-James ti senti bene? – il ragazzo scosse la testa.
-Va’ via mamma. Voglio stare da solo. Domani mi sposo. E’ ovvio che non mi senta bene- Ginny si portò una ciocca fulva dietro l’orecchio. Sapeva di aver perso la scommessa con Harry. E sapeva di dover dire addio al suo figlio più amato. Si alzò dalla sedia e si avviò verso l’uscita, quando James la bloccò.
-No, scusa, non andare via. Ti prego. Ti devo chiedere una cosa importante- gli occhi del ragazzo erano diventati immediatamente scuri. Ginevra si sedette di fronte al figlio.
-Dimmi- disse con calma. Lo sguardo di James era piombato sul bicchiere cristallino che stringeva tra le mani fredde.
-Perché la madre di Lexie è ad Azkaban? – e per la prima volta fissò seriamente la madre. Sembrava quasi impossibile che due persone così diverse si somigliassero così tanto. La pacatezza di Ginevra di scontrava brutalmente sull’irrequietezza di James.
La bocca della madre era rimasta serrata, come se non volesse far uscire tutte le parole che aveva in mente. Troppe parole, troppe emozioni, poco tempo.
Poi quando finalmente schiuse le labbra rosee, le parole le si bloccarono in gola. Il labbro inferiore tremava visibilmente. Chiuse e aprì gli occhi nocciola più volte.
James la fissava, lo sguardo vuoto, insensibile. Le sopracciglia leggermente corrucciate e quelle mani, grandi e calde che stringevano il bicchiere trasparente. Il liquido traballante era di un color ruggine.
Le nocche del ragazzo erano diventate bianche.
Ginny non resse più la pressione e si alzò dalla sedia.
-Non te ne andare e rispondi alla mia domanda- la voce di James era particolarmente dura e tagliente. Era ritornare a guardare il liquore.
-Non lo so, okay? Non so cosa sia successo! Non me lo chiedere più James! – La donna, forse, non si rendeva nemmeno conto di urlare. Fece per andarsene, ma il ragazzo le strinse il braccio in una forte stretta.
-Non te ne andare. E rispondi alla mia domanda- aveva pronunciando questo a denti stretti, quasi ringhiando.
Ginevra non l’aveva mai visto così. Non sapeva in cosa si fosse trasformato il figlio.
Ma sapeva cosa lo consumasse. Sapeva cosa stava rodendo dentro di lui. Quella rabbia, quegli occhi scuri. Li aveva già visti, troppe volte.
-Rose era una delle mie migliori amiche. Potrebbe esserlo tuttora se non fosse per quell’idiota che l’ha spinta in prigione. Rose proviene da una stirpe fin troppo famosa per la sua malvagità. Rose ha nel suo sangue babbano, sangue magico, di Voldemort, come ben saprai. Quando rimase incinta, girava una maledizione che riguardava la sua famiglia. La maledizione di Christian. Dean la spedì in prigione. –
-Ma Dean era suo marito! – esclamò James. Ginny annuì.
-Dean aveva paura. Quando nacque Alexandra la bambina fu portata al padre e la moglie stava per essere rilasciata, ma Dean accusò la moglie di un altro crimine. Aver rubato l’erede Lestrange.
Nessuno ha mai saputo chi fosse veramente l’autore del crimine, ma io sono sempre stata sicura sul fatto che fosse stato Dean. E’ una delle mie più grandi sicurezze –
Lo sguardo della donna non era fiero come sempre. Lo sguardo era uno sguardo perso.
-E questo è successo ovviamente prima del tradimento- disse James con un filo di voce.
-Di cosa stai parlando? Di quale diavolo di tradimento stai parlando? – chiese Ginny.
-Oh, ma per favore. Mamma, Al e Lily erano piccoli, ma io capivo. Era troppo strano che tu uscissi ogni mercoledì, con la stessa persona. Tutti i mercoledì ci lasciavi con Victorie, perché papà aveva da lavorare fino a tardi, per fare i corsi. Io per un po’ l’ho bevuta. Poi qualcosa ha iniziato a non tornarmi – Ginny piangeva, piangeva come non mai.
-James non capisci, era per lavoro…- il ragazzo non le fece finire la frase.
-Che lavoro? Mamma tu giocavi nel Quiddich! Gli allenamenti non li facevate mai alle nove la sera, fino a prima!- James urlava. Urlava così forte che Al si affacciò a controllare cosa stesse succedendo.
-Mamma, James, cosa succede? – domandò con voce impastata dal sonno.
James si voltò verso il fratello, con gli occhi iniettati di sangue.
-James, cosa ti succede? JAMES! – il fratello era uscito bruscamente di casa.
James percorreva una strada che sapeva a memoria, ormai.
Entrò in un pub, tirando un sospiro di sollievo, nel sentire che il suo naso congelato non era più tale.
Si tolse il cappotto, e si diresse al bancone.
-Tequila, per favore- disse al barista. Negli ultimi tempi aveva imparato a conoscere tutti i drink babbani e pensava che non fossero tanto male. Ma in assoluto preferiva la tequila e lo scotch.
Si scolò il contenuto del bicchiere e ne chiese un altro.
Nel frattempo Lexie era entrata nel suo pub di fiducia. Era stata una giornata fin troppo lunga. Zayn probabilmente era a casa, cercando di chiamarla. Si avvicinò al bancone e chiese uno scotch, il preferito di Zayn, pensò. Prese il bicchiere di cristallo e si voltò.
Non l’avesse mai fatto. James era accanto a lei, gli occhi iniettati di sangue, le labbra secche, il naso arrossato e leggere occhiaie. Lexie rimase pietrificata, finché anche lui si voltò e la vide.
-James – sussurrò lei, con un filo di voce. Lui ammiccò qualcosa con le sopracciglia, prima di baciarla.
||Spazio autrice|| scusate di nuovo ritardo... Mi dispiace, ma scrivere sta diventato sempre più difficoltoso, visto che ho poco tempo. Comunque, che ne pensate?
un bacio,
I_really_love_me
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This our life
FanfictionJames aveva (quasi) diciassette anni. E diciassette lividi, tra addome e braccia e gambe. Il Quiddich a volte era doloroso. Ma il Quiddich era la sua vita. Lui era il cercatore dei Grifondoro. Come suo nonno James e suo padre Harry. Suo padre. Lo am...