CAPITOLO VI

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Dopo essere entrato in azienda, mi fiondo immediatamente vicino il bancone della reception.
«Buongiorno Arianna! Novità?» Chiedo per restare sul vago. Il mio obiettivo è conoscere l'identità della ragazza appena entrata, ma non voglio scoprire subito le mie carte.

«Andrea! Ma che fine hai fatto?» Domanda Arianna alzandosi anche in piedi e fissandomi con aria preoccupata.
«Non mi saluti neanche, Arianna?» Scherzo.
«Andrea, Agata ha provato a chiamarti diverse volte ieri, non hai visto le sue telefonate?»
«Anche tu, Arianna?!» Chiedo con tono retorico.
«Anche io cosa?»

Anche tu ti schieri dalla parte dei cattivi.
«Insomma, Arianna, pensi sempre a lavorare... C'è tempo per quello! Che mi racconti piuttosto?» Dico invece.
Il volto di Arianna si illumina a questa domanda: non sbaglio a credere che sia un po' invaghita di me, con una domanda del genere ho fatto centro e adesso sicuramente si sbottonerà anche sulla ragazza che ho visto prima.

«C'è tempo, c'è tempo... Non è così per tutti, Andrea. Tu sei fortunato ad avere tempo. Sfruttalo meglio che puoi!» Dice sospirando con aria sognante.
«Ma dai, Arianna... Quanti anni hai? Non hai anche tu tutta la vita davanti? Tutto il tempo che desideri? Che ti piace fare nel tempo libero?»

«Mi piacciono le mostre d'arte. E la musica. I locali, le uscite fra amiche... E trascorrere del tempo a rilassarmi con il mio cagnolino...»
Arianna sembra non fermarsi più, mentre io mi rendo conto che sto divagando e devo assolutamente portare la conversazione all'argomento che mi interessa.

«Ecco, vedi? Il lavoro è decisamente irrilevante rispetto a tutte queste cose... Ma a proposito di lavoro...»
«Seriamente, Andrea gli umori di tuo padre si riflettono su tutti noi...» Farfuglia parlandomi sopra e provando ad intavolare per l'ennesima volta il solito discorso.

Ma io non voglio parlare ancora di questo, voglio invece sapere della ragazza che è entrata prima.
«Dimmi una cosa, Arianna... È entrata qui una ragazza circa mezz'ora fa, chi era?»
Arianna adesso si rabbuia. Scuote il capo e non risponde. Ma sa che non le renderò la cosa facile.

«Camicia bianca, trench chiaro, viso pulito... Portava una cartellina più grande di lei!» Aggiungo per non lasciare spazio ad equivoci.
«Intendi Sienna De Matteis?»
«Chi?»
Sienna... Mi piace questo nome!
«Sienna De Matteis. Era qui per un colloquio, ma non so per quale posizione. Non sapevo neanche che ci fossero delle posizioni aperte...»
Arianna prende a girarsi una ciocca di capelli fingendo indifferenza. È combattuta fra la volontà di provare a riportare il discorso su qualcosa che le interessa di più, e la consapevolezza che dovrà darmi tutte le informazioni che voglio.

Non mi piace vederla rabbuiarsi, ma non posso neanche alimentare le sue speranze. La ritengo una ragazza sveglia e intelligente, oltre che una potenziale buona amica. Ma niente di più.

«Capito. E con chi sta sostenendo il colloquio?»
«Non saprei, è andata su da Agata... Ma perché ti interessa, Andrea?»
Noto le guance di Arianna tingersi di rosso, evidentemente questa ultima domanda deve averla turbata non poco.

Faccio spallucce cercando di minimizzare, «sono solo curioso...»
Mi muovo verso il corridoio.
«È andata via pochi minuti fa, comunque!» Dice ancora Arianna.
«Come?»
«Sienna è già andata via, Andrea. Il colloquio è stato breve ed è uscita da quella porta proprio poco fa.»

Accidenti! Non l'ho incrociata per poco! Mannaggia a Valentino e a tutte quelle chiacchiere che mi ha costretto ad ascoltare!
«Te l'ho detto, Andrea, devi imparare a sfruttare meglio il tempo a tua disposizione!» Mi dice ancora Arianna mentre già sono nel corridoio.
«Ma perché è stato un colloquio breve? C'è stato qualcosa che non andava?» Domando poi tornando sui miei passi.
«Non saprei...» Dice Arianna, io mi volto e continuo a camminare per il corridoio, diretto all'ufficio di mio padre.

Il tempo che restaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora