"vado un attimo a rinfrescarmi" mi staccai dalla mano di Jorge per raggiungere la fontanella all'interno del cimitero. Continuavo a piangere ininterrottamente.
La fontanella era accanto all'uscita del camposanto e proprio lì mi sembrò di vedere una macchina nera conosciuta. Era la macchina di mia madre, quella guidata da Lizardo.
Tirai giù gli occhiali da sole e uscii a vedere. Non potevo farmi beccare.
Avevo ragione.
"Lizardo, che ci fai qui?"
"Signorina Stoessel, so che il sabato è solita fare visita al suo amico e allora volevo evitarle di prendere i mezzi" mi aprii la portiera e senza pensarci salii.
Dovevo dire a Jorge che me ne ero andata.
Tornai a casa e lo scrissi al numero con il quale mi aveva contattata.
- ho avuto un'urgenza, scusami-
- stasera vieni da me- scrisse, ma io non risposi. Non sapevo cosa fare. Non potevo dire a Camilla di coprirmi, Lizardo lo avrebbe sicuramente detto a mia madre.
"sono tornata tesoro" la voce di mia madre echeggiava in casa. Scesi di fretta le scale.
"mamma? Che ci fai qui?"
"David ha avuto una chiamata d'urgenza dall'ospedale e poi credo che io e te dovremmo parlare"
"di?" chiesi innocente
"lo hai rivisto Martina" non dissi nulla "sapevo che sarebbe successo"
Mi disse che Camilla l'aveva chiamata preoccupata e che aveva confermato i suoi sospetti.
"cosa credi di fare? Sentiamo. Non vorrai mica ricadere tra le sue braccia? O forse lo hai già fatto? Martina lo sai che non mi piace, non mi è mai piaciuto e anche per tuo padre è così. Non lo vedevo giusto per te prima, figurati adesso."
***********************FLASHBACK***********************
- esci sono fuori- presi la borsa e raggiunsi Ruggero per andare alla festa di inizio anno scolastico. Era il nostro primo anno di liceo. La festa era vicino casa perciò i nostri genitori ci avevano detto che potevamo andare a piedi.
"non vedo l'ora di arrivare" dissi
"vedi di non perderti tra la gente e di non bere troppo"
"non iniziare a fare come mia madre Ruggè" gli diedi una gomitata e lui scoppiò a ridere.
"stasera sarà pieno di gente, ci sono anche alcuni miei amici...c'è uno del secondo anno che è stato bocciato e che starà in classe con noi"
"è carino? Dimmi solo che è carino"
"gli sbavano tutte dietro...e poi ti ha visto in una foto in cui siamo insieme e mi ha chiesto di te"
Si prospettava decisamente una bella serata. Ero solita attirare le attenzioni dei ragazzi, ma erano tutti casi umani.
Arrivati alla festa non si capiva nulla, la musica era altissima e la gente non ci entrava in quel posto decisamente troppo piccolo. Io e Ruggero ci fermammo al bancone per la nostra consumazione. Arrivò il suo gruppo di amici di basket tra cui quello di cui mi aveva parlato.
"Martina, lui è Jorge. Jorge, lei è Martina. Ora fate quello che volete io vado a ballare"
Guardammo Ruggero scatenarsi in pista e ci scambiammo uno sguardo per poi ridere e scuotere la testa. Jorge mi squadrò poi dalla testa ai piedi. Avevo una minigonna bianca molto aderente, un top a fascia nero e un paio di sandali con il tacco anche essi neri.
"sicura di essere del primo anno?" si passò la lingua sulle labbra e prendendomi per mano mi fece fare un giro su me stessa.
"vuoi forse vedere la carta d'identità?" gli sorrisi
"facciamo che per stasera ti credo" fece l'occhiolino "e che ti offro da bere" Prese dei drink con dei nomi impronunciabili e mi guidò in un posto appartato. Iniziammo a parlare e dopo aver visto Ruggero alle prese con una ragazza gli disse che mi avrebbe accompagnato lui a casa.
Aveva due occhi verdi che mi facevano sentire come sotto ai riflettori. Stavamo seduti ai divanetti uno accanto all'altro, molto vicini. Io avevo le gambe accavallate e sentivo il suo sguardo sempre addosso e le sue mani che mi sfioravano le cosce nude mentre parlavamo.
