Capitolo tredici

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Quel sabato sera non andai da Jorge, non potevo o mia madre non mi avrebbe dato tregua. Doveva digerire le cose una per volta, non potevo ignorare il suo disappunto.

Passai la serata in casa al telefono con mio padre per raccontargli cose di lavoro e lui mi disse che sarebbe venuto a trovarmi tra qualche mese.

Il giorno dopo diedi a Jorge appuntamento da Ruggero, quello sarebbe stato l'unico modo per vederci.

Lizardo mi accompagnò come al solito fermandosi fuori. Aveva ormai capito che era una cosa importante per me. Prima della morte di Ruggero, non mettevo mai piede qui. Lo trovavo terrificante e non capivo perché le persone venissero a fare visita ai defunti. Andare lì prima di quella notte, mi sembrava un arrendermi allo scorrere della vita, come se accettasi con consapevolezza il fatto di esserci il giorno prima, ma non il giorno dopo.

'È la vita' mi dissero durante la terapia,' è così che va il mondo' ma pensare alla perdita di qualcuno, per me risultava ancora terrificante.

Non ci andavo a cuor leggero davanti alla sua lapide, ma mi sembrava l'unico modo per stargli vicino e lasciare perdere i miei sensi di colpa. Arrivai lì, Jorge non c'era ancora e perciò decisi di confidarmi, come facevo sempre.

'ieri ho litigato con Camilla e anche con mia madre e sai perché? Per Jorge' mi scappò un sorriso 'avresti dovuto esserci per convincere mia mamma come avevi fatto tempo fa, eri l'unico a cui lei dava retta perché sapeva che fossi imparziale e che volevi il mio bene. Io e lui ci siamo ritrovati, sai?' ' beh certo che lo sai e sicuramente starai pensando che sono sempre la solita, ma come immaginavo, Los Angeles mi ha riportata alle origini.

È strano come prima volessi solo fuggire da questa realtà, non vedere quei volti e non vivere quelle abitudini mentre ora, dopo quattro anni via da questa gente, dalle mie abitudini che ormai non lo sono più e da questo posto io senta una nostalgia invadermi. Forse ho sbagliato ad andarmene, a perdermi tante cose lontano da qui. Mi sembra di non riuscire a ritrovarmi. Qualche giorno fa sono passata davanti alla nostra scuola e c'erano tantissimi ragazzi per la cerimonia del diploma, erano così spensierati. Ho rivissuto, vedendoli, i momenti in cui eravamo anche noi come loro, quando vivevamo in preda all'attimo, al carpe Diem, al 'chi se ne fotte del domani, domani si vedrà'.

Sai Rugg, io sono tornata qui e ho trovato tutto in disordine, non riesco a trovare il centro.Lo sai, ho sempre odiato i cassetti in disordine, pieni di roba.

In momenti come quelli di ieri sera, in momenti di conflitto intendo, mi manca la me di un tempo, quella che dopo aver discusso con sua madre andava via di casa per stare seduta su un muretto a bere birra e parlare della qualsiasi con i volti familiari, quelli che quando avevo i bisogno di aiuto erano i primi a venirmi ad aiutare.

In momenti come quelli di ieri sera avrei voluto che l'universo non ci avesse riservato quei colpi di scena, perché mi sono sentita sola e incompresa anche da chi dovrebbe conoscermi meglio.

Si, sono i miei soliti drammi esistenziali che solo tu sei in grado di ascoltare. In sostanza spero che Jorge rimetta la testa sulle spalle anche senza di te...può farcela vero? Mi aiuterai in qualche modo?'

Sentii un vetro rompersi che mi fece girare di scatto. Era Jorge che, distratto, aveva fatto cadere un vaso e tutti i fiori al suo interno.

"stai bene piccola?" mi lasciò un bacio sulla fronte dopo avermi raggiunto

"si, stavo solo..." sarei sembrata stupida se avessi detto che stavo parlando con il mio amico morto.

"stavi parlando con lui, non è vero? Anche io lo faccio spesso" disse e lo vidi stringere gli occhi. Odiava piangere e non riuscire a controllare le sue emozioni.

"si, stavo parlando con lui" mi aggrappai al suo braccio "gli stavo dicendo che fosse non sarei dovuta partire" Jorge non rispose, stava sospirando con lo sguardo fisso sulla foto.

"credi che ci passerà mai?" mi chiese

"cosa?"

"Passano i giorni, i mesi, gli anni, eppure questo vuoto sembra non riempirsi mai. Mi chiedo riuscirò mai a reagire? A lasciarmi dietro queste giornate monotone, lente e prive di emozioni?Riuscirò mai a cambiare? Mi sembra di sparire nella voragine che io stesso ho creato e alimentato. È tutto così grigio, privo di senso. Da quando lui non c'è, nulla suscita in me emozioni. Nulla crea aspettative. Sono diventato solo un ingombrante groviglio di lamenti, frustrazioni, rimpianti.Senza sogni, senza speranze e senza energie per andare avanti, dove l'istinto di sopravvivenza, la paura di morire, il continuo rimandare diventano carburante per far passare le giornate. Lo vedo dai tuoi occhi spenti che per te è lo stesso, Martina"

"Jorge, io ho provato a ricominciare, a farmi una nuova vita..."

"si, ma sei tornata qui. Se fosse stata appagante, non saresti tornata e invece guardati sei sfinita anche tu"

"io...sto meglio, ho un lavoro e..."

"credi che basti questo? Questo è così importante per te per dire che non hai fallito?"

"sono due situazioni diverse la mia e la tua, Jorge..."

"non iniziare a farmi la morale, avanti"

"nessuna morale, dico solo che per quanto soffro, io non mi sono lasciata andare. Mentre tu invece..."

"mentre io invece? Sono diventato un mostro? Su, avanti, dillo pure"

"non è questo il punto e abbassa la voce"

"tu non mi guardi più come una volta" lo disse freddo e si sedette su uno scalino rovistando nella tasca della sua giacca. Tirò fuori una bustina, quella che il giorno prima quei due uomini gli avevano dato al bar. Capii cosa stava per fare, l'ultima volta che avevo visto qualcuno fare uso di droghe pensanti, dopo qualche ora lo rividi a terra consumato da queste ultime.

Sentii il cuore ticchettare nel mio petto come una bomba ad orologeria.

"butta quella roba" la mia voce era troppo flebile.

"non dirmi quello che devo fare"

"vuoi davvero farlo qui? Davanti a lui che..."

"morirò allo stesso modo, prima o poi." mi guardò in cagnesco e non sapevo più cosa dire.

Scappai e dissi a Lizardo di portarmi a casa. Ero ferita, sconvolta, spaventata.

Avevano ragione. Dovevo stargli lontano.

Angolo autrice.
Sembrava tutto troppo rose e fiori non è verooo? Eccomi qui con un po' di complicazioni, quelle che tanto amate.
Nel frattempo inizio a scappare dalle mie amiche che sicuramente saranno già partite per prendermi.
Grazie a chi legge, vota, commenta! 💗

Il cuore non dimentica [Jortini]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora