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ISABELLA POV
non raccontai a nessuno dell'accaduto, questa cosa la sapevano solo tom e bill.
dopo questa situazione, cominciai a ad avere brutti pensieri, mi stavano mangiando viva.
nel frattempo scoprì che io e i gemelli, nella mia stanza c'era una grande porta di vetro scorrevole che poi portava sul balcone, ecco, tom aveva la stessa cosa e io potevo guardalo. come lui poteva guardare me.

io sto sempre 24/7 in camera mia, quindi non poteva farsi sfuggire un mio singolo errore che facevo.
isa: *ma a cosa serve vivere? non c'è nessuno che mi vuole bene, a cosa sto a fare nel mondo se rimarrò sempre sola?*
effettivamente non serve a niente, meglio soffrire una volta sola che continuare a soffrire.

mi alzai dal letto e chiusi le tende per cambiarmi, mi misi dei jeans azzurri larghi, una maglia sempre larga blu con il numero "28" scritto in giallo scuro e delle scarpe nike, blu, nere e bianche.
strano pensare che questa sarà l'ultima volta che indosserò dei vestiti vero?
riaprì le tende e presi uno zainetto dove dentro ci misi una corda dura e lunga.

nel frattempo arrivò mia sorella emma, lei ha otto anni, quando ero piccola avevo desiderato di avere una sorellina piccola per giocarci insieme, ma quando è arrivata lei tutto è andato storto.
andata tutto storto anche prima si, però quando è nata mia sorella la situazione si ribaltò completamente.

emma: «ISABELLA!!»
isa: «cosa vuoi?»
mi guardò e aprì il mio armadio buttando in giro per la stanza tutti i miei vestiti, poi si avviò verso la mia scrivania e prese una foto incorniciata in cui c'eravamo io e una mia vecchia "amica", beh diciamo che era stata falsissima con me, si è rivelata essere una stronza che non faceva altro che parlarmi alle spalle con il suo gruppetto, però io ormai mi ci ero affezionata a lei, era la mia unica amica.

tornando al presente, Emma tolse la foto dalla cornice e la fece in mille pezzi per poi successivamente rompere anche la cornice di vetro.
Emma: «HAHAHAAHAH»
poi uscì dalla stanza.

nel giro di dieci secondi la mia camera era diventata un casino, guardai la foto con le mani che mi tremavano, poi alzai la testa e notai che c'era Tom che aveva visto tutto.
con le lacrime agli occhi gli feci un finto sorriso. ci impiegai tutta me stessa per farlo uscire.
era da anni che non sorridevo.

uscì dalla stanza e mi avviai verso l'uscita di casa.
mari: «dove vai?»
isa: «da degli amici»
mari: «da degli amici eh? sappi che ti abbandoneranno anche quelli»

non risposi ed uscì di casa.
mi misi le cuffie nelle orecchie e feci partire la musica.
mi avviai verso il ponte della città, era pieno di macchine che passavano e mi suonavano, dopo quello che è successo a scuola mi faccio solo e solamente schifo. provo solo vergogna per me stessa che non sono riuscita a fare niente quel giorno, sono stata solo capace a farmi ubriacare e drogare.

mi fermai nel punto giusto e tolsi la corda dallo zaino e la lanciai in modo da farla incastrare con il porte, poi formai un nodo e ci misi la mia testa dentro.
ora attorno al mio collo ho una corda, mi misi in piedi sulla staccionata del ponte. ora mi manca solo più saltare.

TOM POV
quando Isabella mi sorrise dalla sua camera il mio cuore ebbe una fitta, capì cosa voleva fare, e io non posso permettermelo.
silenziosamente uscì di casa e la seguì, si era fermata nel ponte più alto della Germania e comincio a preparare il necessario per impiccarsi.

ora è in piedi sulla staccionata e sta per saltare, nessuna macchina che sta attraversando il ponte è interessata alla situazione.
ora tocca a me.

tom: «ISABELLA FERMA»
guardò dritto e chiuse gli occhi come per dire "no per favore"
tom: «NON SALTARE»
isa: «e perché non dovrei?»
tom: «non ti ricordi cosa ti ho detto ieri nello scantinato? forse per te vivere non importa più niente, ma sappi che nel mondo c'è qualcuno che ti vuole bene»
isa: «e chi?»
non fui capace a rispondere a questa domanda, semplicemente avanzai e mi ritrovai dietro di lei, Isabella aveva la schiena rivolta verso il fiume e mi stava guardando dritto negli occhi.

tom: «ascoltami, se proprio quello che ti ho detto non ti ha convinta, sarò costretto a seguirti una volta dopo esserti buttata»
isa: «Tom lasciami fare la mia scelta, per favore. non hai motivo di seguirmi»

tom: «e perché non dovrei aver motivo, non sono come tutte queste persone che se ne stanno altamente fottendo di una ragazzina di undici anni che si sta per impiccare, voglio solo salvare la vita di qualcuno, voglio salvare la tua di vita, per favore Isabella Binch, tu credi sia la cosa giusta ma lo pensi perché in questo momento la fua testa non sta funzionando nella maniera giusta, ma fidati che non è la scelta giusta, per favore, scendi da lì e vieni qui, ti serve un abbraccio»

ISABELLA POV
ascoltai molto attentamente le parole di Tom e mi accorsi che aveva ragione, perciò al posto di buttarmi all'indietro mi buttai in avanti nella braccia di tom, non so come ma è la seconda volta che lo abbraccio e mi sento al sicuro.
ho come la sensazione che mi abbia riparato una ferita.

tom: «vieni, andiamo a casa, ti va di venire a casa mia?»
isa: «va bene..»

CONTINUA...

 ON THE EDGE - TOM KAULITZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora