𝑪𝒂𝒑. 𝟐𝟗: 𝒍'𝒂𝒍𝒕𝒓𝒐 𝒍𝒂𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒍𝒖𝒏𝒂

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Dall'autrice✍🏻
Ciao a tutti! Come state? Ho pubblicato il capitolo decisamente in ritardo: mea culpa, perdonatemi. MA!...ho una spiegazione valida. Avevo scritto un capitolo di ritorno all'attenzione su Selene e Ryomen però continuavo a pensare che alla parte nuova che ho aggiunto al capitolo precedente mancassero le scene più interessanti. Così, stamattina, mi sono decisa a spostare quel pezzo e ad approfondirlo meglio (anche perché una zanzara mi ha rotto le scatole per tutta la notte e, mentre provavo disperatamente a shiftare, mi è venuta in mente una scenetta che non potevo non aggiungere). Vi ringrazio per l'infinita pazienza che avete e per il supporto che mi state dando. Fatemi sapere cosa ne pensate. Baci❤️

Il caso volle, che quella sera, la faccenda di cui Nanami e il suo pupillo si dovevano occupare e che si era prospettata come la più catastrofica di tutta la carriera dell'uomo si dimostrò essere una passeggiata. Nel giro di neanche un paio d'ore erano di ritorno all'istituto. Dal suo punto di vista, Nanami era decisamente sollevato per non aver dovuto perdere molto tempo in una missione che si poteva tranquillamente definire 'di routine'. Tuttavia era tremendamente stizzito dall'idea che i piani alti puntualmente etichettassero le missioni di estremo pericolo come 'di basso livello' e quelle dove veramente tutto poteva filare liscio come l'olio come 'di livello rosso' il ché stava ad indicare che difficilmente gli stregoni coinvolti si sarebbero salvati e, anche se fosse accaduto, avrebbero vegetato per il resto della loro vita. Ed era proprio questo il punto che lo mandava in bestia.

 "Una massa di mentecatti, ecco cosa sono!" si stava ripetendo ad alta voce tra sé mentre svoltavano l'angolo per imboccare la stradina che conduceva all'istituto. "Lo fanno apposta, quei viscidi. Questo perché il culo non prende fuoco a loro. Oh, ma cosa importa?! Tanto non sono loro quelli che rischiano di passare il resto della vita a vegetare in un letto o di morire! Eh certo, sarebbe stato troppo bello! Avrei proprio voluto vedere se in quelle circostanze avrebbero commesso un solo altro errore del genere!" il ragazzo accanto a lui comprese che non fosse il caso di fare domande; avrebbe solo infierito e molto probabilmente l'umore dello stregone sarebbe decisamente degenerato. No, in quei casi, quando Kento Nanami si stritolava con una mano il tessuto di una tasca dei pantaloni e con l'altra si sistemava convulsamente gli occhialini sul naso, era seriamente il caso di rimanersene in silenzio.

Salirono gli ultimi grandi scalini coperti a tratti da qualche fiocco di neve, attraversarono il ponte sul fiumiciattolo ormai ghiacciato e si salutarono, prendendo strade diverse, Takuma verso il dormitorio dei ragazzi, Nanami verso quello degli insegnanti. Appena rientrato in camera, nella sua camera, pulita, fresca, senza rumori fastidiosi e seccature varie, appese all'attaccapanni la giacca del suo tailleur, allentò con due dita la cravatta leopardata e si tolse istintivamente gli occhialini, dirigendosi verso il bagno. L'unica cosa che desiderava in quel momento era quella di rinfrescarsi il viso, magari con un bel getto di acqua ghiacciata. Subito dopo, si sarebbe fatto una doccia e sarebbe andato a dormire. Gli innumerevoli pensieri che gli erano balenati nella testa per tutto quel tempo gli aveva fiaccato ogni tipo di energia.

 'Quante volte mi sono detto di dover imparare a gestire l'overthinking? E quante volte non ci sono riuscito?' Si chiese asciugandosi il viso mentre un'altra serie di pensieri iniziavano a tormentarlo. "MERDA!" sbottò ad alta voce "lo sto rifacendo!" portò due dita a massaggiarsi nervosamente le palpebre, passandosi poi la mano fra i capelli. Decise di prendersi un attimo. Si sedette sul letto per poi stendervi la schiena. Lasciò che un lungo sospiro fluisse dalle sue labbra e si lasciò andare al piacevole tepore che la trapunta insieme ad un grande plaid blu scuro emanavano. All'improvviso il trillo del suo cellulare lo destò da quella momentanea e tanto bramata pace. Si rimise a sedere pigramente e lesse il nome del disturbatore: Satorou Gojo. Silenziò il cellulare, lasciando che continuasse a squillare, e tornò al suo momento. Non gli andava minimamente di parlare con qualcuno, figuriamoci con quel rompiscatole! 'Probabilmente, avrà del tempo da perdere!' si ritrovò a pensare portando le mani dietro la nuca.

𝑰𝒍 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒇𝒂𝒓𝒇𝒂𝒍𝒍𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora