Capitolo 11

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Lexie sorseggiava il cappuccino bollente. Lo amava. Amava il gusto amaro del caffè scorrergli giù per la gola. Andrò in Italia un giorno, solo per mangiare. Pensò sorridendo sotto i baffi. 

Zayn si era acceso una sigaretta, osservando le macchine che passavano nella strada. Aveva gli occhi oscuri assottigliati e le sopracciglia aggrottate. Quando dalle sue labbra rosee uscì la prima boccata di fumo, Lexie sospirò. Quello era il peggior difetto di Zayn. Il fumo. 

-Vuoi che la spenga?- chiese gentile lui. Lexie sbatté le ciglia lunghe come per risvegliarsi da un sonno. Avrebbe preferito che lui la spegnesse. Ma si sentiva egoista a dire di sì. Scosse la testa. Zayn sorrise e spense la sigaretta.

-Perché lo hai fatto?- chiese Lexie.

-Sapevo che lo volevi. So che tu mi odi quando fumo- e sorrise. Quel sorriso era troppo magico. Zayn allungò il braccio verso di lei, col pollice allungato. Quando le poggiò il dito sulle labbra di lei, Lexie chiuse gli occhi. 

-Avevi le labbra sporche- disse lui, tenendo il pollice appoggiato sull'angolo della bocca della ragazza. Tra di loro cadde un silenzio imbarazzato. Lui aveva ancora la mano sul viso di lei. E non voleva toglierla. E lei preferiva così. Poi all'improvviso Zayn tolse bruscamente la mano. E fissò il vuoto. Era già successa una cosa del genere. 

"Zayn!" Lexie correva più veloce che poteva. Le scarpe erano da buttare ormai. I jeans mezzi, uguale. Era un settembre particolarmente piovoso. Zayn le correva incontro, muovendosi meglio che poteva, visto che indossava il completo da lavoro. Aveva l'ombrello, lui. Quando si scontrarono lei lo abbracciò tremante. E lui ricambiò. Non gli importava della pioggia e che il vestito fradicio fosse costato un'enormità. Quell'abbraccio era senza prezzo.*

Sì. Zayn aveva capito in quel momento quanto Lexie fosse indispensabile nella sua vita. 

-Zayn andiamo a fare un giro?- chiese lei alzandosi e raccogliendo la borsa. Zayn annuì.

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Jennifer accarezzò la stoffa pesante del suo abito bianco. Sì. Abito bianco. Da sposa. 

Non si sarebbe mai immaginata di sposarsi. Né tantomeno a venti anni. Né con Fred Weasley jr. Appoggiò la mano delicata sul ventre che iniziava ad essere sporgente. Non era prevista. Assolutamente una gravidanza non era prevista. Ma è successa. A venti anni. 

Non si sarebbe mai immaginata che un semplice invito al ballo sarebbe diventato vero amore. Sì perché si amavano. 

-Hei, tesoro, la vuoi una tazza di the?- Lexie si era affacciata alla porta della camera da letto di Jennifer. Fred stava con James, il suo testimone, fino al matrimonio. Mentre Jen con Lexie, Alice, Lily ma qualche volta Zayn andava a trovarle. Jennifer adorava Zayn. Era un ragazzo per bene, alla fine. Jennifer lo preferiva a James. Sì era un pochino più misterioso, ma era più tranquillo e meno sfacciato. Nei suoi sogni Jen sperava che un giorno lui e Lexie si sposassero. Con gli occhi sognanti si voltò verso l’amica.

-Sì, grazie. Ora vengo giù- rimise a posto l’abito e scese le scale con l’amica. Manca solo un giorno.

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Johanna si stava asciugando la folta chioma riccioluta e scura. Forse era l’unica cosa che aveva preso dal padre. I capelli. Suo padre. Aveva sempre amato suo padre. O perlomeno fino a sedici anni quando le ha veramente voltato le spalle, per poi morire. Lo ha sempre ritenuto un debole. Non lo immaginava come un grande uomo, bensì come un traditore. Come la maggior parte delle persone del mondo magico. Per quanto riguarda sua madre, sarebbe quasi meglio non parlarne. L’ha abbandonata. Perché lei era la figlia illegittima. Quella che non sarebbe dovuta sopravvivere a lungo. Forse sua madre non era una grande persona come la immaginavano tutti. Delle piccole goccioline d’acqua le scesero sulla fronte chiara. Christian non si sarebbe sentito come si sentiva lei. Sì il piano di mio marito deve funzionare.

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-LEXIE DOVE CAVOLO SEI?- Jennifer urlava da tutta la mattina. L’agitazione era salita alle stelle. Era il giorno del suo matrimonio. La damigella d’onore apparve facendo frusciare l’abito verde.

-Di cosa hai bisogno Jenny?- chiese frettoloso.

.- I fiori?! Dove cavolo sono i fiori?!-  Lexie rise di gusto.

- Jenny sono lì accanto a te. Hai chiesto se te li portavo due minuti fa- l’espressione tesa sul viso di Jennifer si rilassò.

 - Scusa, Lex. Sono agitata al massimo-

Due ore dopo

Lexie avanzava lungo la navata con un sorriso sulle labbra. Aveva incrociato gli occhi scuri di Zayn. Ora era tutto in discesa. Ma si sbagliava di grosso. Quando vide un paio di occhi nocciola ebbe un tuffo al cuore. James era lì. Ovvio, cretina, è il testimone. Anche lo sguardo di James era triste. Ma poi con grande forza d’animo lui rivolse lo sguardo alla fidanzata. Che, con grande dispiacere di Alexandra, aveva un diamante all’anulare sinistro. Lexie rivolse uno sguardo triste a Zayn che le rivolse il suo migliore sorriso. Si sentiva già molto meglio.

Il momento del ballo era il preferito di Lexie. Anche se lei se ne stava seduta in un angolo con un bicchiere di champagne in mano. E pensava. Pensava a Christian. Suo figlio. Un pensiero terribile si fece avanti nella sua mente. E se fosse morto? Delle lacrime si fecero posto sul suo viso scuro.

-Non dovresti piangere in un giorno come questo. Poi ti si rovinerebbe il trucco-. Lexie riconobbe immediatamente il proprietario di quella voce calda e confortante. Zayn. Lei rise.

-Vuoi concedermi questo ballo?- disse lui porgendole la mano ambrata. Lexie annuì.

Lui le cinse i fianchi con le sue splendide mani da pianista. Lei avvolse le sue braccia attorno al collo del ragazzo. Era un lento. Lexie amava quella canzone. Per un momento non pensò a niente, a parte Zayn.

James si teneva stretto la sua adorata Emma. Forse la stava stringendo troppo. Cosa ci faceva Lexie con quel ragazzo, babbano? La rabbia ribolliva dentro di lui. Ma anche dentro Lexie, che colta da una spinta quasi di vendetta baciò Zayn.

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