Ginevra
La notte passa lenta. Letto scomodo, pensieri che si fanno la lotta.
Andrea non mi ha seguita. Giulio non ha fatto capolino come è solito fare quando dormiamo nello stesso edificio.
Lascio spazio a pensieri che mai prendono contorno quando lascio che la mia mente sfiori Giulio in veste di qualcuno che è adesso, nella mia vita.
Non esiste un posto in cui io mi senta al sicuro e lui, nonostante le insicurezze che si porta dietro, mi fa sentire protetta, meno sbagliata.
Quando l'orario inizia a sfiorare le sfumature dell'alba fuori, mi alzo e faccio una doccia calda.
Lascio che i capelli bagnati si asciughino all'aria, decido di preparare la colazione. Per tornare alla normalità ci vogliono azioni quotidiane, dice sempre Nando.
L'unica cosa che mia madre mi ha insegnato è stata l'azione di correre, scappare dalle situazioni era il suo modo per dire al mondo di non essere coraggiosa, di prendere tutto sotto gamba poi qualcuno ci avrebbe pensato. La notte in cui casa mia è andata a fuoco portandomi via tutto, io ho corso. Lontano da me stessa e da lei. Lontana dalla mia vecchia vita augurandomi di averne una più bella. Ed effettivamente poi è arrivata, la vita bella. Con Giulio. Ma gli insegnamenti anche se provengono da persone lontane non smettono di insinuarsi sotto pelle. E così sono scappata perché so farlo bene. Essere qui però mi rende solo sbagliata. Vorrei trovarmi in un altro luogo. Lontana da questi due fratelli che mi mandano totalmente in confusione.
Vado in salotto, in attesa che uno dei due si faccia vivo e i miei occhi cadono nella libreria che ieri sera non avevo notato. Ci sono un sacco di vinili ed il mio cuore fa una capriola. Ad occhi chiusi mi avvicino e tendo la mano. Il primo che tocco è di Mina. Lo metto su, e nella stanza risuona "Mi sei scoppiato dentro il cuore". Inizio a volteggiare e i mie nervi si calmano. E' un processo meraviglioso quello che la musica fa alla mia pelle. Sento in lontananza dei passi raggiungermi. E mi viene da sorridere. La risata di Giulio risuona in lontananza finché non mi raggiunge e non iniziamo a ballare insieme.
«Perché non può essere sempre così?» Gli sussurro nei continui volteggi.
«Così come?» mi urla lui.
«Così. Guarda cosa fa la musica, rende liberi.»
E inizio a cantare
«E non lo so perché, all'improvviso, all'improvviso...»
Lui inizia a ridere ed io con lui. Questi siamo io e Giulio, penso. Non voglio aprire gli occhi e vedere la sua faccia. E constatare con i miei occhi che lui non si ricorda cosa mi ha detto ieri sera.
Un rumore alla nostra sinistra ci ferma, e tutto ripiomba improvvisamente alla realtà.
Andrea è lì con i sui occhi sorridenti.
«Non volevo interrompervi, continuate, sembrate così...in pace.»
E con la parola pace si ferma nei miei occhi, pietrificati.
«L'ho trovata in queste condizioni anche io.» si diverte Giulio.
Li fulmino entrambi con lo sguardo e mi congedo dicendo di andare a mettere su la moka per fare il caffè.
«Dobbiamo rientrare oggi pomeriggio» dice Andrea improvvisamente durante il caffè. «ho delle faccende da sbrigare in ufficio.»
«Anche noi dobbiamo studiare.» riferisce Giulio con un ghigno strano.
«Ma quanto ho bevuto ieri sera? Ho un mal di testa. Spero di non esser stato molesto.» continua.
Andrea inizia a tossire.
Io vorrei piangere.
Non si ricorda niente.
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Ginevra
Cerita PendekLa bellezza di Ginevra, Andrea, l'ha percepita nei suoi occhi. Vacui, spenti, vuoti. Pieni di domande a cui avrebbe voluto rispondere senza tante pretese. Seduti ad un tavolino di un bar, con un caffè disgustoso davanti ogni trentaquattresimo giorno...