Harry percorreva un corridoio stretto e lungo. Le pareti erano ricoperte da una vomitevole carta da parati, completamente ricoperta da muffa. Il corridoio che conduceva all'Ufficio dei Misteri, non era sei migliori. Sentiva il calore avvamparlo e alcune goccioline di sudore scorrergli velocemente sulle tempie. La vena gli pulsava prorompendo dal collo rimasto esile.
La fine del corridoio sembrava assai remota, ma una porta scrostata segnava la fine del suo percorso. Aprì la scricchiolante porta ed entrò. Gli sembrava troppo facile. Normalmente la porta doveva essere controllata... Ma la risposta alla sua domanda arrivò prontamente. Phil, il sorvegliante, era stato schiantato.
Harry, proseguì, mentre sentiva il sudore freddo scorrergli lungo la schiena pallida.
-Ragazzina prendi la profezia- Harry sentì una voce untosa dire queste parole.
-Mai! Non lo farò mai per voi!- Lexie urlava con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Harry sentì il pianto disperato di Christian che chiamava la madre.
"CRUCIO" la figura incappucciata aveva puntato la bacchetta contro la ragazza.
-Ma sei idiota?- l'altra figura, quella che sembrava essere a capo dell'organizzazione, di voltò severa verso il compagno. Poi si rivolse nuovamente a Lexie.
"IMPERIO" Lexie gridava. Ma la maledizione era più forte di lei. Le sue mani stavano toccando il vetro liscio della sfera... Conteneva la profezia. Harry osservava la scena da dietro la porta... Non appena la ragazza consegnò la profezia alla figura incappucciata, Harry uscì fuori e puntò la bacchetta verso la persona misteriosa.
"Stupeficium" gridò. Ella cadde a terra e la profezia rotolò nella direzione di Lexie. La ragazza la raccolse e la lanciò a Harry. Era tutto vero. Christian era il nuovo Signore Oscuro.
Una fitta alla cicatrice fece piegare in due l'uomo. Voldemort stava rinascendo. Quel bambino andava eliminato.
Gli incappucciati scomparirono portandosi Chris con loro, mentre Lexie era stesa per terra, ferita, e piangente. Harry, l'aiutò a tirarsi in piedi e a portarla a casa.
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"Il primo erede maschio della dinastia, sarà destinato a far risorgere il Signore Oscuro. Solo la morte prematura potrà fermarlo. E l'unione del sangue sporco della creatrice col sangue del Salvatore a ucciderlo"
James e Harry avevano ascoltato quelle parole una miriade di volte. E tutte le volte James non riusciva a capire... La morte prematura secondo il padre era prima dei cinque anni. Lexie era confortata da Ginny sulla poltrona di fronte al divano. La ragazza non riusciva a concepire il fatto che il suo adorato figlio dovesse morire, per forza.
-Ma che vuol dire l'ultima parte?- chiese per l'ennesima volta James.
-Non lo so... Dobbiamo farla sentire a Hermione- disse Harry passandosi la mano sulle palpebre stanche.
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-Cosa significa, Hermione?- chiese Harry, mentre accompagnava la cognata alla clinica. La donna si era decisa ad abortire.
-Harry, penso che Lexie debba rimanere nuovamente incinta... E il sangue del Salvatore è il tuo sangue, e quelli di James e Al. Quindi, dovrai diventare nonno!- disse Hermione sorridendo, un sorriso tirato, triste.
-No, non è possibile. James e Lexie non stanno più insieme. Lui non ha sopportato la bugia. Ha paura che lei lo tradisca... O cose simili- disse Harry. Da una parte sollevato, da una parte realmente dispiaciuto.
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Aveva un lungo abito nero. Stretto sotto il seno esile. La sua figura era totalmente nascosta da quella veste. I capelli scuri erano raccolti in una treccia laterale. Una ciocca ribelle ciondolava sull'orecchio. Le labbra sottili erano tinte da un rosso mattone scuro e gli occhi erano pesantemente truccati con ombretto e mascara neri. Le sue mani sottili stringevano un bicchiere di Whisky Incendiario, appoggiato sulla mensola del camino. Il fuoco davanti a lei gli bruciava le gambe, ma era l'unico modo per riscaldarla. Sembrava che agosto appena terminato non facesse alcun effetto sulle pareti gelate della casa. Le unghie laccate ticchettavano sulla parete del camino. Il silenzio che dominava sulla stanza fu interrotto dai passi di un'altra persona. Un uomo sulla quarantina entrò nella stanza, tenendo un bambino in braccio.
-Si è appena addormentato- disse con voce profonda. L'espressione della donna si rilassò leggermente.
-Dammelo- disse porgendo le braccia verso il marito.
-Cosa vorresti fare col bambino?- chiese lui.
-Lo accudirò come se fosse mio figlio. Deve sapere molto della magia oscura. Anche se mio padre non ne sarebbe felice- disse lei abbassando lo sguardo su Christian. Lei avrebbe fatto il genitore. Suo padre non lo era mai stato con lei. Suo padre la odiava. Credeva che quegli occhi troppo verdi gli facessero del male. Lui diceva che gli ricordavano la madre. E così lei era cresciuta in un orfanotrofio. Era andata ad Hogwarts. Aveva parlato con suo fratello. E ora si dedicava alla Magia Oscura. Forse per vendetta. Forse per orgoglio. Forse per colmare il suo vuoto d'affetto. Aveva sposato l'erede Lestrange per non apparire sfigurata davanti agli altri. E poi da ultima della fila era diventata il capo dell'organizzazione... Ma lei era sempre alla ricerca di se stessa. Johanna non si conosceva
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This our life
FanfictionJames aveva (quasi) diciassette anni. E diciassette lividi, tra addome e braccia e gambe. Il Quiddich a volte era doloroso. Ma il Quiddich era la sua vita. Lui era il cercatore dei Grifondoro. Come suo nonno James e suo padre Harry. Suo padre. Lo am...