Capitolo 2

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Lexie era sbalordita. E ora? James aveva scoperto il suo segreto. James Potter. Forse l'ultima persona a cui lo avrebbe voluto raccontare. Ora lui sarebbe andato a dire che Lexie Thomas aveva un padre ubriaco, una matrigna e perlopiù era ragazza madre

-James perché stavi origliando?- chiese lei tentando di essere più furiosa che mai. Ma non ce la faceva. Era terrorizzata dall'idea che Potter potesse andare a raccontare qualcosa a qualcuno, o peggio a tutti

-Scusa Alexandra. Ero qui, perché volevo stare da solo. Poi ti ho sentito dire quelle cose. Perciò voglio una spiegazione.- rispose lui con calma.

-Non ti devo dare nessuna spiegazione. Sono fatti privati. Tu non sapresti reggere. Andresti subito da Fred Weasley a raccontargli tutto.- continuò lei.

-Se mi darai delle spiegazioni, ti giuro solennemente che non dirò niente a nessuno.- disse lui. I suoi occhi nocciola risplendevano di sincerità. Lexie sapeva che poteva fidarsi.   

-Ok, ma non qui. E io non so altri posti dove potremmo andare.- cedette lei. James sorrise. 

-Io conosco un posto. Hai il cappotto dietro?- chiese lui.

-No, ho solo la sciarpa. Però aspetta; Accio cappotto rosso!- disse lei agitando la bacchetta. Quando furono ben coperti entrambi si incamminarono. Appena fuori da Hogwarts, James strinse dolcemente Lexie a sé e si smaterializzarono all'ingresso della Stamberga Strillante. Il suo posto preferito. Quando voleva stare solo veniva qui. Solo lui e i suoi fratelli conoscevano questo posto. Era il centro riunione de "I Malandrini", il gruppo di cui faceva parte suo nonno James e Sirius Black. E il padre di Teddy, Remus Lupin. A quanto pare, Lupin era un lupo mannaro.

-Che posto inquietante!- disse Lexie, leggermente disgustata dall'aspetto della catapecchia. 

-Beh, in effetti... Però questo posto per me è simbolico. E il posto dove vengo per stare da solo.- rispose James abbozzando un sorriso. Si sistemarono per terra e Lexie cominciò a parlare della sua storia. 

-Quando avevo tredici anni mia madre è stata colpita dall'anatema che uccide. E da lì dovevo stare attenta che mio padre non uscisse di casa. Avevo trovato un elfo domestico che gli faceva compagnia e che seguendo un mio preciso ordine gli impedisse di ubriacarsi. Ma lui riusciva sempre a stare male per via dell'alcool. Non so nemmeno quante volte è stato ricoverato al San Mungo. Solo la preside ne era a conoscenza della storia. Avevamo una di quelle "badanti" di cui il mondo babbano ne è pieno e la tenevamo con lui. Nell'ultimo periodo era migliorato tanto. Poi successe un altro disastro. Era la fine di agosto. Io passeggiavo per le strade di Londra alla ricerca di un posto fresco. Quando a un certo punto mi sedetti sul marciapiede per riposarmi, qualcuno mi prese e mi portò in un posto, non so dove e mi struprò. All'epoca non avevo neanche sedici anni. E ovviamente rimasi incinta. E sempre ovviamente mio padre ebbe la ricaduta. Decisi di tenere il bambino. I mesi della gravidanza furono orribili. Dovevo tenere i liquori solo sotto chiave e darglieli solo quando aveva delle forti crisi. La badante era fuggita, nel frattempo. L'anno più brutto della mia vita. Quando Christian, mio figlio, nacque, mio padre cambiò, quasi per magia. Frequentava una donna Catherine. Una donna veramente adorabile. Solo quando si sono sposati ho capito che potevo finire la scuola tranquilla. Cathy accudisce sia mio padre che Christian. Ora ti ho dato la spiegazione di ciò che hai sentito... Ma sicuramente tu non puoi capire. Tu hai sempre vissuto, e non sopravvissuto. Ovviamente il figlio di Harry Potter ha avuto un'esistenza meravigliosa.!- e concluse col sarcasmo il suo racconto.

