Entrare in una stanza da letto con Knox, sicuramente è una pessima scelta, ma devo solo fasciare la ferita, quindi limito i ricordi di Los Angels in un angolino nella mia testa.
Siedo sul bordo del letto e si allontana, forse per prendere l'occorrente per medicarmi.
Ne approfitto per studiare ciò che mi circonda, ma è fredda quanto il suo proprietario. Le pareti sono di un grigio perlato, e quella frontale è nera. Ci sono due porte, una probabilmente è un bagno, per l'altra sarei curiosa di alzarmi, ma penso che non sia saggio invadere gli spazi di un mafioso assassino.
Il letto è moderno, il materasso morbido, quasi nuovo, dorme a casa? O ci porta le sue debitrici per saldare il conto? Un peso si forma all'altezza del petto e scuoto la testa, pensando che questo basti ad allontanare quel seme di gelosia.
Non ci sono foto, a differenza di casa mia. Nessuna di famiglia o di amici... suppongo che la vita di chi sta al potere sia solitaria. Questo non dovrebbe rendermi triste, uno come lui non merita la mia compassione.
Torna e punta gli occhi su di me, provocandomi un certo disagio.
Resta in silenzio, mentre si inginocchia e sfiora la pelle ferita. Un brivido percorre la mia schiena e non è per il freddo dell'asciugamano umido.
"Faccio da sola." Preme la garza con il mercurio cromo e stringo gli occhi per il dolore, lasciandomi sfuggire un gemito. Bastardo, poteva essere anche più delicato.
"Lascia fare a me, canarino." Soffia per alleviare il dolore, ma mi ritrovo a stringere di più le gambe tra di loro. Vederlo così, in ginocchio, come se fossimo a parti invertite, mi provoca uno strano effetto. Sembra quasi che mi veneri, anziché tenermi in una gabbia.
"Tra i due, se permetti, sarei io il quasi chirurgo."
"Oh, ti assicuro che so sempre dove mettere le mani."
Solleva lo sguardo su di me, alzando leggermente gli angoli della bocca, prima di soffiare di nuovo.
Respiro, lentamente, per calmarmi, ma il cuore ha iniziato la sua corsa e spero che non se ne accorga.
"Per quanto lei conosca il corpo umano, non ha una laurea ad Harvard."
"Ma conosco molto meglio io il tuo corpo che tu stessa." Preme le labbra sul ginocchio, nella parte circondata dall'ematoma, e i brividi tornano.
"Credi che non percepisca la tua eccitazione? Hai le labbra schiuse, gli occhi languidi, stringi le gambe e le mani, come se hai paura di perdere il controllo se le lasci libere."
Quest'uomo era il diavolo in persona.
"Da qui proseguo io, sono capace di occuparmi da sola del mio corpo." Cerco di prendergli le fasce, ma afferra il mio polso, portandosi la mano vicino al suo viso. "È qui che ti sbagli Megan."
Morde un dito, e mi scappa un gemito.
"Tu mi vuoi." Faccio per ritirarmi, impedendomelo. Scende verso l'intero coscia e morde di nuovo, facendomi chiudere un occhio per il dolore.
"I-io non ti voglio." Sorride di nuovo e senza troppe difficoltà, mi costringe ad aprire le gambe.
Lo spingo con entrambe le mani sulle spalle, non muovendolo di un centimetro e perdo ogni forza di volontà, quando lecca il mio inguine.
"F-fermo." Soffia contro le mutandine e tremo. "Dici che devo fermarmi, ma il tuo corpo sembra dirmi il contrario."
Lecca sulla stoffa e mi sfugge un altro gemito. Perché non ho il controllo delle mie emozioni ?
Diventa avido e ripete il movimento più volte, stringendomi le gambe in modo possessivo.
"Megan." Scosta il tessuto e lecca direttamente la mia vagina, facendomi inclinare la testa indietro. "N-no...Knox f-er..." ignora le mie suppliche e continua nei suoi movimenti, succhiando, mordendo, unendo a quella maledetta danza anche le sue dita.
Cado sul letto ansimando, preda delle mie emozioni e l'asciugamano si allenta mostrando il reggiseno. Stringo i suoi capelli con le mani, devo aggrapparmi a qualcosa perché mi sembra di fare un volo senza paracadute.
Si ferma quando sentivo l'orgasmo arrivare. Troneggia su di me, mentre a fiato corto lo guardo con gli occhi socchiusi.
"Dici che sono un mostro, un assassino, ma sembra che il mio tocco ti piaccia più del dovuto Megan."
E mi odio per questo. Voglio alzarmi, ma Knox mi afferra per il collo costringendomi a guardarlo.
"Tu non sai il male che mi fai piccola mia."
"Quella con il ginocchio ferito sono io mi pare."
Ride e quel suono vibrante mi fa serrare di nuovo le gambe, in cerca di quel piacere mancato.
"Di certo non sarà un graffio a fermarti vero?"
Bacia mascella, corre sulla guancia e scende fino alle labbra restando li sospeso ad un filo.
"Per quanto tu voglia scappare da me..." con il pollice mi fa allagare la bocca. Glielo mordo, ma sembra che la cosa lo eccita di più. "Sei destinata a finire qui, nel mio letto, a gambe aperte, mentre entro dentro di te facendoti impazzire. Non ti lascerei alzare per fino a quando il desiderio che provo per te non si esaurisca, e purtroppo per te , ne ho accumulato troppo in tutti questi anni per stancarmi di te."
Cosa? Che diavolo sta dicendo adesso? Anni?
Con la mano libera torna a torturarmi, distraendomi e mi costringe a guardarlo mentre lo fa.
Il suo occhio celeste brilla in modo innaturale, mentre quello marrone è un buco nero che mi vuole assorbire.
Perché è così ossessionato da me?
Cerco di distogliere lo sguardo non connettendo più la parte razionale di me al resto del corpo, ma la sua presa è ben salda.
"Guardami Megan, guarda come cazzo vorrei scoparti, ma dovrai chiedermelo tu."
"S-scordatelo... ah" non c'è la faccio più. Frustata le lacrime spingono per uscire, mentre le sue dita continuano a pompare dentro e fuori. Mi aggrappo al suo fianco e schiudo leggermente le labbra.
Il suo sguardo si rabbuia e ringhia prima di spingermi suo petto posizionandosi meglio, riuscendo con le dita a raggiungere un punto che mi fa ansimare senza controllo. Chiude la sua bocca sulla mia, non dando tregua nemmeno alla mia lingua. Inarco il mio corpo verso i suoi movimenti e gli graffio la nuca.
"M-Malik. Malik..."
"Megan... tu mi ucciderai ragazzina." Sento l'orgasmo montare lungo la schiena stringo e gambe e il mio corpo vibra in preda all'estasi. Urlo senza emettere suono. Pianto i piedi sul materasso fino a quando cado di nuovo a fiato corto. Mi sento la testa vuota e priva di energia, ma qualcuno sembra vederla diversamente.
Sento la zip dei pantaloni aprirsi, e caccia la sua erezione sfiorando la mia apertura.
"N-no..." si lecca le dita ancora umide di me, prima di serrarmi le gambe e infilare il suo pene tra di esse, in modo da simulare la scopata.
Preme sul clitoride ripetutamente e mi eccito di nuovo, ansimando e stringe le lenzuola sotto le mani.
"Lo vedi che effetto mi fai?" Abbasso lo sguardo sul cazzo che si strofina su di me e torno sui suoi occhi lussuriosi. "Quando mi chiederai di scoparti..." si sposta le gambe su una spalla, mordendomi il polpaccio. "Non ci sarà Dio in grado di salvarti, e pregai solo me, per tenerti ancora inchiodata a questo letto." Merda sento il secondo orgasmo arrivare. "E per quanto tu vorrai scappare da me, io ti troverò, perché tu sei mia Megan Moore."
Spinge ancora e urlo venendo. Mi segue e il suo seme sporca il mio ventre. Ansimiamo e con la testa girata di lato, lo guardo da sotto le ciglia, mentre mi ammira dall'alto.
"Bellissima." Nessuno me l'aveva mai detto, ma che fosse lui, avrei dovuto odiarmi nel sentirmi in qualche modo felice.
"E mia..."🫣🤭
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Manu
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Lip Smoke
RomanceHo sempre visto il mondo in bianco e in nero. Ci sta il bene e il male. La gioia e il dolore. Eppure mi sembrava di vivere la mia vita costantemente dalla parte oscura. Avevo avuto poche gioie, e alcune mi erano state strappate lasciando profonde c...