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Dovevo essermi assopita dopo... cazzo. Impreco mentalmente, dandomi della stupida più e più volte. Gli avevo permesso di fare ciò che voleva e ora montavano i sensi di colpa. La mia forza di volontà non riesce a restare in piedi per poi di dieci minuti se resta in sua compagnia.
La stanza è vuota, ma sento la sua voce provenire fuori dalla porta. Discute con qualcuno e in modo piuttosto animato.
Noto dei vestiti piegati sul comodino, con ancora tanto di etichetta. Dei miei ne ho perso traccia dopo la doccia, e a meno che non voglia tornare a casa in intimo e asciugamano sono costretta ad indossare la generosa offerta del mio aguzzìno.
Capi firmati, ovviamente, che ho visto tante volte in vetrina senza avere mai avuto il coraggio di entrare in negozio.
Una camicia di nera di Versace, con il suo marchio in oro alle maniche e sul colletto e un pantalone del medesimo marchio, semplice elegante nero con il richiamo sempre in oro sulla cintura cucita.
Ai piedi del letto ci sono anche un paio di decoltè, ma indosso le mie scarpe. Mi serve uscire vestita e possibilmente capace di correre, nonostante il dolore che il ginocchio mi provoca una volta in piedi.
Dovrò metterci del ghiaccio a casa.
Recupero il telefono chiamando Taylor, non so quante volte disturbo quella donna, devo fermarmi a comprarle qualcosa al ritorno.
"Meg, cara tutto bene?" Sono stata inseguita da un uomo sospetto, il creditore mafioso per eccellenza di Boston mi ha fatto un ditalino e ha strofinato il suo cazzo tra le mie gambe, ho avuto una serie ripetuta di orgasmi e mi sono frantumata il ginocchio sull'asfalto.
"Si, bene. Scusa se ti disturbo, ma ho avuto un contrattempo a lavoro, mi chiedevo se potessi prendere Eleonor a scuola."
"Certo, nessun problema, non disturbi mai."
"Si invece, più del dovuto nell'ultimo periodo. Mi farò perdonare."
"Non mi devi niente Meg, davvero, Eleonor è adorabile riempie le mie solitarie giornate."
"Conoscendola a volte è anche fin troppo invadente."
Ride e dopo averla salutata chiudo la telefonata.
Potrei fermarmi a fare la spesa e comprarla i pasticcini in quella pasticceria che lei adora.
Conoscendo mia sorella devo prendere qualcosa di dolce anche per lei, o mi ritroverò una bambina con il broncio che sbuffa in continuazione.
Spero che diventi un'avvocato da grande, riesce a vincere quasi sempre lei e non scende a patti.
Già la immagino tutta incravattata ad urlare contro il giudice. Mi scappa una risata, ma sparisce subito, dato che una domanda passa per la mia mente.
"Riuscirò a vederla?"
Cammino sempre sul filo del rasoio. Io debito non si estinguerà da solo, ma devo allontanarmi da Knox. È tutto ciò che dovrei evitare in un uomo e bisogna tenere separati debiti e lavoro.
Mi converrebbe licenziarmi, ma devo prima trovare un altro lavoro, con un po' di fortuna più retribuito.
Sospiro, perché a me non appare la fata madrina per eliminare tutti questi problemi?
Esco dalla stanza da letto e sono tentata a darmi alla fuga, ma appena arrivo nel salotto sento la sua voce chiamarmi.
"Megan." Ci sono delle telecamere per caso? Perché penso di essere stata abbastanza silenziosa.
Lo raggiungo, trovandolo in vesti del tutto inaspettate.
In tuta rigorosamente nera, Malik Knox si destreggia tra i fornelli, facendomi quasi illudere di star sognando .
"Cosa sta facendo?" Si volta e il suo sguardo scende lentamente sulla mia figura. "Devi mangiare qualcosa"
"Non ho molto appetito." Mi ignora, e giuro che nella mia mente l'ho già picchiato due volte.
"Mi ha sentito?"
"Quando smetterai di darmi del lei? Penso che si sia una certa intimità tra di noi ormai..."
Mi mordo la lingua, sperando che questo eviti di far arrossare le mie guance.
"No, invece, questo è stato sbagliato. Farò in modo che non accada di nuovo."
Chiude il gas e serve dei straccetti di carne con l'insalata per contorno in un piatto, girandosi verso di me poggiandoli sul bancone che ci separa.
"Sarei curioso come..."
"Non ti interessa."
"Ah no? Perché mi sembra..." abbassa la sua voce e si muove lentamente verso di me. Giro intorno al bancone, fino a bloccarmi quando la schiena sbatte contro al muro e lui ne approfitta per coprire la distanza con una falcata.
Una mano prende il mio fianco e l'altra resta al lato del mio viso. "Che il mio tocco non ti è indifferente. Persino ora, riesco a percepire il battito del tuo cuore e forse se infilassi una mano in mezzo alle gambe ti troverei anche bagnata." Ingoio a vuoto, ma stavolta resterò con i piedi per terra.
"Sei stato il primo a cui mi sono concessa, per quanto ti odi, hai il tuo fascino e ne sei consapevole, ma ti ripeto che quello successo poco fa sarà l'ultima volta."
Si abbassa alla mia altezza e vengo investita dall'odore del suo dopobarba. "Vuoi dirmi che ti troverai un ragazzo per caso?"  La salivazione si azzera.
"Questo penso non ti riguardi. Se mi impegno posso assicurati di piacere a qualcuno."  La stretta sul fianco si rafforza e mordo il labbro inferiore per trattenere un gemito. "Vuoi che la lista dei morti si allunghi allora."
"Non puoi influire sulla mia vita."
"Posso e se solo qualcun altro prova a sfiorarti o pensare di poterti scopare, scoprirai quanto non stia scherzando in questo momento Megan."
Stringo le mani lungo i fianchi e cerco di colpirlo, ma blocca la mia mano e se la porta alle labbra, mordendo l'anulare, fino a lasciare il segno.
"Sono una cazzo di studentessa di medicina, io devo laurearmi per permettere mia sorella di avere un futuro migliore. Non sono una fottuta corriera a sangue freddo!" Lacrime di rabbia spingono per uscire, mentre il suo sguardo resta impassibile.
"Avrai i tuoi soldi, ma coinvolgermi più in qualcosa del genere."
"Hai ragione" cosa? Ho sentito male per caso?
"Bene, ora voglio tornare a casa mia e tra una settimana avrai un altro pagamento"
Le sue labbra si chiudono sulle mie sorprendendomi.  Ricambio il bacio, ma solo per un attimo, mi allontano e lo guardo confusa, mentre i suoi occhi si sono illuminati di quella luce quasi animalesca.
"Ho in mente un altro modo in cui potresti ripagarmi Megan, qualcosa che più ti si addice."
"Cosa?"
"E guarda caso questo lavoretto è già pronto per te. Mangia qualcosa canarino, non tornerai a casa tanto presto oggi."
Ingoio a vuoto, e stavolta sento la paura arrampicarsi lungo la schiena fino a soffocarmi.
Cos'ha in serbo per me?

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