Capitolo due.

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"Un latte al caramello" dissi al barman distrattamente.

"Ma ...tu sei... Martina Stoessel, non è vero?" mi disse

Io alzai lo sguardo verso il suo viso cercando di trovarci qualcosa di familiare, ma non ricordavo assolutamente nulla di quel ragazzo.

"Non ti ricordi di me? Frequentavamo lo stesso corso di inglese al liceo? Sono Sebastian"

Solo allora collegai.

"Oh, mio dio, certo che mi ricordo. E ricordo che eri una frana in letteratura" dissi ridendo e lui mi sorrise.

"Quando sei tornata?" mi chiese guardandomi.

"Ti sei accorto che sono andata via?" chiesi

"Tutta la scuola se n'è accorta dopo quello che è successo..." disse il ragazzo in imbarazzo

"Sono tornata da poco" dissi poi cambiando discorso.

"Los Angeles manca a tutti quelli che vanno via. Per questo tornano sempre" mi disse e notai che era parecchio vero. Sentivo un'appartenenza troppo forte alla mia città.

"Però... sono cambiate parecchie cose da quando sei andata via" finì porgendomi il latte ordinato.

"Ah sì?" chiesi curiosa.

"Già, se vieni a cena con me te le racconto" mi propose ridendo.

Una cosa però non era cambiata per niente.

Lui. Ricordo quante volte ci aveva provato con me durante le interminabili ora di letteratura e quanto fastidio dava a Jorge nonostante Sebastian provasse ad essergli amico trovando degli argomenti in comune.

Stavo per rispondere quando venni letteralmente travolta da una ragazza dai capelli rossi, alta, magra e soprattutto vestita come se fosse appena uscita da una palestra. 

Camilla.

"Tua madre mi aveva detto che saresti tornata oggi, ma non credevo così presto" urlò abbracciandomi "sei una stronza, perché non me l'hai detto?" continuò continuando a stringermi. 

"Beh...volevo farti una sorpresa?" chiesi

"Guarda che non ci casco, adesso ti rapisco per minimo due settimane" mi disse stringendomi per poi allontanarsi e guardarmi negli occhi.

Era da così tanto tempo che non la vedevo.

Mi sembrava un sogno.

Cami era la mia migliore amica fin dalla prima elementare.

"Wow... sei davvero cambiata, sai? Sei un po' più alta e i tuoi capelli sono più lucenti" mi disse squadrandomi

"Sono cresciuta, Cami" ammisi sorridendo

"e poi devi aver fatto palestra, guarda che lato b allucinante"

"Camilla smettila, lo sai che mi metti tremendamente in imbarazzo" le lanciai un'occhiataccia.

"scommetto che ti sei abituata alla vita newyorkese e che disprezzi noi californiani ormai"

"se fosse così non sarei tornata, scema" alzai gli occhi al cielo.

"Lui è Sebastian, ti ricordi?" mi chiese poi indicando il ragazzo

"Sì, in effetti stavamo parlando prima che tu mi travolgessi" dissi ridendo

"Scusami Sebas, ma la mia migliore amica è tornata e devo assolutamente sapere tutto" disse per poi trascinarmi ad un tavolo all'ombra.

Ci sedemmo e mi guardò.

"Voglio sapere tutto" ammise guardandomi negli occhi.

Ci sedemmo a parlare sotto gli occhi di Sebastian che di tanto in tanto mi fissava forse perché era ancora in cerca di una risposta al suo invito. A scuola non era mai stato il mio tipo, non aveva quel nonsoché che mi accendeva e perciò i suoi tentativi restavano vani.

 E poi fin da ragazzina i miei occhi non brillavano che per lui. Non era mai esistito nessun altro.

Raccontai a Camilla della proposta lavorativa ricevuta e della decisione di tornare. Lei era felicissima, nonostante la distanza aveva sempre cercato in un modo o nell'altro di accertarsi che stessi bene nonostante il mio essere non troppo espansiva e loquace. 

In realtà ero scappata anche da lei, avevo eccessivamente bisogno di troncare qualsiasi tipo di collegamento con questo posto e con quanto accaduto. 

Era stato come tagliare il cordone ombelicale ai bambini. Probabilmente Cami avrebbe potuto non insistere, lasciarmi andare, ma non lo fece mai. Non era una che mollava facilmente. 

 A tal proposito mi scusai con lei, ma tra noi non c'era mai stato bisogno di scuse o di grazie.

Le ore passarono in fretta e fu ora di rientrare a casa. Le raccontai del lavoro, della vita lì, di Alison e di Simon che erano stati una botta di aria fresca e di Jack, figlio della compagna di mia madre che invece mi aveva dato parecchio filo da torcere perché era palese che gli piacessi.

Tornata a casa, trovai il compagno di mia madre ed ebbi modo di conoscerlo. Sembrava fatto a posta per lei, si guardavano complici e sorridenti e questo mi fece sentire sollevata. L'avevo lasciata sola, ma almeno aveva trovato qualcuno con cui stare bene e ciò non era scontato. David mi aveva fatto un po' di domande generiche e fu palese che mia madre le avesse detto tutto. 

"Comprensibile" pensai, ma allo stesso tempo mi turbava che un perfetto estraneo potesse conoscere quanto accaduto quella notte.

Andai a dormire presto, avevo bisogno di stare nella mia camera.

Starmene lì, tra quelle quattro mura, non faceva che riportarmi a lui e ai momenti passati insieme.

Le notti insonni prima degli esami con la scrivania piena di libri e appunti.

Le chiacchierate e i segreti inconfessabili detti sottovoce.

Le sigarette fumate di nascosto da mia madre.

I baci dati contro la porta.

Le lenzuola stropicciate dopo le notti di sesso.

Dovevo dormire, non potevo continuare a pensarlo.

"È solo il primo giorno" pensai "è normale che la testa vada per conto suo" 


Angolo autrice

Sento di essere dipendente da questa storia, non riesco a smettere di pensare a cosa far succedere dopo e quindi per vostra fortuna, vi beccate due capitoli in un giorno. 

Che bello essere tornata e soprattutto che bello averlo fatto insieme alla mia amica speciale. La conferma che  i kilometri di distanza non ci rendono mai troppo lontane. Andate a leggere, perché ha davvero deciso di farci sclerare fin dal primo momento. 

Un pensiero speciale alle chicassss che ora stanno approfittando dei nostri scambi di capitoli per intrattenersi 😂 Vi adoro, grazie del sostegno continuo!❤️

Il cuore non dimentica [Jortini]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora