Capitolo 6

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INIZIO FLASHBACK

Avevo 4 anni quando, un giovedì sera, i miei genitori tornano dal lavoro. Le loro facce erano sconvolte, quasi spaventate. Io non capivo: ero un bambina di 4 anni, manco sapevo come mi chiamavo a momenti.

Loro si avvicinano e mi prendono in braccio. Io ero felice ma continuavo a non capire il perché di tutto ciò. 

"amore da domani andai a vivere con i nonni" disse lei guardandomi

"perché mamma? Tu e papà dove andate?" domandai

"tu non preoccuparti, quando sarai grande lo scoprirai da sola" disse lei

Il giorno dopo venni portata dai miei nonni e io continuavo a non capire. Gli anni passavano, ogni giorno io continuavo a chiedermi perché loro mi avessero lasciata dai miei nonni.

Quando avevo 7 anni decisi di chiedergli una motivazione. Se mi avevano affidata a loro, ci sarà un motivo.

"nonna posso farti una domanda" chiesi innocentemente "perché la mamma e il papà mi hanno lasciata da voi? Quando tornano a prendermi?" 

"tesoro, la mamma e il papà sono via per lavoro. Loro non torneranno più, mi dispiace. Lo so, avrei potuto avere più tatto a dirti queste cose... ma è giusto che tu sappia la verità" disse lei

"ma perché non me l'hanno mai detto?" chiesi sempre non capendo

"perché eri troppo piccola per capirlo. Ora sicuramente caprai di meno ancora, ma un giorno ci arriverai da sola" disse per poi uscire di casa.

Io continuavo sempre a chiedermi perché mi avevano lasciata dai nonni: se non mi volevano potevano non mettermi al mondo direttamente.

I giorni passavano e io avevo sempre quel pensiero fisso in testa. A 10 anni, iniziai ad avere in me un forte senso di rabbia, perché avevo constatato che mi avessero abbandonata da loro, perché non ero la figlia da loro voluta.

Mio nonno mi disse che lui e la nonna sarebbero andati via per 2 anni. Lo facevano per farmi imparare a cavarmela da sola siccome loro erano anziani e non sapevano quanto sarebbero vissuti.

Io pensai che fossi stata abbandonata anche da loro e iniziai a deprimermi. Ero sempre sola, nessuno con cui parlare, con cui divertirmi. Io la scuola non sono mai riuscita a farla.

Un giorno ero uscita per fare un giro. Ero triste e arrabbiata e volevo sfogarmi. Andai alla palestra che hanno messo vicino al parco. Era una palestra all'aperto con alcuni esercizi e un sacco da boxe.

Io iniziai a sfogarmi sul sacco, sfogare quei 6 anni di rabbia e tristezza. Casualmente dei ragazzi stavano passando e iniziarono a dire cose su di me. Io non sapevo che cosa volessero e quindi decisi di far partire una rissa di quelle grosse.

Fine della fiera hanno chiamato la polizia e io sono stata portata alla centrale per "aggressione". Fu lì che conobbi Antonio. Nella sala interrogatori mi fece dire tutto quello che mi era successo. Ogni minima cosa che mi passasse per la mente, lui decise di farmela dire.

Quando capì la mia situazione, mi prese con se. Decise di allenarmi nella sua palestra, mi portò a casa sua. Mi fece da padre, cosa che non sapevo che cosa fosse.

E poi arrivarono i miei 12 anni, dove iniziai la scuola vera e propria. Mi mandò in una scuola pubblica, mi feci degli amici, mi sgridava se prendevo una nota, mi fece capire i miei errori, insomma, mi insegnò a vivere.

FINE FLASHBACK

"AKEMI!!" sento chiamare da davanti a me 

"si, mi scusi" dico rivolta alla Professoressa

Sono fiera di te (Genya x reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora