CAPITOLO XIII

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Trascorro in questo modo i giorni successivi: la mattina in azienda con mio padre, la notte nei sogni di mia madre.
Il tempo passa scandendo un ritmo diverso dal solito: velocissimo per me, lentissimo per tutti quelli che mi circondano.

Sembra che la tristezza che caratterizza le giornate dei miei genitori, infatti, faccia vivere loro giornate più lunghe, ritmi più lenti che quasi vogliono rimarcare che da quella condizione, purtroppo, non verranno fuori molto presto.

La stessa lentezza sembra essersi impadronita anche dei ritmi che si vivono in azienda: inevitabilmente, infatti, tutto ciò che ruota intorno a mio padre, subisce i suoi continui cambi di umore, adesso è meno tormentato ma comunque ancora provato per quanto accaduto.

Quello che prima mio padre, di natura molto deciso e incisivo, portava avanti in poco tempo e attraverso decisioni rapide ma ponderate, adesso spesso si trascina per giorni interi, capita addirittura che alla fine sia Rocci a stabilire come mandare avanti le cose.

Il mio appartamento è diventato il luogo in cui mio padre si rifugia la sera, una volta lasciata l'azienda: a volte noto che avvia una telefonata verso il numero di mia madre, interrompendola però prima ancora che il telefono inizi a squillare; altre volte invece si limita a fissare il monitor con la sua foto, una immagine in cui ci sono anche io e insieme a mia madre sorrido per qualche momento felice che ormai appartiene al passato.

La nuova routine dei miei genitori è monotona e intrisa di rabbia e rimpianti, purtroppo non c'è per me alcun modo di lenirla... Sarà il tempo, in minima parte, a cambiare le cose, sebbene sia chiaro a tutti che la felicità è qualcosa che non apparterrà più a nessun membro della famiglia Ferrari.

La giornata di oggi si prospetta un po' diversa dal solito, sarà il primo giorno di lavoro di Sienna e nell'ufficio dei designer ci sono curiosità e fermento.

Io sono proprio qui oggi, in attesa che lei arrivi... Mi sento curioso quanto gli altri di capire come verrà accolta da tutti gli strani personaggi che popolano questa parte di azienda.

«Non una parola sulla postazione, ragazzi, mi raccomando!» Recita per l'ennesima volta Rodrigo rivolto agli altri.

Dopo innumerevoli – ed estenuanti – conversazioni circa il posto da assegnare alla nuova arrivata, infatti, i suoi perfidi prossimi colleghi hanno decretato che a Sienna spetterà il posto peggiore, quello degli ultimi arrivati, come lo definiscono loro.

Si tratta del posto il cui pc è l'unico che Renata riesce a vedere stando comodamente seduta alla sua scrivania, solitamente odiato perché, a quanto pare, la responsabile si lascia andare spesso a commenti non richiesti sui lavori in corso, mandando in confusione il malcapitato di turno.

Un posto terrificante per tutti i designer di questa azienda, che temono il giudizio di Renata come se le sue parole avessero il potere di condurli alla ghigliottina.
Vige uno strano senso di devozione verso di lei, dettato principalmente dal terrore: Renata non ha mezzi termini, è solita mortificare i suoi collaboratori come fossero scolaretti indisciplinati, generalmente ogni loro creazione subisce un numero spropositato di modifiche e revisioni prima di poter essere da lei approvato.

Nessuno si ribella al suo modo di lavorare, basato su poche incisive battute che comprendono diversi "sciò", un buon numero di  "non si capisce niente" e smisurati "fallo di nuovo".

Trovo davvero strano che nessuno si sia opposto al suo modo di fare e alla sua scostumatezza, è altrettanto strano che nessuno dei superiori si sia accorto dei metodi utilizzati dalla responsabile dell'ufficio stile, un posto che forse sarebbe meglio definire "ufficio ostile."

Se mi fossi accorto io della cosa, se fossi stato più attento e meno capriccioso, avrei vietato determinati abusi di potere.
Renata è stata anche abile a mantenere rapporti più stretti con Rodrigo: lui rappresenta i suoi occhi e le sue orecchie all'interno dell'ufficio, cosa che ha barattato in cambio di una tregua sui suoi lavori, solitamente ritenuti sempre giusti da Renata.

Il tempo che restaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora