Lexie si scostò appena da James. Lui la guardò perplesso per una manciata di secondi, ma poi lasciò stare e la baciò di nuovo. Lexie rispose velocemente e con passione, quasi fame di averlo vicino. Si alzarono in piedi, desiderando di averlo fatto nella vita. Ormai non c'era più nessuno intorno a loro. Stranamente le strade di Londra erano sgombre. Solo una figura appariva. Era avvolta in una coltre all'apparenza pesante. Era piccola e quasi scompariva, inesistente.
"Ma cosa...?" Lexie si guardò attorno perplessa. Un attimo dopo, le persone avevano cominciato di nuovo a camminare per i marciapiedi consumati e quei due abbracciati a terra erano scomparsi.
I due ragazzi erano a casa di James.
Era vuota, un bozzolo senza vita al suo interno. La sua larva era scivolata lentamente fuori da quel guscio e ora stava entrandoci nuovamente rientrando, strisciando con la testa bassa.
O forse no.
Le mani di James modellavano il corpo spigoloso che conosceva già. Ma gli sembrava di no. Ormai non aveva più quegli spigoli incrinati dal dolore, no, erano diventate delle forme burrose e calde che lui adorava. Quel figlio che nasceva dentro di lei, la stava cambiando a suo piacimento.
E dopotutto a James piaceva così.
Lexie gli sbottonò la camicia candida e gliela tolse con un gesto fluente e rapido. Lui le tirò giù la zip con ferocia e quasi le strappò l'abito nell'atto di toglierlo. Ormai i loro occhi erano acciecati dal desiderio. Non si ricordavano di essere sposati, o vedovi, nel caso di James, si scordarono che la cerimonia funebre di Emma era stata quel giorno. No, erano solamente due ragazzini di 17 anni ai quali importava solo fare sesso in quel preciso momento. Lexie slegò la cintura di James velocemente. E inevitabilmente il suo pantaloni scuri caddero con un fruscio. Risero insieme, come due bambini.
Erano, finalmente, entrambi nudi.
Stesi sul letto, Lexie sotto e James sopra. Si guardavano negli occhi, sorridevano.
James entrò in lei con movimenti fluidi. Lei strinse il lenzuolo leggero e gemette.
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"Non succederà mai più" lo disse con poca convinzione, mentre le baciava la fronte, poi la punta del naso ed infine la bocca.
"Non succederà mai più" ripetè lei, appoggiando la sua fronte scura a quella chiara di James.
"Non succederà mai più" si lasciarono con una promessa falsa e il sapore dell'altro ancora fresco sulle labbra.
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Christian si chiuse la porta alle spalle. Rimase in quella posizione per qualche secondo, contemplando le persone in quella stanza.
"Ti stavamo aspettando, Christian" Dean posò il sigaro consumato. Qualcuno stava alle sue spalle.
"Chi è?" il tono spezzante del ragazzo era voluto.
"Oh è una vecchia amica" il sorriso dell'uomo brillava in un modo che Christian non riusciva a capire. Dean fece segno con la mano e la donna si fece più vicina, i movimenti, i lineamenti apparivano sempre più conosciuti.
"Ciao piccolo Christian" Catherine mosse appena la mano, un cenno di saluto distaccato.
"Hai messo di mezzo anche lei?" urlò verso l'uomo. Lui non rispose. Fissava un punto fisso della stanza, come se fosse morto. Christian si avvicinò per guardare meglio negli occhi di Dean.
"Lui non ti può rispondere. O meglio, non come vorrebbe lui. Non starò qui a spiegarti come e cosa succede nella mente di tuo nonno, ti dico solamente che ero brava ad Incantesimi" alzò il labbro in modo grave.
"Perciò se non vorrai finire nella sua stessa condizione, ovvero quella di morto che cammina, ti conviene darmi ascolto" si voltò verso il ragazzo che fissava incerto la punta delle sue scarpe. Si passava la mano sulla testa e teneva il contatto con il pavimento. Aveva paura che qualcuno potesse far del male a Lexie e Johanna. Annuì.
"Sapevo che l'avresti fatto. Molto bene. Che il Regno oscuro abbia inizio" il corpo di Dean si accasciò senza vita a terra.
"Ormai non mi serviva più" bevve un sorso del liquore che brillava nel bicchiere davanti a lei e sparì.
Christian rimase per un secondo a guardare il corpo dell'uomo a terra e scomparì anche lui.
Aveva qualcosa di più importante a cui pensare.
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Zayn era seduto su una di quelle sedie scomode che erano n quella camera. Teneva suo figlio in braccio e lo guardava con ammirazione.
"Ciao, ero qui per mio fratello" Christian era sulla porta della camera, con un mazzo di fiori in mano e il mantello ben fissato sulle spalle.
"Lexie sta dormendo. Anche Ryan si è appena addormentato" Zayn si alzò in piedi e gli porse il fagotto. Christian lo prese in braccio dopo un attimo di esitazione.
Nel momento stesso in cui lo prese in braccio riuscì a vedere quello che sarebbe accaduto. Rese il bambino a Zayn e scappò, lasciando i fiori a terra.
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"Tesoro sei pronta? E' stata eseguita poche volte fino ad adesso, è normale che tu sia un po' preoccupata" Neville inarcò il sopracciglio. Lexie annuì decisa. Allora Hermione versò il liquido nel biberon del bambino e glielo fece bere.
"E' una formula antica e abbastanza sconosciuta. Il fiore è stato scoperto da un monaco tedesco circa duecento anni fa. Era un mago, ovviamente. E subito venne a conoscenza dei suoi benefici. Ma i suoi appunti vennero bruciati e per questo quasi nessuno è a conoscenza di questo. A parte me, ovviamente" Neville fece una risata nervosa.
"Quanto tempo serve?" domandò James, che era appoggiato alla colonna in cemento.
"Circa una notte" rispose Hermione, occupata nel dare la pozione al piccolo.
"E per il discorso della sapienza? Come potrà conoscere tanti incantesimi in così poco tempo?" chiese Alice dal fondo della stanza.
"Questo è un discorso un po' complicato. E' più difficile a dirsi che a farsi" concluse Harry secco. Lo guardarono tutti un po' sconcertati per il suo tono.
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"Hai paura Lex?" James le si era accostato mentre gli altri erano occupati a discutere. Era ormai l'alba e tutti aspettavano la grande uscita di Ryan. Lexie stava davanti alla porta della camera che un tempo era appartenuta proprio a James.
"Sono solo un po' agitata. E frustata. Ho avuto due figli e con nessuno dei due sono riuscita a stabilire un vero rapporto durante l'infanzia" rispose lei continuando a fissare il pavimento. James le passò un braccio intorno alle spalle ricurve.
"Andrà tutto bene. Tutto finirà abbastanza presto, non ti preoccupare" quando concluse la frase, la porta alle loro spalle si aprì.
Il ragazzo che ne uscì era alto, forte e bello.
"Buongiorno Ryan" lo salutò con un sorriso Harry.
"Buongiorno a tutti" sorrise lui.
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This our life
FanfictionJames aveva (quasi) diciassette anni. E diciassette lividi, tra addome e braccia e gambe. Il Quiddich a volte era doloroso. Ma il Quiddich era la sua vita. Lui era il cercatore dei Grifondoro. Come suo nonno James e suo padre Harry. Suo padre. Lo am...