"non posso credere che tu e Ruggero siate solo amici...sei illegale Martina, illegale" continuava a passare la mano sulla mia pelle nuda come se facesse delle piccole carezze. Non sapevo cosa dire, sentivo il viso farsi viola dall'imbarazzo. Mai nessuno mi aveva parlato in quel modo. Sentivo le farfalle nello stomaco. Ci sapeva fare.
Ballammo anche un po' in maniera buffa perché Jorge era parecchio negato, poi però ad un certo punto guardai l'orario e gli chiesi di accompagnarmi.
Mi diede la sua giacca visto che si era alzato un po' di vento e nel frattempo mi raccontava della sua vita, delle sue passioni, della sua famiglia.
Arrivammo al portico di casa mia.
"buonanotte allora" dissi e non feci in tempo a finire che Jorge posò le sue labbra sulle mie. Prima solo le labbra, poi ci mise anche la lingua facendola intrecciare con la mia e nel frattempo mi teneva dai fianchi. Continuò a baciarmi appoggiandomi contro un lampione della luce. Io iniziavo a non capirci nulla, sentivo un fuoco divampare su ogni centimetro della mia pelle.
A poco a poco mentre continuavamo il bacio e ci torturavamo le labbra con qualche morso, fece scivolare una mano sotto alla mia gonna. Io sussultai.
"c'è qualcuno in casa?" mi chiese e io guardai vedendo ancora il vialetto vuoto e le luci spente.
"non sono ancora tornati" dissi con un filo di voce e in men che non si dica entrammo per finire nella mia stanza. Chiuse la porta alle nostre spalle, mi girò e finii con la schiena contro il suo petto. Mi baciava sul collo e nel frattempo la gonna saliva sempre di più. Io ansimavo e mi sentivo tremare la terra sotto ai piedi. Mi portò poi sul letto e mi fece sedere con le gambe leggermente divaricate. Io non lo avevo mai fatto, ma il piacere era troppo per fermarlo.
"stasera sei solo mia" mi baciò, tirò giù i suoi pantaloni, mi spostò leggermente gli slip e con movimenti lenti ma molto decisi si fece strada dentro di me. Io nel frattempo gli avevo tolto la camicia e mi aggrappavo alla sua schiena.
Il piacere si faceva sempre più intenso per entrambi e io non facevo che urlare il suo nome quando d'improvviso la porta della mia stanza si aprì.
"Martina? Cosa diavolo sta succedendo?" era mia madre.
Jorge si tirò su i pantaloni in fretta e scappiò senza dire niente, ma facendomi segno che mi avrebbe scritto.
Quella notte io e mia mamma avemmo un litigio storico. Diceva che ero troppo piccola per fare certe cose e nei giorni seguenti quando scoprì chi era quello con cui lo avevo fatto, iniziò con il suo terrorismo psicologico.
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Quando sei figlia di genitori ricchi, i tuoi non si accontentano se ti vedono felice, ma con il figlio di un impiegato e per Jorge era sempre stato questo il limite. Mia mamma non lo voleva assolutamente in famiglia. Non sarebbe stato in grado di onorarmi, così mi ripetevano, ma io lo amavo e avevo sempre continuato per la mia strada e loro si erano dovuti abituare alla sua presenza o comunque all'idea che tra noi potesse esserci qualcosa.
Quando partii per New York e mia mamma scoprì che avevo troncato con lui per poco non esultò, perciò ora era veramente un incubo che lui fosse tornato nella mia vita.
Angolo autrice.
Come anticipato, non vi ho fatto aspettare troppo e direi che le mie chicas potrebbero essere abbastanza contente del capitolo e che forse non corro il rischio di essere colpita da RossellaMallardo0, dico forse perché con lei non si sa mai😂Grazie a chi vota, legge e commenta, a presto!❤️
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Il cuore non dimentica [Jortini]
FanficOgni polo positivo, ha il suo corrispettivo polo negativo e per quanto provi a tenerli lontani e per quanto sembrino respingersi, si ricongiungeranno in un modo o nell'altro. Nonostante le sollecitazioni esterne o interne che li portano a distaccars...