Arrivammo a Roma che ormai era buio. Io ero stanca, Vad pure, quindi mio papà venne a prenderci. Per tutto il viaggio del ritorno ero rimasta un po' sulle mie, perché solo guardare Vadym mi faceva stare male. Non volevo immaginare cosa sarebbe successo quando avrebbe scoperto cosa aveva fatto Profumo. Prima di andare a salutare Mamma e Mattia, volevo parlare con Simone. Insieme a lui a casa c'era anche Giuseppe e Santoni, di Profumo nemmeno l'ombra. Chiaramente Simone sapeva perché ero lì, non tanto per i saluti, ma per delle spiegazioni. Intanto che Vadym e Giuseppe portavano le valige dentro casa, Simone mi pese in disparte e mi sussurrò:
"Domani parliamo, non stasera. Santoni non sa nulla e Peppe è ancora scosso."
"Va bene"
Rimasi un po' con loro e tornai a casa. Chiaramente Mattia era contentissimo, Mamma super felice di cosa avevo portato da New York e anche Papà. Mi avevano concesso una settimana per recuperare la scuola, avevo tempo per chiarire con Simone e provare a parlarne con Vadym.
La mattina dopo mi ero svegliata decisamente tardi. Ero piena di messaggi e chiaramente quello che vidi prima era quello di Vadym.
-Appena sei sveglia vieni da me. Dobbiamo parlare-
Fuck
Mi preparai in fretta e corsi alla porta d'ingresso. Suonai il campanello e mi aprì Simone. Aveva la faccia di uno che aveva visto un omicidio. Era terrorizzato. Entrai e vidi Vad con la testa tra le mani, in silenzio.
"Perchè non mi hai detto niente?" mi chiese calmo
"Perchè volevo che ti godessi la vacan-"
"Perchè non me l'hai detto?!" non avevo mai sentito Vadym urlare, e sapeva quanto a me spaventassero le persone che alzano la voce
"Non hai capito Isa che si parla del mio migliore amico, che nonostante sia stato un stronzo, è pure sempre il mio migliore amico"
"Le ho detto io di non dirti nulla-" mi difese Simone
"Avrebbe dovuto dirmelo comunque. Io voglio bene a Profumo e lei lo sa." disse intanto che si alzava.
"Dove vai Vadym?! Ti prego possiamo chiarire..." mi tremava la voce
"Lontano da voi" e chiuse la porta con violenza facendo tremare i muri.
C'eravamo solo io e Simone, solo noi due. Non sapevo cosa fare, cosa dire, e io mi sentivo uno schifo.
"Isa scusami. Scusami tanto"
"Non è colpa tua Simò. Non è colpa di nessuno. Qua il problema non sei tu o Profumo, qua il problema sono io"
E Simone fece una cosa che non mi sarei mai aspettata. Mi abbracciò. Fu un abbraccio lungo e sincero, quelli che solo Simone sapeva dare. Lui era sempre stato un grande punto di riferimento per me. Era come un faro che quando tutto andava a puttane, ti faceva vedere la strada giusta. E si, Simone in quel momento aveva davvero capito quanto fossi fragile, quanto io avevo desiderato che tutto ciò non fosse mai accaduto.
"Non sei tu il problema Isa, veramente. Devi dargli tempo. Andrà tutto bene."
E in quelle parole io ci speravo, speravo che tutto sarebbe andato bene come diceva lui.
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Sei perfetto...
RomanceIsabel è una ragazza normale di 18 anni, che si trasferisce a Roma con la sua famiglia. Isa ha avuto un passato difficile, tra traumi e difficoltà è riuscita a superare tutto questo. Ma ci sarà un ragazzo che le farà tornare il sorriso, facendole ri...