La caffetteria all'angolo della Piccadilly Road è piena di gente quella mattina. Ci sono famiglie intente a fare colazione e più in là un gruppo di studenti sta animatamente parlottando.Henry è seduto al tavolino in fondo alla sala, in parte per avere una visuale migliore della porta d'ingresso e in parte per poter godere di un pó di privacy e quiete.
La sua mente vaga tornando alla notte in cui lui e Alex hanno fatto l'amore per la prima volta. Riesce a vedere ancora l'espressione dell'altro, può sentire il calore dei loro corpi e i sospiri di piacere. Un brivido di eccitazione gli scorre lungo la schiena a quei pensieri.
Il weekend non è ancora finito.
Ricorda poi a sè stesso, sorridendo compiaciuto.
«Hey, guanciotte di cannella!»
Esclama una voce femminile, distogliendolo dal suo piano su come far godere Alex per tutto il finesettimana.Henry solleva lo sguardo verso Beatrice che lo sta fissando con espressione divertita.
«Oh mio dio! Bea smettila di chiamarmi così.» Risponde imbarazzato da quel soprannome, prima di buttarsi tra le braccia aperte di sua sorella.
Bea ridacchia a quella risposta, stringendolo forte e circondandogli il collo con le braccia.
«Mi sei mancata...»
Le sussurra Henry a bassa voce col volto immerso nei capelli rossi dell'altra, prima di staccarsi.«Mi sei mancato anche tu, fratellino. Coraggio, sediamoci e raccontami cosa accidenti è successo con Philip.»
Henry sospira, sedendosi e richiamando l'attenzione della cameriera. Ordina un earl grey per lui, mentre Bea prende un frullato alla fragola.
Sua sorella lo guarda con espressione interrogativa, spronandolo a parlare.
«Philip è uno stronzo.»
Esordisce poi Henry, bevendo un sorso di tè.«Questa non è una novità, tesoro. Ricordo ancora quando anni fa fece allontanare Elisabeth solo perché credeva fosse una cattiva influenza per me.»
Constata Bea, scuotendo il capo con rammarico nel ricordare quella che era la sua migliore amica.
Henry a quel punto sospira, passandosi le dita tra i corti capelli biondi.
«Stavolta è peggio...» Mormora piano, facendo a pezzettini uno dei tovaglioli di carta. «Sono stanco di fingere di essere chi non sono, Bea. O meglio chi Philip vuole io sia.»
Conclude con tono stanco, guardando il volto di sua sorella.
Bea gli stringe una mano tra le sue, esattamente come ha sempre fatto quand'erano piccoli e lui aveva fatto un brutto sogno.Gli ha stretto la mano anche quando a lui sembrava di annegare ed ha continuato a farlo per tutto il tempo in cui il suo mondo era solo un misto di nero e grigio.
«Ti riferisci a quel gran manzo sexy del tuo ragazzo? Se non sbaglio si chiama Alexander.» Gli chiede Bea con un sorrisetto incuriosito.
Henry allora arrossisce e balbetta qualcosa di incomprensibile che fa ridere di gusto sua sorella.
«C-cosa? Come?»
Chiede a corto di parole, salvo poi ricomporsi. «Preferisce essere chiamato Alex.» Conclude poi, mordicchiandosi leggermente le labbra in modo nervoso.Non ha mai apertamente detto di essere gay, ha sempre cercato di tenere nascosta quella parte di sé persino con Bea. Perciò ora si sente abbastanza nervoso e agitato di come l'altra potrebbe reagire.
L'espressione di Bea si addolcisce ed Henry sente le labbra di sua sorella posarsi delicatamente sulla sua guancia.
«Hey... va tutto bene, Hen. L'unica cosa di cui mi è sempre importato è di vederti felice, perciò non importa se la persona che hai accanto è un uomo o una donna.»
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Strictly Forbidden Falling In Love
RomanceQuando Henry Fox, famoso giocatore di polo, incontra per la prima volta Alexander Claremont-Diaz, il nuovo addetto alle scuderie, le stelle sembrano allinearsi per creare quella che ha tutte le premesse per diventare una disastrosa ma affascinante s...