"Allora? Ti piace?" chiese mia madre ansiosa aprendo la porta.
Mi guardai attorno.
La stanza era abbastanza grande con un'enorme finestra che portava ad un balcone, un letto matrimoniale, una grandissima libreria vuota, una porta che portava alla cabina armadio ed una scrivania altrettanto vuota.
Aveva fatto ridipingere la stanza di un rosa chiaro e dovevo ammettere che era molto carina.
"Ho fatto dei lavori lo scorso anno quindi adesso hai un bagno in camera solo per te" mi sorrise "E tutti i tuoi libri, giochi, quadri e decori sono in garage. Deciderai tu cosa tenere"
"È davvero bella, mamma" dissi sorridendo avvicinandomi alla finestra per poi uscire sul piccolo balcone.
Mi alzai i capelli in una coda disordinata guardandomi attorno.
Era tutto uguale.
Sembrava che tutto si fosse bloccato e fosse rimasto uguale a come l'avevo lasciato, anche i fiori messi da mia madre mi sembravano gli stessi.
"Sembra tutto uguale, vero?" mi chiese mia madre accarezzandomi la schiena e avvicinandosi a me come se mi stesse leggendo i pensieri.
"Già" ammisi
"Sono cambiate molte cose però" mi informò.
"Io sono cambiata" dissi più a me stessa che a lei.
"Sei vuoi andare a farti un giro per la città, non preoccuparti, Lizardo è a tua completa disposizione" disse sorridendo.
"Mamma" la richiamai "ne avevamo già parlato. Non voglio un autista. Non siamo a New York. Questa è Los Angeles, posso muovermi con l'auto tranquillamente."
A New York non avevo un'auto. Usavo l'autista di mio padre o spesso il taxi ma a Los Angeles la macchina era d'obbligo.
Mi sorrise. Capendo che con me era guerra persa ormai.
"D'accordo" mi disse sorridendo per poi venirmi vicino e abbracciarmi per la millesima volta da quando ero arrivata.
"Mi sei mancata così tanto, Martina"
"Anche tu mamma" le dissi ricambiando l'abbraccio
"Spero tanto che non ti pentirai di questa scelta" mi disse "non voglio vederti soffrire" continuò.
Io non risposi.
Anche io speravo di non pentirmi mai di quello che stavo facendo.
Si allontanò da me e mi sorrise.
"Su. Andiamo a mangiare! Sarai affamata"
"Sto morendo di fame in effetti" dissi
Scendemmo al piano terra e andammo in cucina dove mi accorsi delle mille prelibatezze che mia madre aveva preparato.
Sembrava il pranzo di Natale e Pasqua messi insieme.
"Sai vero che non mangerò nemmeno un quinto di quello che hai preparato?" chiesi guardandola
"Beh mi hanno detto che la fidanzata di tuo padre non è un gran cuoca"
"Ti hanno detto bene. Ma non ti hanno detto che avevamo una cuoca veramente molto brava che era molto attenta ai miei gusti" dissi ridendo
Ci sedemmo e mangiammo tranquillamente mentre cercavo di rispondere a tutte le sue mille domande.
Notavo il suo cercare di non fare domande che si potessero collegare a lui.
Non volevo questo.
Lui ormai era un capitolo chiuso.
Erano passati 4 lunghissimi anni. Credo che se lo avessi incontrato non lo avrei mai riconosciuto. Né lui avrebbe riconosciuto me.
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Il cuore non dimentica [Jortini]
FanfictionOgni polo positivo, ha il suo corrispettivo polo negativo e per quanto provi a tenerli lontani e per quanto sembrino respingersi, si ricongiungeranno in un modo o nell'altro. Nonostante le sollecitazioni esterne o interne che li portano a distaccars...