Capitolo 5

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Pov ~Liam~
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Adesso, avrei solamente dovuto distrarmi e partire, andando lontano da lì per qualche giorno.

Almeno saremmo rimasti in santa pace.

Aiutai la ricciolina ad apparecchiare per il pranzo e poi andai a prendere Matt in salotto.

«Hai fame piccola peste?» gli chiesi e lui scosse la testa, cercando di continuare a guardare il televisore, dato che c'ero davanti.

«Come no, ora faremo una bella pappa»
«Noooo» sorrisi e lo presi in braccio.

Affondò la testa nell'incavo del mio collo, abbracciandomi
«Tanto non mangio» certo come no, sua madre non glielo avrebbe permesso.

«Facciamo i capricci oggi?» disse prendendo il sediolone
«Ma io sono grande mammina!» scoppiammo a ridere.

«Allora oggi mangerai a tavola con noi, va bene?» dissi e lui annuì contento.

La ricciolina scoppiò a ridere quando lo feci sedere sulla sedia, la testa di Matt era praticamente scomparsa.

«Forse ci andrebbero questi» disse con dei cuscini in mano.

Lo presi di nuovo in braccio e lei li sistemò
«Proviamo di nuovo» dissi
«UFFA» scoppiammo a ridere e alla fine creammo una torre di cuscini.

Lo facemmo sedere in mezzo a noi, per la paura che potesse cadere e parlammo del più e del meno.

Dovettimo fare non seppi quanti giochi per far mangiare qualcosa a Matt e appena finito di mangiare, crollò tra le braccia di sua madre.

Era seduto in braccio a lei, che nel frattempo gli accarezzava i capelli e guardava nostro figlio come la cosa più preziosa sulla faccia della terra.

Sorrisi come un ebete nel guardarli, non avrei saputo desiderare famiglia migliore.

Mi alzai, dando un bacio sul capo alla ricciolina e poi iniziai a sparecchiare
«Che stai facendo, ti aiuto» bisbigliò per non far svegliare Matt, ma scossi la testa
«Tra poco partiremo, è meglio che lui riposi» sorrise.

Una volta che ebbi finito di riordinare, andai dalla ricciolina che nel frattempo aveva portato Matt nel suo letto.

«Dorme ancora?» chiesi mettendomi a terra in ginocchio accanto al letto.

«Fortunatamente si, era da un po' che non dormiva così bene» rispose e sorrisi iniziando ad accarezzargli la coscia.

Si voltò verso di me
«Dovremmo finire di preparare le valigie» annuii e poi facendo attenzione, ci alzammo e uscimmo dalla camera.

La presi in braccio e sobbalzò
«Amore!»
«Dimmi» non mi rispose e poggiò la testa sul mio petto.

Entrammo in camera nostra e la feci sedere sul materasso.

«Allora, vediamo un po'» dissi aprendo la sua valigia, per vedere cosa ci aveva messo dentro.

Afferrai dei progetti e glieli feci vedere alzando un sopracciglio.

Dovevamo partire per distrarci dal lavoro e lei portava con sé i progetti?
«Tralasciando il motivo per cui stiamo partendo, ma vorresti spiegarmi dove avresti trovato il tempo per rivisionarli?» si morse il labbro non sapendo che dire e poi venne verso di me.

«Ho l'ansia di non riuscire a portare i lavori a termine»
«Hey, abbiamo tutto il tempo che vogliamo, niente ansia, capito?» dissi dandole un bacio sulla fronte.

«È più difficile di così» calò lo sguardo mentre io lo cercavo in continuazione.

«Ascoltami...» la presi in braccio e poi ci mettemmo sul letto, in modo che la potessi abbracciare.

«Sto bene Liam» sorrisi e scossi la testa.

Non stava mai bene nonostante avesse H24 un sorriso stampato sulle labbra, cercava sempre di cavarsela da sola, ma adesso non riusciva e io sentivo il costante bisogno di aiutarla in qualche modo.

Gli accarezzai i capelli e la strinsi a me
«Sai che puoi dirmi tutto quello che ti turba vero?» annuì
«E puoi farlo anche adesso» continuai e lei si alzò, poggiando la mano sul mio petto e poi mi diede un bacio a stampo.

Mi accarezzò la guancia e addolcì lo sguardo
«Non devi preoccuparti per me, queste cose passano e comunque ho sempre vissuto con l'ansia, non mi cambia nulla»
«Ma possiamo affrontarlo insieme, non posso non preoccuparmi, vorrei fare qualcosa per aiutarti»
«Lo stai già facendo amore, l'hai sempre fatto».

Questo non era un argomento che voleva aprire, era una cosa delicata e complicata di cui parlare, ma dovevamo farlo prima o poi.

«Stai ancora male, cosa starei facendo esattamente» dissi aggrottando la fronte e mi abbracciò
«A me basta la tua presenza, riesce a calmarmi anche il tuo silenzio solo incrociando il tuo sguardo. Non mi serve altro» quelle parole mi riscaldavano il cuore.

Chiusi gli occhi e passammo il pomeriggio a tenerci stretti.

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Pov ~Ashley~
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«Andiamo piccolo, faremo tardi» Matt venne preso in braccio da suo padre e iniziammo a correre nell'aeroporto.

Non ero affatto sicura che saremo riusciti ad arrivare, ci eravamo addormentati oggi e se Matt non ci sarebbe venuti a svegliare, saltando sul letto, probabilmente avremmo perso direttamente l'aereo.

«Appena in tempo» disse l'hostess
«Ci scusi» dissi
«Forza forza, entrate, non preoccupatevi» gli demmo i passaporti e poi andammo a sederci.

Facemmo sedere Matt in mezzo a noi ed io vicino al finestrino.

«Dove andiamo papino?» disse dondolando le gambe e Liam si voltò verso di noi.

Talmente della fretta, non avevo neanche letto dove eravamo diretti.

«Ascoltate e lo scoprirete» rispose accarezzandogli il capo e poi si porse verso di me per darmi un bacio.

«Lo voglio anch'io!» scoppiammo a ridere e glielo demmo entrambi sulle guance.

«Signori e signore, buonasera, è il comandante che parla...»
«Wooo» Matthew non era mai stato in aereo e lo sognava da tempo.

E poi arrivò il fatidico momento
«... Siamo diretti a New York» mi voltai scioccata verso Liam.

«Volevi andarci no? Ci festeggeremo un bel Natale» NATALE?

Mi porsi verso di lui immediatamente e gli afferrai il viso per baciarlo
«Ti amo»
«Ma New York... Si mangia?» scoppiammo a ridere e Matt ci guardò aggrottando la fronte.

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𝐃𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬 (𝑺𝑬𝑸𝑼𝑬𝑳)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora