Mimmo c'ha l'ansia, per qualche motivo, quando va a prendere Simone alla stazione. Si sono sentiti tutti i giorni, hanno pure fatto le videochiamate, però a lui è mancato troppo. Ha un po' paura non sia lo stesso — magari Simone si è accorto durante le vacanze che vuole un tipo con meno casini di lui. È arrivato dieci minuti prima e sta a fissare il binario del treno di Simone. Non riesce a guardare da nessun'altra parte, anche se è ancora vuoto.
Quando sente il fischio del treno il cuore gli salta in gola neanche fosse la prima volta che rivede Simone. Gli compare un sorriso enorme in faccia, che diventa ancora più grande quando scorge Simone tra la folla. Non che sia un'impresa, visto quanto è alto. Quando lo vede alza la mano, ma Simone ancora non l'ha visto. Mimmo non gli ha detto che sarebbe venuto.
Simone fa qualche passo nella sua direzione, guardando il telefono, poi alza la testa, strabuzza gli occhi, apre la bocca in un sorriso sorpreso. Gli corre incontro, sollevando il trolley senza fatica e sgomitando tra la gente. Quando gli arriva vicino prende la faccia di Mimmo tra le mani e lo bacia ovunque. "Ma stai qua!"
Mimmo gli stringe il cappotto tra le dita e lo abbraccia. Ha un profumo diverso addosso, forse perché non si è portato le sue cose quando è sceso. "Ciao."
"Troppo bello che sei venuto."
"E c t lasciav ch'a valig sul a te?"
"Pensavo che stavi a Milano."
Mimmo gli dà un bacio sulla guancia. Di solito non si fanno così tante effusioni in pubblico, ma non si sa trattenere. "E so' tornato un giorno prima."
Simone pure lo ribacia. "Andiamo da me?"
"Sì."
Mimmo lo sa che in teoria si dovrebbero scambiare i regali, però appena varcano la soglia della casa di Simone e dopo che lui gli ha assicurato che i coinquilini restano a casa loro fino all'Epifania non può che metterlo spalle al muro e limonarselo. È stato troppo tempo senza sentire le labbra di Simone sulle sue, e si chiede come abbia fatto per sei anni.
Nel frattempo Simone cerca già di sfilargli il maglione. Mimmo sorride compiaciuto, anche se Simone ha le mani gelate e il contatto lo fa sussultare. Si stacca e gli dà un buffetto. "Maniaco."
Lui sorride sornione, ancora con gli occhi socchiusi. "Uno ci prova."
"Almeno accendi i termosifoni prima."
Simone si stacca, va subito a regolare il termostato nel corridoio. "Hai freddo?"
Mimmo lo raggiunge e gli appoggia la testa nell'incavo tra la spalla e il collo. "Vabbè, facev fridd."
Lui lo abbraccia stretto, gli strofina le mani su e giù per la schiena. "Povero."
Mimmo ride. "Guarda che non aiuti." Gli prende le mani e le mette tra le sue. Gliele porta su e ci alita dentro, poi le strofina. Abbassa un po' la testa per baciargli il palmo. Ha le mani un po' ruvide, Mimmo ha sempre immaginato fosse per il rugby, anche se ora non ci gioca più. Gli piacciono, e pensa che questa è la prima volta che gliele bacia. Di solito sono calde, di solito è Simone che lo riscalda. A Mimmo non dispiace affatto che i ruoli si siano invertiti: lui con Simone vuole provare qualsiasi combinazione, qualsiasi incastro possibile. Simone gli accarezza le guance, piano, poi abbassa la testa finché non può baciarlo di nuovo. Le labbra, il naso, le palpebre.
Mimmo gli allaccia le braccia attorno al collo e si spinge un po' per farsi sollevare. Simone lo fa, e a Mimmo piace essere più alto per una volta. Gli prende la faccia e lo bacia di nuovo, piano, gustandosi la sua bocca come se fosse il suo piatto preferito che non vuole finire mai — lo è. Simone fa un versetto di approvazione, lo spinge lui stavolta contro il muro, sistemando le gambe di Mimmo attorno ai suoi fianchi.
STAI LEGGENDO
Il fato ci ha fatto (r)incontrare - Mimmo & Simone
Teen Fiction"Mi aspetti?" Simone non ha fatto altro.