modo, è libera di avere torto.»

La demone non ribatté. Neanche lei condivideva la posizione dell'umana, ma non riusciva nemmeno a contestarla in maniera decisa come D'Jagger.


«Odino?» si stupì Shamiram. «E cosa ti ha detto?»

L'Eredità degli AstraliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora