Nel 2018 quando ho iniziato a scrivere Ginevra, ero spaesata. Uscivo da un rapporto d'amicizia, devastata dalla mancanza e dal fatto che l'altra persona mi avesse messo di fronte ad una scelta che non potevo e non volevo prendere ma che mi ha obbligata a fare. Quando di mezzo c'è l'intimità anche di una sola parola, tutto diventa...troppo.
E quindi quel tumulto, lo avevo riversato in questo testo che all'epoca aveva poco più di cinque capitoli. Ed era nato e concluso con quelle poche righe a comporlo.
Negli anni si è aggiunto qualche pezzo ma non ho mai avuto la pretesa di trasformare Ginevra in un romanzo completo. No. Io avevo solo bisogno di sfogare quella scelta obbligata che non avrei mai voluto fare.Questo per dire che Ginevra è un viaggio diverso, lo è dalla sua nascita. Non ho mai voluto scrivere libri per farli diventare qualcosa di già visto o romanzi eterni d'amore. Io non so come si scrivono storie, non ho mai voluto imparare a farlo, perché da qualche parte nel profondo so che i schemi della vita generale poco mi appartengono. Ciò che è me, è scrivere ciò che mi accade, romanzando, certo, ciò che vive il mio cuore e soprattutto la mia testa.
Sono felice, che questo viaggio si sua concluso così, improvvisamente, quando non ci pensavo più. Un po' come è stata la sua nascita. E ringrazio tutte quelle persone che prima o dopo sono approdati qui tra le mie parole e mi hanno sostenuta, incoraggiata e accarezzata con i loro commenti e il loro sostegno.
Grazie.E grazie Ginevra, per il tempo che mi hai donato per assorbire e metabolizzare quella parte della mia vita, per aver fatto parte di me, per esserti data la possibilità di esser scritta.
Con affetto,
Serena
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Ginevra
Historia CortaLa bellezza di Ginevra, Andrea, l'ha percepita nei suoi occhi. Vacui, spenti, vuoti. Pieni di domande a cui avrebbe voluto rispondere senza tante pretese. Seduti ad un tavolino di un bar, con un caffè disgustoso davanti ogni trentaquattresimo giorno...