CAPITOLO XIX

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Il pomeriggio nell'ufficio dei designer si prospetta noioso, Renata è rintanata nella sua stanza, ha anche chiuso la porta e spento la luce... Di solito questi segnali indicano che vuole provare a dormire un po'.

I ragazzi lavorano in silenzio, situazione non destinata a durare troppo. Intorno alle 16:00, infatti, sembrano tutti aver perso la concentrazione... È solo questione di tempo prima che qualcuno intavoli qualche argomento banale che terrà impegnati tutti fino all'ora in cui dovranno andare via.

«Mi sento a pezzi, mi fa male tutto...» Dice infatti Natasha.
«Malandrina che non sei altro!» La ammonisce allora Rodrigo con estrema enfasi, mentre tutti gli altri si lasciano andare a risatine soffocate.
«Aspettate, preparo il caffè!» Decreta quindi Valentina, poi si alza e sparisce in tutta fretta dalla stanza.

Ritorna pochi minuti dopo, reggendo un vassoietto con dei bicchierini.
Vedendola arrivare, Renata, fingendo indifferenza, va ad aprire la porta del suo ufficio, poi torna a sedersi.

Valentina distribuisce i caffè, evita di darlo a Sienna, ma a questo dettaglio nessuno sembra prestare attenzione.
Si guardano poi l'un l'altro, tutti improvvisamente vispi ed eccitati.

«Allora, piccola sgualdrina, vuoi raccontarci come mai ti senti così esausta?» Chiede allora Rodrigo ticchettando una mano sulla sua scrivania, ma guardando Natasha. Fa un piccolo sorso dal suo bicchierino di caffè e poi lo posa usando anche l'altra mano per ticchettarla sulla scrivania.

«Credo che questa performance me la terrò per me. Ma voglio farvi una domanda...»
«Non è giusto!» Interviene Antonio, «ora siamo curiosi.»
Miranda gli dà una gomitata.
«Che c'è? Invidiosa di non avere mai nulla da raccontare?» La provoca sottovoce lui.
«Che ne saprai mai tu della mia vita sessuale...» Ribatte lei.

È decisamente iniziato il momento hot.
Mi metto comodo ad ascoltare le assurde confessioni che stanno per arrivare... Devo ammettere che questa parte del pomeriggio tiene incollato anche me sulla sedia... O meglio, in questo caso, sulla scrivania di Sienna, poiché sedie libere qui dentro non ce ne sono più.

«E quale sarebbe questa domanda?» Chiede Rodrigo.
«Beh insomma...» Prende a dire Natasha alzandosi anche in piedi. Beve il caffè in un unico sorso, poi si posiziona al centro della stanza prendendo in mano un giubbotto, che alza e sventola platealmente per lasciar intendere che sta parlando di lavoro.

«A voi è mai capitato che qualcuno vi chiedesse di dire...»
«Che cosa? Di dire cosa?» La invita Antonio impaziente.
«...Parole sconce?» Termina Natasha arrossendo. Credo sia la prima volta che mi sembra in soggezione... Solitamente è molto piena di sé e davvero non credo di averla mai vista così tanto in difficoltà.

«Oh mio Dio!» Esclama allora Michela, poi si porta entrambe le mani vicino le orecchie, come ad impedire a qualsiasi altro dettaglio di Natasha di raggiungerla.
«Ma per favore, non fare la santarellina tu!» La strattona allora Rachele, «ricordiamo tutti la tua avventura a tre in quel parcheggio...»
«Sì, beh, quella cosa non conta... Ero ubriaca...» Si giustifica Michela arrossendo a sua volta.

«Insomma, vi è capitato o no che qualcuno vi chiedesse di insultarlo... Sul più bello?»

Una risata dall'ufficio di Renata fa voltare tutti nella sua direzione, ma a quel punto lei è già tornata seria e sta affondando col sedere lungo la sedia per eclissarsi dietro il monitor del pc.

«Si beh, ho conosciuto questo tizio e...» Continua allora Natasha abbassando un po' il tono di voce.
«...E avete litigato?» Chiede Miranda ammiccando.
Ridono tutti, anche Sienna, restando però l'unica concentrata sul lavoro.

«Beh, diciamo che mentre eravamo impegnati a fare...»
«Sappiamo quello che stavate facendo, Nat, non ci serve che tu scenda nei dettagli!» dice allora Rodrigo.
«Sì beh... Insomma, mi ha chiesto di urlargli contro cose strane.»

Il tempo che restaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora