La curiosità è da sempre il mio tallone d'Achille. Se non fossi stata curiosa, avrei evitato di lasciarmi coinvolgere da quell'uomo che mi aveva salvata da un cliente invadente.
Ora, quest'ultimo, era andato a cambiarsi, dopo avermi obbligata a mangiare la carne preparata da lui.
Devo ammettere che era davvero buona, sorprendendomi di aver scoperto le sue doti culinarie.
Sciacquo il piatto e lo metto nella lavastoviglie. C'è un tale silenzio in questa casa, quello di cui a volte avrei bisogno per concentrarmi sullo studio, ma è triste.
È un uomo di potere, ma essere i più forti sembra una via solitaria.
Cedo alla curiosità, e lascio la cucina girovagando per il resto dell'attico.
Oltre l'enorme salotto, c'è una stanza adebita a bar, diversi liquori sullo scaffale, un giradischi con tanto di collezione di vinili in una teca di vetro, un divano anche qui enorme e una poltrona.
Guardo i vari titoli dei dischi, per la maggior parte è musica soul, jazz e qualche contemporanea.
Esco e continuo l'esplorazione, trovo una palestra, una stanza con la sauna... io che non so nemmeno cosa si provi a starci dentro, ma quelli sono dettagli.
Trovo altre sue stanza da letto e quando arrivo all'ultima la trovo chiusa a chiave, questo peggiora solo la mia voglia di scoprire cosa nasconde dietro, ma torno subito in salotto, quando sento la porta della sua stanza aprirsi.
Cerco di assumere un'aria rilassata, anche se è difficile se Malik entra in una stanza.
Mi raggiunge con un completo elegante gessato bianco e nero, con una classica camicia e una cravatta con un fermo con un diamante nero incastonato.
Il tutto esalta di più il contrasto dei suoi occhi e la cicatrice su quello chiaro.
Si sistema la giacca e seguo il movimento delle sue mani, ipnotizzata, riscuotendomi al suono della sua voce.
"Vorrei che mi guardassi così quando mi spoglio."
Colta in fragrante. "Non so di cosa tu stia parlando."
"Canarino, devi solo chiedere."
"Se ti chiedo di sparire dalla mia vita lo farai?"
Si avvicina e resto ferma, mentre sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Chiedimi di uccidere per te, ma ti ho già detto che tu sei mia."
"Fino a quando non avrò ripagato il debito." Sorride e il cuore salta un battito. È maledettamente affasciante, e selvaggio.
"Canarino... credi che lascerò la porta della gabbia aperta per farti spiccare il volo?"
Si porta la ciocca più lunga alle labbra e nonostante il gesto possa sembrare dolce, sento solo i suoi artigli scendere di più nella mia carne. La sua è una minaccia.
"Ora andiamo, prima che ti chiuda di nuovo nella mia stanza e dimentichi come si comporta un uomo."
Lo seguo in silenzio, per quanto voglia tornare a casa, non penso di avere altra scelta che seguirlo.
Lo odio. Continuo a ripeterlo, perché temo che dimenticarlo porterebbe solo altre complicazioni.
Scendiamo in garage e ovviamente una macchina non gli bastava. Prende delle chiavi da una teca e si dirige verso una Ford gt blu scuro, con la striscia bianca sul cofano.
Sale e lo imito. Fuori dal garage studio la zona, contando esternamente una decina di uomini, presubilmente armati.
Penso che siamo sulla collina che si vede dall'università, la zona ricca, con ville ad ogni metro. Quindi non era un attico.
Ovviamente la sua è la più isolata e sembrerebbe la più grande.
"C'è qualcosa che fai per non dimostrare il tuo denaro?" Rompo il silenzio dando voce ai miei pensieri. "Canarino sai ancora poco di come funziona il mondo." Quasi rido.
"Tu dici? Mi sembra di averne già ricevuto una buona infarinatura."
"Se vuoi che ti rispettino, devono temerti. Se vuoi essere temuto devi ostentare potere, per ostentare potere devi sopravvivere a questo mondo. Per sopravvivere non devi avere pietà."
"Uccidi il più debole e dormi come un bebè la notte?"
"Dormirei anche meglio se potessi scoparti fino a farti perdere la voce."
Continuo a guardare fuori. Ha cambiato argomento, chiudendosi di nuovo in un religioso silenzio.
Sono talmente stanca, gradirei solo buttarmi nel mio letto e dormire per sempre, ma so già che quando tornerò a casa dovrò tornare in modalità mamma. Preparare la cena, sistemare la casa, aiutare Eleonor con i compiti.
La mia sorellina...è un giorno intero che non la vedo, è la prima volta da quando i nostri genitori sono morti. Voglio abbracciarla forte, mi manca, ma devo proteggerla e questo richiede la mia assenza più spesso del dovuto.
Lasciamo la zona sulla collina e continua a guidare fino ad arrivare in quello che sembra un ristorante cinese.
"Penso che tu non mi abbia portata qui solo per cucina vero?"
Alza l'angolo della bocca e scende. Fa il giro dell'auto e apre il mio sportello porgendomi la mano.
"Riservalo a qualcuno di potere."
Non la prendo.
"Seguimi canarino, il nuovo lavoro ti piacerà"
Entriamo nel ristorante, il cameriere quando lo vede sobbalza e gli fa strada. Superiamo la sala ed entriamo nella cucina.
Ha intenzione di farmi bollire i ravioli?
Entra in un'altra stanza e sobbalzo sul posto quando vedo lo scenario.
"Signor Knox." Malik è, come dice lui, temuto, nella stanza tutti lo guardano con paura e rispetto.
"Si può sapere cos'è successo di preciso?" Si accende una sigaretta e caccia fuori il fumo, mentre io sono ancora immobilizzata sul posto.
"I russi, abbiamo rintracciato le targhe, ci hanno reso un agguato. Siamo riusciti a scappare, ma hanno preso possesso della vecchia fabbrica dicendo che così il vostro debito sarebbe saldato."
"Debito... divertente, perché Malik Knox non è in debito con nessuno. Forse c'è l'hanno ancora per l'affare sulla Atlantic Coast, ma gli affari sono affari."
"Signore cosa dobbiamo fare?"
"O qui proprio la soluzione. Megan, questo lavoro ti soddisfa di più?"
Ho lo sguardo fisso sull'uomo steso sul tavolo. La sua camicia è coperta di sangue, trema e delira.
"Avanti dottore, prendila come una sorta di esercitazione, così sarai pronta per quanto opererai sul campo."
Ingoio a vuoto, quest'uomo...davvero pensa che io possa farlo? Gioca sempre così con le vite altrui?
Malik Knox, si può sapere che ti ho fatto?!
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Lip Smoke
RomanceHo sempre visto il mondo in bianco e in nero. Ci sta il bene e il male. La gioia e il dolore. Eppure mi sembrava di vivere la mia vita costantemente dalla parte oscura. Avevo avuto poche gioie, e alcune mi erano state strappate lasciando profonde c...