James aveva ascoltato tutta la storia. Lexie era veramente sopravvissuta al peggio. E ora anche lui gli augurava una vita bellissima. Mentalmente.

-Non ho avuto una grande infanzia come credi te. Certo non deplorevole come la tua, ma non fantastica. Ho sempre vissuto nell'ombra di due genitori immensi. Ginny Weasley, grandissima giocatrice di Quiddich. Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto, il Salvatore del Mondo Magico. E poi ci si è messo anche Al. Albus Severus Potter. Anche solo il nome ne mostrava la forza. Albus Silente è stato uno dei più grandi maghi di tutti i tempi. Severus Piton è stato un uomo con enorme coraggio. Ha sempre cercato di proteggere mio padre, per amore di mia nonna, di cui papà ha gli occhi. Anche Al. Al ha gli occhi di nonna Lily. Uguali. Io ho gli occhi dei Weasley.  Io non sarò mai bello come Albus. Poi lui èSerpeverde. Astuto, intelligente, amico di Neville Paciock e ragazzo di Alice Paciock jr. E di Lily, che dire. È la bambina di papà. Bellissima, con i capelli di mamma e gli occhi di papà. Fidanzata con l'erede Malfoy. Tutti sanno il nome di Al o di Lily. Il mio no. Spesso mi chiamano "il figlio maggiore di Harry Potter" o peggio ancora "quello grande dei Potter" . Il mio secondo nome è il nome di Sirius Black. Un presunto criminale. E per molti ancora è un criminale. E il primo nome è quello di James Potter. Mio nonno. Un malandrino. Di nome e di fatto. Grandi uomini entrambi, ma non apprezzati da tutti. Io ho sempre cercato di farmi ricordare e visto che con le buone non ci sono riuscito, sto tentando con le cattive. Per questo la mia fama è da playboy.- concluse lui. 

Lexie era completamente assorbita dalla sua bellissima e calda voce. Non ci poteva credere che James soffrisse così tanto. Lei non ci aveva  pensato. Credeva che vivesse nella lussuria. Nello splendore. Non nell'ombra. 

-Scusa se ti ho attaccato. Non conoscevo bene la storia, scusami- disse lei realmente dispiaciuta. Poi successe una cosa che nessun ragazzo le aveva fatto prima. Lui l'abbracciò. Un abbraccio sincero. Pieno di affetto. Inizialmente sorpresa dal gesto, Lexie rimase immobile ma poi ricambiò l'abbraccio. 

-Quindi abbiamo un patto noi due?- chiese lui.

-Certo- rispose lei sorridente

-Amici?- domandò lui.

-Amici. Ma so che essere amica di Colei-che-non-può-essere-nominata è difficile per te, perciò questa amicizia sarà segreta. Ti va bene?- chiese lei, dolcemente.

-Ok. Ah, aspetta ti posso chiedere un favore?-

-Dimmi James- disse lei.

-La vigilia di Natale ci sarà il matrimonio di mia cugina. Verresti con me?- domandò lui

-Va bene. Ah ho sentito che tra poco è il tuo compleanno... Quando?-

-Il 17 dicembre. Il tuo?- continuò lui.

-Il 20. Sempre dicembre.- rispose lei con una risata. 

-Ah, te le sapevi che il 21 ci sarà l'ultima gita ad Hogsmade?- disse lui

-No, te come facevi a saperlo?- chiese lei.

-Ahhh i privilegi dei Caposcuola...- rispose James. 

-Ok Caposcuola... Sarà meglio tornare a scuola? La cena inizia tra venti minuti.-

-Certo Lexie- affermò lui. E si smaterializzarono ai cancelli di Hogwarts. La loro amicizia era veramente iniziata.

-Comunque, caro Potter, per me sei più bello di Albus- disse lei, quasi sussurrando, sperando che lui non avesse sentito. Però James aveva capito. E il sorriso che le fece era il più bello che avesse mai rivolto a qualcuno.

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