Mood: Sad/ family/ smut (medio)
E se per Y/n smettere di lottare non fosse una scelta, ma una condizione? Il sesso concede solo soluzioni momentanee.
<<Quindi le voci sono vere?>> domandò Viktor.
<<Quali voci?>> chiese Cinque, versando nel limpido bicchiere di vetro del whisky bianco.
<<Che tu e Y/n avete rotto definitivamente...>>
Un tonfo nel cuore che non era arrivato, un brivido che non aveva sentito.
Non sentiva più niente ormai, se non quel senso di amarezza e rimorso all'udire di quel nome.
Non sentiva altro se non il rumore della voce di Y/n soffocata dalla sua ossessione.
<<Si...>> sospirò, sedendosi sulla poltrona alla sinistra del fratello.
<<È vero>> confermò.
<<Che lei ha trovato qualcun'altro...>> provò ad indagare, rimanendo pacato e sensibile. Non aveva bisogno di sembrarlo, Cinque l'avrebbe capito. A nessuno più che a lui dispiaceva della fine della loro storia.
Chiamarla "storia" era riduttivo. Era stata la rinascita di Cinque, la ragazza che gli aveva insegnato a vivere veramente.
Viktor lo guardò direttamente negli occhi: marroni e spenti, senza alcuna luce.
<<Sono felice per lei>>
Si scrutarono il viso a vicenda.
Cinque cercando di capire perché fosse così interessante la sua situazione e Viktor cercando di scorgere qualsiasi micro-emozione sul suo viso.
<<Perché non sei arrabbiato?>>
Poi rammaricato e affranto, Cinque spostò lo sguardo sul pavimento. Si incantò ad osservare i dettagli del legno colore beige. Le sfumature, il materiale. Sperando, forse, che potesse suggerirgli quali emozioni provare.
<<Sai...>> iniziò e Viktor inarcò un sopracciglio, doveva continuare a parlare, doveva sapere.
<<...ho pregato giorno e notte che trovasse un uomo migliore di me>>
...
Era incazzato nero.
Non ci vedeva più dalla rabbia.
Avrebbe buttato tutto all'aria: Ben creava solo problemi e litigavano sempre, Viktor era sprofondato nella nostalgia, Diego e Lila si erano rassegnati, Luther e Klaus erano inutili - secondo Cinque - ed Allison era troppo occupata con le sue faccende personaliAvevano accettato che sarebbero morti, pensavano a godersi gli ultimi giorni della loro vita.
Tuttavia Cinque non ci riusciva, lo stress padroneggiava su di lui.
L'ansia di non riuscire a salvare la sua famiglia lo ammazzava.Fermava il tempo e lasciava che la sua compagnia compensasse il vuoto. A volte, con baci, carezze, abbracci e sesso.
Erano stati partner in crime per tanti anni. Avevano lavorato insieme alla commissione e si era creato un legame particolare. Appena saputo dell'apocalisse, andò da lei. E Y/n gli credette, perché come poteva non farlo?
Tutti vivevano nella convinzione che fossero ufficialmente fidanzati, in realtà non se l'erano detto. Scopavano, amoreggiavano, si sostenevano.
Era così palese, ai loro occhi e a quelli degli altri, che quando tutti cominciarono a domandare la loro situazione sentimentale, rispondevano vaghi.
Il loro rapporto era così autentico, folgorato da passione e follia.
Y/n e Cinque erano innamorati sino al midollo, eppure non se l'erano mai detto.
Così si diresse da lei, l'unica che lo capiva e che con un semplice sguardo rassicurante riusciva a fermare il tempo.
<<Cosa è succ->>
Aveva sentito bussare alla porta della sua camera, che era diventata anche di Cinque.
Lui, senza guardarla, la avvicinò a sé per la cintura dei jeans e la baciò.
Si chiusero la porta alle spalle e le prese il viso tra le mani fugacemente. Strinse leggermente le guance di Y/n e poi le morse le labbra finché non si gonfiassero un po'.
Y/n poggiò cauta le mani suoi sii fianchi: era molto più bassa di lui. Cinque, alto e snello, interruppe il bacio che stava diventando sempre più spinto.
<<Y/n...>> pronunciò il suo nome come se fosse una poesia, la familiarità di quel nome che collegava solo al viso della ragazza.
<<Sono preoccupato>>
Y/n alzò l'angolo della bocca, apprensiva. <<Si vede...>>
La scrutò negli occhi arrabiato, come poteva ridere ad una situazione del genere?
<<Cinque, sai di cosa hai bisogno adesso?>>
Un tipo come lui che non si scomponeva mai, sore ordinato, preciso, scaltro ed elegante, davanti a lei perse tutta l'autorevolezza che lo caratterizzava.
Scosse la testa in senso negativo e si lasciò persuadere da lei.
Si sedette sul letto, chiudendosi nelle spalle.
Y/n si inginocchiò e lentamente slacciò la cintura dell'elegante pantalone.
Gli abbassò i boxer e prese il suo membro in bocca come aveva fatto altro volte.Era grosso, eretto, e inizialmente fece fatica. Iniziò a succhiare e a mantenersi vicino a lui con le sulle coscie di Cinque.
Pieno di piacere, le afferrò i capelli, così che non si sporcassero di saliva.Continuò finché la gola non le fece male e finché Cinque non venne nella sua bocca.
Le vene del suo pene erano evidenti e il liquido che ingoiò, scorreva per la sua gola velocemente.
Guardò i suoi capelli scompigliati, il sudore che gli colava dalla fronte e le mani rosse e sudaticce.
Cinque pensò che fosse la ragazza più bella che avesse mai visto.
Non sapeva ancora che lei giorni dopo se ne sarebbe andata, perché non sopportava più i suoi attacchi di rabbia e le sue crisi. Come gli altri, non era resiliente e si era stancata di combattere una guerra che avrebbero certamente perso.
Una litigata troppo accesa.
Così decise di restare in quella linea temporale perché credeva che quando Handler l'avrebbe uccisa, la sua vita sarebbe migliorata. Aveva smesso di lottare.
L'ultima frase che gli disse fu:<<Ti amo così tanto che tolgo il disturbo!>>
Poi corse via, e Cinque continuò a chiedersi perché non avesse risposto "Ti amo anch'io".SPAZIO AUTRICE
Mi sono arrivate delle richieste su Thomas ultimamente, sto continuando a postare vecchie bozze perché attualmente non ho idee e tempo per scrivere.
Tuttavia, necessito di tornare nella mia Five Hargreeves era. CONSIGLIATEMI DELLE STORIE SU CINQUE!
- Vi 📝
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Fanfiction"La fantasia distruggerà il potere ed una risata vi seppellirà!" - Motto anarchico di fine '800, apparso per la prima volta in Italia sui muri della facoltà di Lettere dell'Università di Roma Siete fan di storie d'amore appassionate, happy ending...