Dylan O'Brien - Galà

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Mood: romance/arguement

Y/n e Dyl sono destinati a stare insieme. Tuttavia a chi non è mai capitato di innamorarsi del ragazzo che piace ad una propria amica?
















Il mio tormento: sempre abituata a lottare per guadagnarmi le cose e poi scoprire che, malgrado i miei sforzi, alcune non potranno mai essere mie.

Ho conosciuto Dylan quando ero rimasta sola e solo una persona, Allison, poteva salvarmi.

Mi ha lasciato uscire con la sua comitiva e nel frattempo ho rincontrato Vittoria. Vittoria ha sempre custodito gelosamente i suoi sentimenti per Dylan, ma a volte vorrei non essere così intelligente. Siamo amiche da anni e non ho potuto evitare di notare i suoi sguardi.

Le piace da quando ne ho memoria.

Poi sono arrivata io. La guastafeste della situazione.

...

<<Il punto d'incontro è qui, alla macchina. Ricordate che entro le 2 bisogna tornare a casa. Dormiamo da me dopo. Godiamoci questa prima volta in discoteca!>> Allison, sempre energica e mai negativa, mi fa sorridere.

Sono con le persone giuste al momento giusto. Siamo solo in sei, ma ci vogliamo un bene dell'anima. In questi ultimi mesi ho capito quanto non importi dove si va, ma con chi si percorre la strada.

Steven, Vittoria e Allison entrano. Dylan aspetta vada prima io, dice:<<Prima le ragazze>> e il mio cuore balza, perché nessuno mi ha mai tratta così. Nemmeno mio padre.

Gli sorrido.

Saluto alcuni che conosco, sono abbastanza popolare, e così fa lui. Ci dirigiamo verso un punto specifico del grande capannone e aspettiamo, tra una battuta e l'altra, che l'atmosfera diventi più movimentata.

Lui mi guarda di soppiatto, è ansioso, e io prendo a riscaldarmi le mani.

Poi, come il gioco del domino, Steven e Taylor si buttano in pista. Vittoria aspetta con ansia, glielo leggo in faccia, che Dyl dica qualcosa.

Così mi sussurra:<<È un caga sotto! gli piaccio e non mi chiede di ballare!>>

Sono così intuitiva che l'ho capito prima di lei: lui non è interessato; lascerò che viva in un mondo di favole e unicorni, non voglio essere io a dirglielo.

La ragazza dagli occhi celesti, molto più bella di me, decide di buttarsi comunque in pista con Steven.

Rimaniamo io e lui.
Lui che indossa una camicia nera a tre quarti, di lino, sbottonata fino al terzo bottone. I suoi lunghi e larghi jeans blu coprono le scarpe. Non si veste mai così bene.

Ci sono tre o quattro ragazzi che mi hanno puntata da quando sono entrata. Vorrei che mi venissero a chiedere di ballare, ma non lo faranno. Non finché lui sarà qui.

<<Balli?>> domanda sottovoce.

Sbianco. Mi sta chiedendo di ballare con lui? Dovrei rifiutare.

Lo guardo negli occhi marroni, color miele. La sua voce si confonde con il suono ovattato della musica assordante.

"Ballerei con te qualsiasi cosa, se la mia migliore amica non fosse innamorata di te" penso, sapendo che è un'occasione che non voglio perdere.

Istintivamente annuisco; prego non ci vedano.

Si alza, erge dinnanzi a me, è amolto alto.

Non riesco a dirgli di no. È fisicamente impossibile. Sorrido, e lui sorride di rimando.

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