Capitolo sette.

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"vuole che l'accompagni dentro?" mi chiese Lizardo appena mi vide scendere e io gli dissi di non preoccuparsi.

Mi avviai ricordando bene la strada e mi fermai ancora una volta davanti alla sua lapide.

'Oggi è stata una giornata molto strana sai, una di quelle che sicuramente sarei venuta a raccontarti e per questo sono qui. Stamattina ho visto Lodovica, tua sorella. Non sono riuscita a guardarla negli occhi perché mi ricordava troppo te e il fatto che mi manchi. Sono scappata via da lei con una scusa qualsiasi e un po' mi dispiace passare sempre per quella che vuole scappare. Poi ho avuto uno dei miei crolli, quelli che probabilmente hai visto solo tu e avrei voluto le tue braccia a stringermi e a sorreggermi. E poi ho avuto un appuntamento con Sebastian... ti ricordi di lui? Sento di essere stata poco carina perché continuavo a pensare a Jorge mentre eravamo insieme.

Ora lo so che dirai che è un'esagerazione, ma cosa posso farci se nonostante tutto è nella mia mente? Vorrei solo sapere se sta bene e solo tu potresti dirmelo. In fondo per te è sempre stato un fratello e lo conosci come non lo conosce nessuno.

Cosa credi dovrei fare con Sebas? Potrei dargli una possibilità? E con tua sorella? Dovrei cercarla?

Mi resi conto delle troppe domande che stavo facendo

Oh avanti, Rugg, potresti rispondermi...perché te ne sei andato in quel modo? Non hai pensato a quanto male mi avresti fatto? '

Non dissi e pensai più nulla, guardai per qualche minuto la sua foto e tornai indietro al parcheggio da Lizardo. Intanto l'alba era vicina e decisi di passare in caffetteria da Sebas, volevo essere carina con lui.

Mi persi con lo sguardo fuori nel tragitto e poi entrai con un sorriso.

"buongiorno" mi presentai al bancone e i suoi occhi si ravvivarono "mi fai un latte al caramello?"

"arriva subito...come mai già sveglia?"

"volevo passare a salutarti, non sono stata di ottima compagnia e mi dispiace"

"in effetti non lo sei stata, ma posso capirlo"

"sei troppo buono" sorseggiai la mia bevanda e lui fece il giro

"semplicemente non mi piace forzare le cose...credo tu abbia capito che mi piaci" divenne rosso

"beh...si, io ho solo bisogno di tempo"

"tutto il tempo che vuoi" mi sistemò i capelli dietro l'orecchio

"ora ti lascio lavorare" finii il latte "possiamo vederci più tardi" dissi e lui si accese.

Ritornai a casa e ringraziai Lizardo con una mancia extra per il suo turno con orari parecchio discutibili.

Mi addormentai subito e disattivai la sveglia, non sarei andata in studio, ero distrutta.

Nel sonno sognai Ruggero che mi sorrideva mentre si allontanava da me. Mi svegliai scossa, era la prima volta che rivedevo il suo volto da quattro anni.

Lavorai al PC da casa e nel pomeriggio Sebas mi scrisse per uscire. Mi diede appuntamento in un posto e andai. La strada mi sembrava familiare, ma non riuscivo a ricordare il perché. Scesi dall'auto e lo trovai appoggiato alla sua.

"allora dove andiamo?" chiesi continuando a guardami intorno

"un posto aperto da poco, dove si fanno attività di pittura e cose creative, ho pensato potesse piacerti per fare qualcosa di diverso"

"adoro dipingere, andiamo"

Mi prese per mano e mi portò davanti al portone del palazzo di fronte a dove ci eravamo trovati. Il portone si aprì e vidi delle scale.

Il cuore non dimentica [Jortini]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora