𝑪𝒂𝒑. 𝟏𝟓: 𝒔𝒐𝒓𝒑𝒓𝒆𝒔𝒂!

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Ero rimasta pietrificata sul pavimento, i rumori di sottofondo e il vociare degli altri studenti mi arrivavano alle orecchie ovattati. Guardavo Sukuna con occhi pieni rabbia; le labbra dischiuse per la sorpresa di ciò che quel depravato sociopatico si era permesso di dire. Lui, dal canto suo, mi guardava con un ghigno maledettamente più largo di quello precedente. La sua espressione mi sapeva tanto di 'dai, fammi vedere adesso cosa fai, fin dove sei disposta a spingerti, cosa sei disposta a sacrificare'. 

MMMMHHH, CHE NERVI!

Distolsi il mio sguardo dal suo e ciò che vidi non fu per niente di conforto. Itadori ci stava guardando sconvolto; sembrava non aver capito neanche una parola di quel che avesse detto Sukuna. Il suo sguardo percorreva sempre la stessa distanza; passava prima dalla sua guancia ai miei occhi e viceversa per poi ricominciare da capo. Dall'espressione che aveva due erano le possibilità: o aveva capito che si stava facendo beffa di lui e della sottoscritta o che avevo tentato un'espansione del mio dominio ma c'erano state delle problematiche e involontariamente ero finita nel suo. 

Mmmh, però l'ultima non sembrava per niente una cattiva idea; magari avrei potuto giustificarmi in quel modo e poi, solo quando il professor Gojo mi avesse dato il via libera, gli avrei detto la verità. Onestamente, stavo rimpiangendo di non essermene rimasta al calduccio in camera mia a sgranocchiare schifezze; gran bella idea che avevo avuto! Ma ormai quel che era fatto era fatto e non potevo tornare indietro. Potevo soltanto aspettare e sperare che Itadori non mi avrebbe tempestato di domande.

Temendo che la situazione potesse degenerare, cercai di prenderne il controllo in modo tale da poter continuare la nostra chiacchierata (per quanto ancora era possibile) e rispedire a nanna Sukuna. Credo che il problema sorse proprio perchè si era sentito chiamato in causa. Allora era dovuto per forza intervenire; eh e poi cosa avrebbe fatto? Si sarebbe mai potuto perdere un'occasione come quella per mettere in mostra il suo smisurato ego? Assolutamente no. Guardai Yuji negli occhi, provando a sfoggiare l'espressione più pacata possibile per non farlo ulteriormente preoccupare. Non so quanto potessi essere credibile; non ero il tipo di ragazza che mangiava menzogne e ipocrisie per colazione. 

"Se vuoi posso spiegarti tutto, ovviamente" distolsi lo sguardo e alzai leggermente il tono di voce guardando quel mostriciattolo della Tasmania "se il relitto vivente mi lascia finire il discorso".

Ero convinta che si sarebbe innervosito oltre ogni limite eppure la sua reazione fu totalmente diversa. Mi sorrise sadicamente e mi rispose divertito "prego, tesoro. Sono tutto orecchie". Mi sforzai nell'ignorare il modo in cui mi aveva chiamato e aspettai che Itadori mi rispondesse. 

"Elen, non preoccuparti" mi fissò dritto negli occhi, il suo sguardo adesso era sereno "non sentirti condizionata dalle sue parole. Se te la sentirai me lo racconterai un altro giorno e-"

"CHE NOIA! DEVI SEMPRE ROVINARE TUTTO MOCCIOSO! MA QUANTO SEI PATETICO!" Sukuna lo interruppe per l'ennesima volta; a quanto pare la faccenda gli interessava veramente. Ma Yuji ne aveva fin sopra le scatole del suo comportamento.

"ADESSO BASTA! CHIUDI QUELLA  DANNATA BOCCA!" prese il cuscinetto che aveva sulle gambe e se lo lanciò sulla guancia. Sospirò sollevato quando si accorse che era scomparso; ma non basto per fare sì che ci lasciasse in pace. Ricomparve sulla sua mano destra più fastidioso di prima "MALEDETTO RAGAZZINO, COME HAI OSATO DARMI DEGLI ORDINI?!"

Itadori non lo rispose nemmeno. Portò l'altra mano a sovrapporre la bocca di Sukuna che scomparve e ricomparve sull'altra guancia. Yuji si lamentò scocciato "Ma non è possibile!" si diede un paio di botte su entrambe le guance "ma dove si spegne?!"

Nella drammaticità della situazione, non riuscii a trattenere una risatina che cercai di nasconderla portandomi una mano alla bocca. "Ho un idea" dissi mentre Itadori stava continuando a bisticciare con Sukuna "possiamo vederci un altro giorno. Così lui ti lascerà in pace per un po' e noi potremmo chiacchierare tranquillamente. Chi lo sa, magari la prossima volta i telefoni non ci serviranno più" gli sorrisi facendogli l'occhiolino per intenderci.

𝑰𝒍 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒇𝒂𝒓𝒇𝒂𝒍𝒍𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora