Il salone da ballo di Lady Glastonbury era quanto di più sontuoso avesse mai visto.
In casa sua non c'era mai stata una tale ricchezza, nemmeno prima dei problemi economici.
Si aggirò per la sala finché non individuò Juliet vicino al tavolo del buffet che, con un bicchiere di limonata in mano, osservava con la fronte aggrottata una qualche scena.
"Che succede?" Le domandò una volta giunta al suo fianco.
"La padrona di casa non la smette di importunare Lord Stamford per tentare di convincerlo a ballare con sua nipote... Credo di dover accorrere in suo soccorso" rispose l'altra.
Alexandra rimase a fissarla interdetta, con almeno un milione di domande sulla punta della lingua, attendendo una spiegazione.
Juliet incrociò il suo sguardo e sospirò.
"Abbiamo fatto un'accordo: quando la situazione per uno di noi diventa troppo pesante l'altro deve aiutarlo..." le disse, scrollando le spalle, abbandonando poi il bicchiere vuoto su un tavolo "Io vado da lui. Mio fratello sta arrivando" concluse, facendole cenno verso destra prima di allontanarsi.
Alexandra si voltò, vedendo Howard venirle incontro.
Deglutì, cercando di calmarsi: i battiti del suo cuore stavano aumentando in modo alquanto sconveniente.
"Miss Hamilton, è una serata meravigliosa, non trovate?" La salutò lui, piegando il capo con un movimento elegante.
"Sì, lo è di certo Mr. Byrne" rispose lei.
Per un momento fra di loro alleggiò un silenzio assordante, che non riusciva nemmeno ad essere coperto dalla musica e dal chiacchiericcio generale.
"Spero che questo piano di mia sorella non vi disturbi... Ma, be', sapete... Juliet è così" aggiunse dopo qualche momento di esitazione l'uomo.
"Oh, no, assolutamente... Anzi, gliene sono grata, sempre che questo non disturbi voi..."
"Non mi disturba"
"Bene..."
E ancora fra di loro si impose il muro del silenzio.
Come diavolo si portava avanti una conversazione?
Alexandra credeva di essere discretamente brava con le parole, ma con quelle scritte, che raggruppate assieme sulla carta andavano a formare racconti, non con quelle che andavano pronunciate, lei non era come Juliet, non era in grado di attaccare bottone con chiunque.
Istintivamente lo sguardo si mise alla ricerca dell'amica per la sala da ballo: era appartata vicino al tavolo del buffet e rideva insieme a Lord Stamford, sembrava così felice, così serena insieme a lui.
Lei insieme a Howard si sentiva raggelare, il cuore le batteva talmente forte nel petto da chiuderle lo stomaco e toglierle la parola.
"Suppongo che dovrei riservarmi la prima e l'ultima danza con voi, se vogliamo provare a mandare avanti questa farsa" disse Mr. Byrne, e lei annuì, allungando dunque il braccio verso di lui così che potesse segnare il proprio nome sul suo carnet da ballo.
Lo osservò mentre firmava e le parve surreale, di solito nessuno ballava con lei, a parte Lord Wright, e di solito Howard non ballava con nessuno, se non con sua sorella, che però la maggior parte delle volte era occupata con le sue schiere di corteggiatori.
Cavoli! Quella situazione doveva apparire totalmente assurda!
Alzò lo sguardo e si rese conto che tutti gli occhi erano puntati su di loro.
Sbiancò, non era abituata ad essere il centro dell'attenzione, e non credeva di volerlo diventare.
Si rese conto poi di Lord Wright che le veniva incontro e si sentì nauseata.
"Miss Hamilton" esordì, e subito lei si esibì in una piccola riverenza "ballate?" Domandò, porgendole la mano ruvida e rugosa, che vagava sempre dove non avrebbe dovuto durante le danze.
"Io..." la voce le si spezzò, aveva voglia di piangere, di scappare da quel salone.
"Scusatemi Lord Wright, ma Miss Hamilton ha già accettato di ballare con me" intervenne Howard, Alexandra quasi si era dimenticata della sua presenza, era così strana... non era abituata ad avere qualcuno accanto.
Lui le porse dunque la mano e lei si affrettò ad afferrarla, così che lui potesse scortarla sulla pista da ballo.
"Tutto bene?" Le domandò durante il percorso.
"Sì, non preoccupatevi" rispose lei tentando di sorridere, la voce però tremò.
La prima danza era una quadriglia, andarono quindi a formare il carrè con altre tre coppie, fra cui Lord Stamford e Juliet, che si posizionarono di fronte a loro.
L'amica le rivolse un sorriso incoraggiante, per poi rivolgere uno sguardo al proprio cavaliere, che a sua volta lanciò un'occhiata a Howard alzando un sopracciglio, quest'ultimo alzò gli occhi al cielo, come a dire: poi ti spiego.
Alexandra si sentì incredibilmente esclusa da quello scambio di sguardi.
La musica iniziò e tutti i ballerini si salutarono con un inchino.
Per tutta la danza quel discorso silenzioso a cui lei non prendeva parte continuò, e non fece che rafforzarsi quando fu il turno della terza e quarta coppia di ballare, e loro restarono fermi.
Alla fine di quel primo ballo Howard la riaccompagnò in un angolo della sala, e Lord Stamford fece lo stesso con Juliet, i due gentiluomini poi si allontanarono insieme.
"È stata una bella prima danza, non è vero?" Le disse l'amica, porgendole poi un bicchiere di punch, che lei fissò per un momento esitante.
"Tranquilla, non ne ho rovesciato a terra" aggiunse poi, facendola ridere e accettare il bicchiere.
"È stato strano... la danza intendo" mormorò Alexandra dopo un po'.
"È perché sei finalmente riuscita a liberare la mente, non ti sei dovuta concentrare a schivare i piedoni di Lord Wright."
Per poco non sputò la bevanda per iniziare a ridere.
"Avvertimi la prossima volta che vuoi fare una battuta."
"Sarà difficile, mi vengono spontanee" disse Juliet, prima di mettersi a studiare il suo carnet da ballo "Devo andare a cercare Lord Lewis, il mio prossimo ballo è con lui... Ci vediamo più tardi."
Alexandra annuì, e quando l'amica sparì fra la moltitudine di gente presente nel salone lei si ritrovò a guardarsi intorno, sperando che Lord Wright girasse lontano da lei: doveva pur aver trovato qualcun'altra con cui trastullarsi per quella sera.
"Miss Hamilton!" Esclamò una voce alle sue spalle, facendola sobbalzare e, girandosi quindi lentamente, fu sollevata nel ritrovarsi davanti Frederick.
"Mr. Carter, avete la straordinaria capacità di comparire dal nulla, come se foste un fantasma" disse lei, e si sorprese di se stessa: era la prima volta che parlava in modo così spontaneo con qualcuno che conosceva da poco, forse perché lui era come Juliet, talmente allegro, ed era dunque semplice parlarci.
"Ho sviluppato una certa abilità, devo pur riuscire a sfuggire a tutte quelle ragazze in qualche modo" rispose lui, facendola ridere.
Santo Cielo! Non si era mai divertita tanto a un ballo.
"Ho una qualche possibilità di ottenere un ballo con voi?" Proseguì poi il ragazzo.
"Oh, moltissime: sono libera per tutte le prossime danze, tranne per l'ultima, riservata da vostro cugino..."
"Be' allora gradirei prenotarmi per la prossima danza."
Lei sorrise, porgendogli la mano così che lui potesse segnare il suo nome sul carnet di ballo.
"Perché volete ballare con me?" Domandò lei, mentre lui firmava.
"Perché mi siete simpatica... E in questo modo avrete ballato con due dei gentiluomini più richiesti quest'anno, tutti gli altri inizieranno a corrervi dietro. Non ballerete più con Lord Wright. Sarei disposto anche a ballare con voi ogni singola danza, ogni singola sera, creando uno scandalo, e credetemi, sto bene attento a evitarli di solito" rispose, facendole l'occhiolino "Siete una donna molto intelligente Miss Hamilton, siete silenziosa e remissiva, non tutti notano il vostro valore, siete una gemma rara nascosta dentro un agglomerato di pietra, ma non per questo meno preziosa... Non meritate di finire in moglie a uno zerbino come Lord Wright."
Alexandra sorrise, non si sarebbe mai aspettata un discorso tanto profondo da lui, quello che aveva la fama di scherzare e basta.
Frederick le fece quindi cenno verso la pista da ballo, invitandola ad afferrare la sua mano.
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Ciò che accade all'alba
Historical Fiction"Credo che vi bacerò" mormorò quindi, rendendosi conto solo dopo di aver espresso i suoi pensieri ad alta voce. "Cosa?" Esclamò Alexandra, arrossendo all'istante, la bocca spalancata dalla sorpresa, e ad Howard parve quanto di più divino potesse esi...