14 - Giudizi universali

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Andrea

Dopo una mezz'ora sento il peso di alcuni passi salire le scale e un leggero tonfo sulla porta. In sotto fondo giudizi universali risuona lenta.

«Avanti!»

La faccia sorridente di mio fratello entra nel mio campo visivo. E' incerto il suo sguardo, ma il suo sorriso equilibra il mio umore nero.

«E' pronto in tavola. Tutto bene?» si rivolge a me come un genitore e quando lo fa lo odio un po'. Ha bisogno, sempre, di avere tutto sotto controllo.

«Arrivo, dammi cinque minuti, passo dalla cantina a prendere una bottiglia di vino.»

Mi sciolgo dal suo sguardo e lo supero. La cantina è posta sotto il vano della cucina, riesco a sentire la voce soffusa di Ginevra che canta qualcosa e l'arrivo di Giulio. Mi intrattengo più del dovuto cercando dentro di me un filo di razionalità a l'emotività che mi investe quando sono qui.

«E' successo qualcosa con Andrea? Vi ho lasciato soli per conoscervi, non per farvi arrabbiare. Tu sei strana, lui più di te.» è Giulio che parla avvicinandosi al punto in cui Ginevra cantava fino a poco fa. Un rubinetto si chiude.
«Niente di che, io sto bene Giulio.»

Sento i loro passi avvicinarsi e l'anima burrascosa di Giulio combattersi. Siamo così simili in questo. Io e mio fratello. Quando Maddalena per me era solo una compagna di classe, quando non sapevo giustificare il battito del mio cuore e le lotte interiori per allontanarmi da lei. Giulio non lo vede, io riesco a percepire tutto il loro bellissimo casino, questa luce che li investe a fasi alterne. Ma la mancanza di luce non ha spessore. Come quando diventa tutto buio e non distingui più i lineamenti, le rifiniture di persone, cose, luoghi, ma non ti importa, perché sai che ci saranno, nonostante l'ombra. Con Maddalena ci piaceva immaginare che assumesse lo spessore della superficie dove manca la luce ogni qualvolta si chiudono gli occhi. Un po' come la mancanza che assume la forma di gesti, sguardi, parole e profumi che non ci sono più. Tutto prende forma e scava nell'ombra.

"Sarò la tua ombra ogni qualvolta che ti mancherò"
diceva Maddalena. Ripeteva sempre che non si vive di se e di ma. Io però con lei, i nostri se ed i nostri ma ci ho vissuto intere vite meravigliose. Ed è stata sempre la vita giusta.

Adesso, non la sento più così giusta e forse è per questo che temo per Giulio e un po' per Ginevra. Vivono nell'inconsapevolezza di un sentimento che da fuori si vede benissimo. Non percepiscono il pericolo di finire al buio senza esser consapevoli di trovare l'uno la mano dell'altra.

Mi sento richiamare. La smania di Giulio di avere tutto sotto controllo, eccola di nuovo.
«Andre, dove sei finito?» lo sento arrivare nella mia direzione.
«Eccomi» urlo dalla cantina.
Ci ritroviamo faccia a faccia in soggiorno e lui non sorride.
«E' successo qualcosa con Ginevra?» mi dice nervoso.
«Cosa dovrebbe esser successo Giulio?»
«Era nervosa, non lo so. Ammutolita.»
«Giulio, l'ho appena conosciuta.»
Primo colpo allo stomaco. Bugia numero uno.

Ci dirigiamo in cucina, lei è ferma alla finestra. In un primo momento credo che stia guardando fuori, ma il suo sguardo è ben piantato altrove: sulle foto appese nella parete accanto. Foto che mi ritraggono, felice, una vita fa. Con Maddalena.

«Tutti a tavola.» sorride Giulio, ignaro della situazione imbarazzante in cui ci stiamo mettendo. Prendo il cavatappi dal cassetto e apro la bottiglia di vino. Per una buona manciata di minuti, si sentono solo forchette e bicchieri sbattere.

«Non ricordo di aver mangiato così da una vita.» dico sorridente.

«Sei stato via troppo a lungo.» risponde lui con un velo di tristezza che gli appanna gli occhi. 

Gli sorrido, perché è l'unica cosa che sono in grado di fare.

«Manca anche a me.»
Io non ho il coraggio di guardarlo in faccia. Di accogliere il suo dolore. Perché sono un'egoista. Egocentrico. Ho sempre e solo vissuto la mia parte di sofferenza senza guardare ciò che mi ero lasciato indietro scappando da tutto e tutti. Era diventata una sorella per lui. Un rapporto che non avrò mai il coraggio di capire probabilmente.

«L'importante è che Maddalena rimanga qui e nel tuo cuore. Questo mi basta.»
Ginevra ci guarda ma non domanda.
Io mi assento ed esco fuori.

GinevraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora