Capitolo venti.

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Per mesi, da quella volta in poi io e Jorge intraprendemmo una relazione segreta. 

Non trovavo mai il modo e il tempo giusto per dirlo a mia madre e uscire allo scoperto significava anche che tutta Los Angeles non avrebbe parlato d'altro. 

Già per troppo tempo eravamo stati sotto ai riflettori per la tragedia di Ruggero, non mi andava di risentire addosso gli occhi di tutti, i giudizi di tutti. 

Vivevamo nella nostra piccola bolla e ci andava bene così. 

Io avevo lui, lui aveva me. Non avevamo bisogno d'altro

La scusa che mi teneva lontana da casa era l'ufficio e funzionava molto bene. Mia mamma non poteva mettere il naso nei miei affari lavorativi e questo la faceva stare alla larga dalla mia relazione ormai consolidata.

Questo modo di fare mi ricordava tanto i nostri primi periodi insieme, quando dopo esserci conosciuti a quella festa trovavamo mille modi per incontrarci di nascosto e il nostro migliore amico ci copriva le spalle. 

*********************************** FLASHBACK****************************************

"dovreste smetterla di fare tutti questi sotterfugi, sono stanco di essere vostro complice" mi disse Ruggero quando io e Jorge gli avevamo chiesto di dire che saremmo stati da lui mentre invece avevamo intenzione di andare a passare la notte in spiaggia.

"oh avanti, ti giuro che è l'ultima volta" gli feci gli occhi dolci mentre lui mi guardava con aria di sfida, indebolendosi poi subito.

"dite sempre che è l'ultima volta" sbruffò

"sei il migliore amico del mondo" gli lasciai un bacio veloce sulla guancia vedendo Jorge nel vialetto che mi stava aspettando. Ruggero mi strinse forte, facendomi segno di andare poi subito prima che cambiasse idea.

Erano due settimane che io e Jorge ci frequentavamo o per dirla meglio, due settimane che stavamo incollati e facevamo l'amore. Due settimane che lui era in classe con noi e ogni momento era buono per uscire dalla classe e baciarci. 

Eravamo dipendenti l'uno dall'altro e tutte le mie compagne di classe erano invidiose del fatto che io stessi con quello più grande.

"ti porto in un posto speciale" mi disse facendomi salire in macchina e arrivammo in una spiaggetta isolata con qualche scoglio sparso. L'acqua rifletteva la luce della luna e le stelle erano grandi e visibili perché l'inquinamento luminoso della città non arrivava fino a lì.

"facciamo il bagno" disse poi togliendosi i vestiti e rimanendo solo con i boxer.

"cosa? non ci penso neanche" 

Avevo paura del mare di giorno, figuriamoci di notte senza vedere cosa c'era sul fondale.

"non fare la guastafeste"

"vengo solo se nel frattempo mi tieni per mano e non ti allontani" 

"eh va bene, ma sbrigati che ho freddo così" 

Tolsi il vestitino a fiori che avevo addosso, rimasi in intimo e vedendo Jorge che mi porgeva la mano, la afferrai per tuffarci in acqua insieme. Mi avvinghiai a lui con le gambe intorno al suo bacino mentre sotto il chiarore del cielo ci riempivamo di baci.

"non c'è da avere paura" disse sfiorandomi il viso per poi riprendere a far incontrare le nostre bocche con foga crescente. 

Finimmo poi sul bagnasciuga, lui iniziò ad accarezzarmi nei punti più sensibili e tremavo come una foglia a causa della brezza marina e del piacere che continuava a darmi.

Facemmo l'amore lì, mentre di tanto in tanto le onde arrivavano fino ai nostri corpi. Mi sentivo viva, ogni parte di me lo era. Guardavo i suoi occhi e mi sentivo tremendamente bene, finalmente grande, apprezzata, amata.

Non eravamo di molte parole, ma quello che sentivo, valeva molto di più. Avevo però bisogno di dare un nome a ciò che eravamo, anche se da poco tempo. Stavo mettendo in discussione il mio intero modo di essere da quando lo avevo conosciuto. Era la prima volta che scoprivo il gusto del proibito e mi mettevo contro la mia famiglia. 

Dovevo sapere se ne valeva la pena, se Martina poteva trarne qualcosa di buono da tutto questo.

"Jorge..." iniziai a parlare mentre tornavamo in macchina ancora con il sale addosso "posso farti una domanda?"

"certo" 

"cosa credi ne uscirà? da noi due intendo...te lo chiedo perché sai quanto rischio ogni volta che io e te stiamo insieme. A casa non lo sanno..."

"devo pure risponderti?" mi chiese sorpreso e io rimasi lì immobile contro la portiera della macchina "mi piaci, Martina"

Mi baciò dolcemente.

"anche tu, tanto" lo guardavo come se fosse il più bello del mondo 

"non voglio metterti in difficoltà con tua madre, ma se vogliamo stare insieme, prima o poi lo dovrà accettare."

Dopo quella sera, a poco a poco iniziai a dire la verità a mia mamma. Ci scontrammo spesso, ma con il tempo se ne fece una ragione. Odiava trovare Jorge a casa e tante volte lo facevo saltare dalla finestra pur di non farli incontrare. 

Nonostante questo però e nonostante i suoi preconcetti, aveva capito il bene che mi faceva.

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Sentivo che io e lui eravamo tornati proprio al punto di quella notte sulla spiaggia.

Avevamo sete di confessioni intime, avevamo fame dell'altro come quando eravamo degli adolescenti. Non riuscivamo per nessun motivo a starci lontani.

Solo che questa volta sapevamo tutto dell'altro. Conoscevamo il buio, la luce, le ombre e sceglievamo di restare ancora e ancora.

"non posso fare a meno di te" mi disse una sera prima di addormentarci abbracciati. Mi sentivo amata nonostante quello che ero. Nonostante il mio dolore e i miei sbalzi d'umore.

Un giorno decise di venire a portarmi la colazione in ufficio e parlarmi dei sui ultimi esami sostenuti all'università. Aveva ripreso in mano il suo futuro e io non potevo essere più fiera.

"indovina chi ha preso il massimo dei voti" era entrato fiero dalla porta e le ero andata incontro saltandogli addosso per abbracciarlo.

"stasera festeggiamo" dissi per poi baciarlo e farmi raccontare tutto

"dove andiamo quindi stasera?" 

"ho visto che fanno il cinema all'aperto nel parco vicino casa tua" dissi senza pensare al fatto che avrebbe significato uscire allo scoperto "sono stanca di nascondermi" 

"sei sicura?" io annuii e la nostra conversazione fu interrotta dall'interfono.

Era il portinaio.

"signorina Stoessel, c'è suo padre che è venuta a trovarla"

Merda. 


Il cuore non dimentica [Jortini]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora