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Le giornate si facevano sempre più corte, buie, fredde e piovose un po' come ciò che aveva vissuto Jisung quindici giorni fa.

Stava riuscendo a "superare" questo fatto, forse vi chiedete perché superare è tra virgolette e come mai questo paragone alle giornate invernali che si avvicinavano.

Il nostro quokka blu sta passando comunque un brutto periodo in parte, riesce perfettamente a vivere la sua giornata senza pensarci a tale fatto, ma semplicemente perché si è rinchiuso in casa.

Gli unici che vedeva erano i suoi amici ogni tanto quando passavano a salutarlo, comprendendo perfettamente la situazione e non gli facevano nessun tipo di pressione per farlo tornare al lavoro.

Alla fine però il minore non aveva mai smesso di scrivere canzoni pe aiutare i suoi compagni, anche se erano testi strappa lacrime, le mandava con Minho la mattina in modo che i suoi due amici ci lavorassero oppure se li dava personalmente quando sapeva che sarebbero passati a vederlo.

Nonostante questo isolamento da parte sua con il mondo esteriore, Jisung aveva iniziato ad andare da una psicologa.

Il primo giorno è stato difficile per lui uscire da casa, venendo sommerso dalla brutta immagine e sensazione di quel giorno, si sentiva sporco e aveva l'impressione di essere constantemente osservato.

Fortunatamente non era e non lo è stato solo in nessun momento durante quei giorni, Minho lo stava trattando come un principe, qualsiasi cosa era un ordine per lui, gli stava vicino.

E se prima non lo sapeva, ora Jisung era più che consapevole che il suo posto sicuro e preferito sarà solo ed unicamente Minho.

Infatti non andava mai da solo dalla psicologa, veniva constantemente accompagnato dal maggiore in modo che si sentisse meglio nel momento di stare insieme ad altre persone.

Perché quando il blu aveva il moro intorno, non pensava a questa cosa, il suo cervello e cuore erano fissi sul loro profondo amore per il moro e ciò gli impediva di provare qualsiasi altra emozione che non sia serenità e felicità.

Quello però era solo fuori dallo studio della donna dagli occhiali quadrati e neri, i capelli del medesico colore raccolto in un elegante chignon basso, con un blazer blu notte, come la sua gonna a tubino che gli arrivava al ginocchio, camicia bianca con ricami aulle maniche e colletto in argento, seduta sulla sedia a gambe incociate e sulle ginocia il suo solito taccuino con cui prendeva appunti mentre la sua penna era posta ditro il auo orecchio.

Ma appena il blu metteva piedi li dentro si sentiva avvolgere da un pizzico di tristezza mista a nausee al solo ricordo di tutto.

Ogni volta raccontava qualcosa di più su di lui a seconda delle domande che gli venivano poste, si stava sfogando totalmente, tanto che spesso finiva a piangere sulla spalle del moro.

Al blu ancora mancava molto per superare del tutto tutte le sue difficoltà passate e il trauma aquisito, ma la voglia di andare avanti non gli mancava per quanto possa essere doloroso il percorso.

No...non gli mancava affatto, non con Minho al suo fianco a rendergli tutto migliore.

Ad ogni modo durante quei giorni non successe solo quello.

Infatti i genitori del blu ritornarono dal loro viaggio in Malaysia appena vennero a sapere cosa fosse successo al loro amato figliolo.

Programmarono subito una riunione famigliare appena il moro ebbe un giorno libero in modo da riuscire ad andare con il minore già che si rifiutava di andarci da solo.

Sperava soltanto che se suo fratello andava non portasse Mi-Kyong, cosa molto improbabile ad ogni modo si sperava avesse capito di lasciar perdere il maggiore.

Ora venendo al presente era il giorno della famigerata riunione, e i nostri bei ragazzi aproffittarono di essersi svegliati un po' prima per fare colazione con calma.

E con questo intendo a che Minho cercava di mangiare e Jisung, che si trovava seduto sulle sue cosce, gli rubava il cibo.

<<Sung tesoro mio, anche io ho bisogno di nutrirmi>> gli ricordò il maggiore, il blu sembrò pensarci un po' su finché gli su illuminò la lampadina del cervello collegata alla ruota di un criceto che correva al suo interno.

<<Ok ma lo farai a modo mio>> disse, prese un pezzo piccolo dell'ananas tagliata in una ciotola insieme ad altra frutta e se la mise in bocca.

<<In che sen-?>> non fece in tempo a finire la domanda che si ritrovò le dolci labbra al sapore di ananas si posarono sulle sue sfruttando che le avesse schiuse per parlare ed infilarci la lingua passandogli in bocca il pezzo di frutta.

Le loro lingue iniziarono a giocare tra di loro con il dolce frutto che veniva spostato in mille modi da una bocca all'altra.

L'aria si stava consumando e i due furono costretti a separarsi l'un dall'altro con un leggero affanno.

Minho finí di mangiare il pezzetto di ananas che aveva in bocca, si avvicinò poi al minore e gli disse <<Ne voglio ancora>> e gli lecco le labbra lucide per via della saliva e il succo del frutto che era andato a finire su di esse rendendole ancora più attraenti e apetitose agli occhi del moro.

Jisung obbedí e si ritrovarono a rifare l'identica procedura per i ogni tipolodia di frutta che c'era in quella ciotola aggiungendo anche quella sia con il miele e sia con il cioccolato.

Definitivamente questo modo di fare colazione era il loro preferito adesso.

L'unico probblema e che solo dopo si accorsero che era passata un ora e mezza ed erano in ritardo per la riunione familiare.

Come ormai si sa, il tempo vola quando ci si diverte.

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È un po' cortino come capitolo, ma spero che il contenuto ripaghi questa cosa

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ᗰY ᖴIᗩᑎᑕᗴ【minsung】Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora