𝑪𝒂𝒑.𝟑: 𝒍'𝒊𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐

324 16 0
                                    

Arrivai alla porta di camera mia trascinandomi le gambe per il sonno e per il freddo e tutto questo solo perchè Megumi non poteva continuare a dormire come se niente fosse accaduto. Ma d'altra parte dovevo ringraziarlo poichè, se non fosse stato per lui, non avrei mai parlato con Gojo del mio problemino, non avrebbe potuto aiutarmi e probabilmente avrei continuato a girarmi i pollici e a ignorare un qualcosa che stava diventando più grande di me.

Aprii goffamente la porta di camera e me la richiusi alle spalle senza neanche badare al frastuono che feci sbattendola involontariamente. Con gli occhi semichiusi e tra uno sbadiglio ed un altro chiesi a Megumi se fosse sveglio (certo perché se stava dormendo mi avrebbe giustamente rivolto la parola) ma la risposta che ricevetti non fu minimamente la sua.

"Scusami, credo che tu abbia sbagliato stanza..."

A quelle parole trasalii e indietreggiai istintivamente poiché presa di sorpresa. Dopodiché la voce misteriosa accese una abatjour sul comodino e riuscii a vederlo in volto.

"E tu chi sei?!" gli chiesi stupita. Non ricordavo di averlo mai visto prima d'allora. Anche se è vero che ero arrivata da soli due mesi all'istituto. Forse era un ragazzo del terzo anno ma a giudicare dal suo aspetto dubitai che lo fosse.

"Beh potrei farti la stessa domanda!" mi scrutò per una frazione di secondi per poi aggiungere "mi chiamo Yuji Itadori. Sono arrivato un paio di settimane fa ma non ho ancora cominciato a frequentare i corsi e le lezioni.  Domani inizierò ufficialmente a frequentare l'istituto." 

~ Ecco perchè non lo avevo mai visto! ~

"E tu invece? Come ti chiami?" mi chiese accennando un sorriso gentile.

"Selene, Selene Grande ma gli amici mi chiamano Elen. Sono arrivata anche io da poco ma non ti avevo mai visto prima d'ora. Ad ogni modo perdonami se ho fatto irruzione nella tua stanza senza preavviso ma davvero ero convinta che questa fosse camera mia. Evidentemente sono troppo assonnata anche per prendere banali decisioni e per orientarmi nello spazio che mi circonda."

"Non preoccuparti. Può capitare. Ma piuttosto cosa ci fai in giro a quest'ora?!" mi chiese incuriosito.

"Oh, beh...è una lunga storia." 
Non potevo andare in giro a raccontare gli affari miei ad uno sconosciuto o meglio ad un tale con cui avevo parlato per la prima volta! Un silenzio imbarazzante sovrastó l'aria.

Sentivo comunque di essere stata scortese e così decisi di continuare io la conversazione:  "Ad ogni modo mi dispiace di averti svegliato; non era mia intenzione."

A quelle parole mi sorrise e si portò una mano nell'incavo del collo torturandolo per un po': "Davvero non c'è alcun problema! E poi ero già sveglio; sono emozionato per domani...chissà come sono le lezioni qui e per non parlare degli altri stregoni!"

  "Non voglio deludere le tue aspettative ma qui non è poi tanto diverso dalla vita degli eremiti. Siamo letteralmente tre gatti che vivono in una sorta di ricovero per anziani dove ogni giorno si studia e ci si allena. Poi ogni tanto, quando le cose sono proprio catastrofiche, ci mandano in missione facendoci rischiare la pelle. Questa è l'unica differenza con gli eremiti: loro vivono in pace per i fattacci loro e noi proviamo a farci ammazzare di tanto in tanto, così, perchè non abbiamo niente da fare."

Dopo il mio discorso il ragazzo era decisamente sconvolto e confuso e mi guardava con occhi sbarrati. Così pensando di avere esagerato (anche se quelle cose le pensavo veramente) credetti che fosse meglio mettere in atto la tecnica di Gojo quando qualcuno era evidentemente spaventato dalla verità o dal pensiero altrui.

Lo guardai, prima accennai un sorriso e poi mi sforzai di ridere dicendo: "sto scherzando tranquillo! Era un modo per testare la tua forza di spirito e la tua determinazione ." 

Il ragazzo mi guardò con aria imbronciata e quasi sbraitando disse:
"EHH?! Ma fai sul serio? Sei crudele!"

Scossi la testa continuando a sorridere, questa volta veramente.

"Ad ogni modo spero tu possa trovarti bene qui. Le prime lezioni il più delle volte possono risultare noiose ma ti assicuro che le successive saranno più interessanti. E poi consideraci come una grande famiglia. Certo, la nostra è decisamente diversa dal comune ma è proprio questo che la rende unica. E ricorda, in una famiglia nessuno viene lasciato indietro. "

Quando finì di parlare Itadori aveva uno strano luccichio negli occhi, di quelli che ti infondono una reale voglia di vivere e che a me piacciono chiamare "occhi che ridono".

"Sai devo ringraziarti ; dopo questa chiacchierata mi sento molto più sollevato. Probabilmente se non avessi parlato con te a quest'ora starei ancora gironzolando per la stanza senza riuscire a calmarmi." mi confidò il giovane ragazzo.

"Ah allora non era emozione. La tua era ansia!" replicai.

Mi guardò e annuì ridendo tornando a torturarsi il collo con la mano.

"Bene, io credo che ritornerò a dormire, questa volta sul serio e nella mia vera camera. E' stato un piacere conoscerti Itadori."

"Ti prego, chiamami Yuji." insistette lui.

"Va bene Yuji ma ad una condizione: tu chiamami Elen!" dissi cercando di essere il più amichevole possibile. Dopotutto quella chiacchierata mi aveva fatto proprio bene.

"Okay Elen" mi rispose porgendomi la mano in segno di amicizia che io strinsi volentieri. Ma quella stretta fu l'inizio della materializzazione dei miei incubi che man mano divennero realtà. In quella stretta sentii prima un freddo avvolgente e poi un'aura dal rosso acceso che, proprio come nei miei incubi, mi  avvolse e sentii al contempo urla e lamenti di quelli che probabilmente dovevano essere umani, o forse lo erano stati un tempo. 

Ritrassi la mano improvvisamente ansimando dalla paura. Non so dirvi con quale espressione guardai Yuji ma so solo che il ragazzo si rivolse a me molto più che preoccupato:
"Hey Elen, ti senti bene? Sei diventata pallida improvvisamente."

A quelle parole cercai di ricompormi e gli risposi mentre mi apprestavo ad uscire da lì: "oh sì certo! Adesso però devo proprio scappare. Sai com'è, da un momento all'altro suonerà la sveglia e io non ho ancora visto il letto. Ci vediamo domani a lezione Yuji!"

Mi chiusi la porta alle spalle senza neanche voltarmi ad ascoltare quanto mi avesse risposto e mi diressi velocemente in camera mia, questa volta più sveglia che mai. Continuavo a tormentarmi cercando di capire cosa fosse realmente accaduto quando aprii furtivamente la porta e mi stesi nel letto cercando di non svegliare Megumi. 

~mai come ora non voglio parlare con nessuno~ mi dissi tra me e me.

Appoggiai la testa sul cuscino e, mentre cercavo di trovare una scusa decente da rivolgere a Yuji l'indomani, mi addormentai tra vividi ricordi di quella breve ma estremamente intensa esperienza. 

𝑰𝒍 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒇𝒂𝒓𝒇𝒂𝒍𝒍𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora