Capitolo 17

115 10 14
                                    

La mano di Beatrice sulla sua spalla è ciò che lo riporta alla realtà, destandolo dai suoi pensieri funesti.

Alex si riscuote lentamente, come se si stesse svegliando da un torpore lungo secoli, e sbatte le lunghe ciglia scure posando lo sguardo verso Bea.

Nella sua mente si ripercorrono a rallentatore i momenti successivi alla chiamata in Texas.

Vede Henry in stato catatonico, completamente estraniato dal mondo circostante e sordo ai suoi richiami. Sente ancora le voci concitate dei suoi familiari mentre fanno le valigie in fretta e furia per tornare a Londra.

E, in tutto questo, non riesce a dimenticare l'espressione vuota di Henry che si muove come un automa, chiuso nel suo shock e nella sua disperazione.

Ricorda di averlo guidato, con una mano dietro la schiena in segno di conforto, attraverso il gate affollato di gente. Gli ha stretto la mano per tutto il tempo del volo, persino quando il suo ragazzo è finalmente crollato dalla stanchezza, addormentandosi.

Da quando sono tornati lo vede precipitare in quel mondo grigio e oscuro da cui l'aveva tirato fuori e la rabbia prende il sopravvento.

Non verso Henry.
L'amore della sua vita non merita altro se non serenità, pace e amore, ma verso i responsabili dell'avvelenamento di Orione.

Non hanno ancora capito chi possa essere stato; la preoccupazione maggiore è stata subito chiamare il veterinario della scuderia.

Orione è in una specie di coma indotto, sono riusciti a somministrargli un antidoto ma la sopravvivenza dipende solo da lui.

Dovrà combattere una battaglia con sè stesso, è quello che ha detto loro il medico.

Da allora sono passati tre giorni ed Henry è rimasto con il suo amato compagno di avventure per tutto il tempo. Sono Alex e Bea che si occupano di controllare che mangi regolarmente e che soprattutto si riposi.

«Alex...»
Lo richiama Bea, ancora una volta, riportandolo al presente.

Alex scrolla leggermente il capo, tentando di tornare lucido nonostante sia esausto tanto quanto Henry e tutti gli altri.

«Sei riuscita a costringerlo a riposare?» Le chiede preoccupato, stropicciandosi gli occhi arrossati dalla stanchezza.

«A malapena.» Ammette l'altra, sospirando amareggiata e sedendosi accanto a lui sul pavimento fuori dalla stanza di Henry.

Alex ha provato a stargli vicino ma l'altro si è chiuso in sè stesso, lasciando fuori tutti loro e non permettendogli di stargli accanto come vorrebbero.

E lui? Lui ci sta provando con tutte le sue forze a riportarlo indietro, a tirarlo via da quelle nubi nere che lo avvolgono, ma spesso diventa sfiancante e ha bisogno di una piccola pausa.

Non si allontana però di molto, non potrebbe mai, perciò si siede su quel parquet scuro coperto dalla moquette bordeaux e aspetta.

«Ci sto provando Bea, io...» La voce gli si spezza sull'ultima parte della frase e Alex si passa stancamente la mano sul volto.

«E se non fosse abbastanza? Se io non fossi abbastanza?» Sussurra con un filo di voce, guardandola con occhi lucidi.

Lo sguardo di Beatrice si addolcisce e le braccia dell'altra gli si stringono attorno alle spalle in un abbraccio di conforto. Stanno soffrendo entrambi insieme ad Henry e per Henry, immersi in quel limbo che sembra non aver fine.

«Oh, tesoro...»
Mormora con tono amorevole Bea, scostandosi solo per accarezzargli una guancia resa ruvida dalla barba che sta crescendo.

«Orione non è soltanto il suo migliore amico e la sua ombra. È l'ultimo legame tangente che lo lega a papà, gliel'ha regalato lui pochi mesi prima di sapere della malattia.»

Strictly Forbidden Falling In Love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora