Andrea
Non so come proteggerla da tutto questo. Il mio casino sembra investirla e lei sembra lasciarsi investire. La sento discutere con Giulio e non posso fare a meno di incolparmi per questa situazione assurda.
E' entrata dentro di me e sono rimasto impotente a sentirmela crescere dentro.
Sembra così giusto questo incessante battersi per lei, questa voglia viscerale di sentirmela addosso come questo abbraccio, sbagliato, prolungato. Un battito irregolare ed un respiro mozzato.
E' tardi quando ci accorgiamo che Giulio è rientrato e ci sta fissando, forse senza vederci veramente.
Sta fermo sulla cornice della porta d'entrata, con sospiri lenti si porta una mano tra i ricci. Il suo volto è incredulo. Mi alzo e lascio che Ginevra si accorga di lui.
«Che sta succedendo qui? Che ci fai tu qui?»
Il mio sguardo si sposta su Ginevra che impallidita, trema visibilmente.
«Io..» inizia ma si azzitta subito.
Si abbraccia si mette in posizione eretta e senza guardare nessuno dei due dice
«Ho bisogno un momento da sola. Potete andarvene?»Giulio è fuori in pochi secondi sbatte la porta, lo seguo defilato e lo chiamo a gran voce.
Non mi sta a sentire, si dirige verso la dependance dietro casa nostra, entra, prende le sigarette ed esce.
Mi guarda e aspetta.
«Non è una storia che spetta raccontare a me, ma lo farò, nella mia parte. L'ho conosciuta anni fa ad una festa dove ero venuto a prendere te.»
Il suo volto si illumina, si ricorda. Gli faccio segno di non parlare perché se non lo faccio adesso, parlare, poi non so se troverò il coraggio.
«No, non ricordavo fosse lei la tua Ginevra. So che te lo stai domandando. Il mio errore è stato quello di innamorarmene subito. Ho riconosciuto questo sentimento forte strapparsi dentro di me e giorno per giorno rilasciare...felicità. Ed è strano, perché dopo Maddalena, non c'era rimasto spazio per altro. O almeno così credevo.»
Il suo volto è segnato, si indurisce. Mi guarda da lontano. Si lascia perdere nel giardino pur di non vedermi.
«L'ho conosciuta anni fa e ogni trentaquattresimo giorno dopo quell'incontro ci siamo visti. Stavamo la nottata a parlare, a guardarci, a stare in silenzio davanti quel caffè disgustoso che ci propina Nando ogni volta.»
«Ecco perché sembravi sconvolto quando è venuto fuori Nando l'altra sera.»
Annuisco.
«Poi non ci siamo visti per un po perché tu gli avevi fatto un discorso su quanto fosse strano il nostro rapporto. E' tornata mesi dopo e ci siamo baciati. Da lì, di nuovo zero contatti. Io non sapevo nulla di lei e lei non sapeva nulla di me. Fino alle festa di papà.»
Traggo un respiro.
«Sa di Maddalena?»
Spalanco gli occhi. E' un no debole quello che mi esce dalle labbra.
«Glielo devi dire. Lei crede tu abbia una moglie. E lo crede perché io gliel'ho fatto credere.»
«Che significa?»
«Ho visto la tensione tra voi due Andrea, non capivo perché, ma adesso è tutto più chiaro. Io di Ginevra sono geloso quindi potrei averle fatto intendere qualcosa che non è vero. Ci sono cresciuto è una persona che mi piace avere nella vita. E adesso la nostra vita mi pare un assoluto casino.»
«Niente di irrisolvibile.» dico con assoluta certezza.
«Vaffanculo Andrea, non siamo un contratto da risolvere, parliamo di sentimenti e di persone vere.»
Nell'aria in lontananza risuona when the party's over.
«Lo so, ma io non so come fare...»
Un colpo di tosse ci fa voltare tutti nella sua direzione.
Ginevra ci guarda e sembra pronta a parlare.
In quel momento ho pensato a quanto il destino alle volte fa sembrare le storie d'amore una foto sgualcita di amanti che si sono amati, ma che ad un certo punto difficilmente si sarebbero riconosciuti.
E avevo la sensazione che se io mi fossi impegnato abbastanza a correggere i miei rimpianti forse lei avrebbe imparato a non scappare più lontana.
Non sapevo ancora, che la risoluzione al nostro amore era dietro l'angolo.
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Ginevra
Short StoryLa bellezza di Ginevra, Andrea, l'ha percepita nei suoi occhi. Vacui, spenti, vuoti. Pieni di domande a cui avrebbe voluto rispondere senza tante pretese. Seduti ad un tavolino di un bar, con un caffè disgustoso davanti ogni trentaquattresimo giorno...