Capitolo 4

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La scuderia è in fermento più del solito quella mattina. Alex è talmente impegnato che ha avuto a malapena il tempo di mangiare qualcosa al volo prima di dover correre per la sua lezione privata delle 10.

È passata una settimana da quando lui ed Henry si sono baciati e hanno fatto sesso, e da allora non fanno altro che stuzzicarsi ogni giorno.

Non c'è più stato nulla tra loro, causa l'inizio del suo lavoro come istruttore e del fatto che Henry debba allenarsi il doppio in vista della prossima gara che avrà luogo tra due settimane.

E questo non fa altro che aumentare le sue fantasie. Vuole risentire le mani di Henry sul suo corpo, assaporare ancora la sua bocca carnosa, poter baciare ogni centimetro di pelle e sentire i gemiti dell'altro nelle sue orecchie.

Oh dio, credo che impazzirò.

Pensa, scuotendo la testa per liberarsi di quei pensieri inopportuni.

«Alex!», esclama Camille appena lo vede arrivare. «Oggi mi insegnerai il galoppo, vero?» Conclude, guardandolo con i suoi occhioni blu dall'alto dei suoi 7 anni.

Camille è una dei bambini a cui impartisce lezioni private di equitazione. È una bambina dolce, un pó timida e impacciata, con grandi occhi color oceano e due trecce castano scuro che ricadono sulle spalle.

Alex ama i bambini, ha legato subito con lei fin dal primo giorno e da allora per lui è sempre una gioia vederla.

È perché sei un bambinone come loro.

Gli ha risposto Henry con tono divertito quando Alex gli ha raccontato per telefono di Camille e dei bambini che sembrano adorarlo. Alex ha ridacchiato a quel commento, mandandolo a cagare e sentendosi rispondere che, in effetti, vorrebbe tanto farsi fottere da lui.

Ci risiamo. Basta fantasie Claremont-Diaz, hai del lavoro da fare oggi.

Si ammonisce, dandosi dello stupido.

«Mi dispiace, principessa, ma oggi farai lezione con Luna che è più brava di me.» Gli risponde a malincuore.

«Ma Aleeeeex», protesta la bambina mettendo su un broncio adorabile.

Alex ridacchia e si inginocchia per essere alla sua stessa altezza, prendendole una manina paffuta e stringendola tra le sue.

«Prometto che verrò a salutarti a fine lezione, non dirlo a nessuno ma tu sei la mia preferita.»

Aggiunge facendole un occhiolino e una faccia buffa che la fa ridere di cuore. Camille gli getta le braccia al collo, abbracciandolo affettuosamente, prima di seguire Luna sulla pista ovest.

Alex si rialza, spazzolandosi alla bene e meglio i jeans sbiaditi, e raggiunge la pista est dove dovrebbe incontrare il suo allievo per quella giornata.

Mentre si avvia verso la sua meta, controlla velocemente la scheda del suo cliente.

Enrique Gonzales.
20 anni.

Alex aggrotta leggermente le sopracciglia, rileggendo le informazioni una seconda volta.
Non gli è mai capitato di occuparsi di allievi che superano i 10 anni di età, anzi gli hanno appositamente assegnato i piccoli proprio perché ci sa fare con loro.

Scrolla le spalle e si guarda attorno, notando un ragazzo dalla carnagione leggermente abbronzata, folti capelli castano chiaro e due occhi color verde acqua.

Enrique, presume.

«Tu devi essere il mio allievo per oggi, mi chiamo Alex.» Si presenta, allungando una mano.

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