CAPITOLO XVI

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Quindi il ragazzo che ho inspiegabilmente seguito stasera era presente sul luogo dell'incidente.
Chissà chi è e cosa ci faceva in quel punto di strada quel giorno...
Era steso accanto a me, quindi potrebbe essere stato investito dalla nostra auto in corsa.
Chissà se siamo poi finiti nello stesso ospedale...

Qualche ricordo mi ha riportato alla mente l'immagine di due barelle che correvano fra le corsie, ma non potrei essere sicuro che sull'altra ci fosse proprio questo ragazzo.
E il suono del mio cuore che batte credo sia un segnale... Ma di che tipo?

Il suo rumore si manifesta sempre quando sta per accadere qualcosa di importante, quando sto per scoprire un nuovo tassello del puzzle dell'incidente...

Questi e altri mille pensieri affollano la mia mente durante le diverse ore che il ragazzo trascorre a dipingere, io vorrei ad un certo punto lasciare questo posto per andare da mia madre, a tenerle compagnia durante la notte... Ma mi sento inspiegabilmente legato a questo tizio, proprio come accade la mattina in azienda, con Sienna.

Finisce allora che resto con lui fino a quando non rientra a casa, quando è ormai notte inoltrata.
Ha dipinto un quadro di arte astratta molto bello, dai colori vivaci, che ha poi lasciato ad asciugare in bella mostra sul grande bancone del laboratorio.
Mi ha colpito il fatto che, mentre lavorava, non ha ascoltato musica, né si è intrattenuto con altri rumori di sottofondo, come ad esempio un video o un film, che avrebbe tranquillamente potuto avviare dal cellulare. È rimasto concentrato e assorto nei suoi pensieri nei quali non sono riuscito ad entrare.

Avrei voluto scoprire il suo nome, dato che di capire la connessione fra noi non c'è stato proprio verso, ma non è successo neanche questo.
La mia presenza accanto a lui è stata accompagnata dal suono pulsante e costante del mio cuore, altra cosa misteriosa su cui vorrei capirci di più.
Per il momento, però, ho solo avuto la conferma che lui era presente in strada il giorno dell'incidente.

La mattina successiva si prospetta piena a lavoro.
Renata sembra dell'umore adatto per mortificare i suoi collaboratori disprezzando i loro lavori dalla mattina, cosa che crea meraviglia e scompiglio nei designer, solitamente abituati a ricevere rimproveri dopo pranzo.

Dopo essere arrivata in ufficio con la sua solita aria imbronciata, infatti, viene raggiunta al telefono da Rocci, quindi lascia nuovamente la stanza, dove fa ritorno dopo qualche minuto, posizionandosi al centro dell'ufficio.

«Ho una comunicazione per tutti voi» esordisce atona.
Smettono tutti di lavorare e si mettono in ascolto.
«Armando mi ha comunicato che le vendite di tutti gli articoli usciti la settimana scorsa sono schizzate alle stelle in un solo finesettimana. Il Dottor Ferrara intende quindi proporre altri pezzi su quello stile, affidandone la creazione ai prontisti, in modo tale da avere quanto prima i capi nei negozi. Mettetevi subito tutti all'opera e presentatemi delle idee entro la fine della giornata.»

Subito i ragazzi iniziano a parlare a voce bassa fra loro, tranne Sienna che, dopo aver annuito, si immerge nuovamente con la testa nel monitor del pc.

«E allora, mi serve proprio un caffè...» Sussurra Valentina.
«In così poco tempo non riuscirò mai a tirar fuori nulla di buono...» Si lamenta un'altra ragazza.
«Io alle 15 ho la mia seduta, devo andare via prima oggi...» Farfuglia invece Michela.
Rodrigo invece non parla, piuttosto chiude gli occhi portandosi le mani alle tempie, come per infondersi da solo idee creative valide per il compito assegnatogli.

«State già perdendo tempo... Sciò!» Decreta poi Renata zittendo tutti.
«Natasha, evita di proporre le solite fantasie fiorate. Tu, Antonio, disegna invece qualche grafica che preveda patches in denim. Valentina, da te mi aspetto qualcosa in più dei soliti abbinamenti color block.»

Il tempo che restaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora