È la prima volta che staranno separati per più di mezza giornata. Da quando si sono messi insieme, lui e Mimmo hanno passato ogni secondo libero l'uno a casa dell'altro o in giro. Simone si sente uno scemo — starà via solo una settimana, anzi sei giorni — ma nel treno piange un po'. Nasconde le lacrime sotto gli occhiali da sole e mangia un pacchetto di wafers alla nocciola a due a due, facendo una cifra di briciole sul tavolino. La signora di fronte, che sta sferruzzando qualcosa che per ora pare una sciarpa, lo guarda male. Evidentemente non ne capisce nulla dell'amore vero e travagliato.
Guarda e riguarda le foto che si sono fatti lui e Mimmo — che sono comunque solo un paio, Mimmo continua ad essere paranoico e ha ragione, anche se Simone è troppo felice per percepire il pericolo quanto lui — e mai come adesso gli scoccia non poterle postare o condividere con nessuno, far vedere a tutti quanto è bello. Le farà vedere a Laura, quando torna. Questo sì. Almeno.
Si sono salutati alla stazione solo da due ore, ma Simone non resiste. Apre la chat con Mimmo.
Mi manchi, scrive, poi manda tre sticker di gatti tristi di seguito.
Anche tu :(, risponde Mimmo, e manda anche lui uno sticker. però non vedo l'ora di darti il tuo regalo <3
Simone sorride allo schermo. Lui ha preso a Mimmo un paio di orecchini di cui è molto fiero. Ce li ha quasi tutti di bigiotteria, e si è lamentato che a tenerli sempre si ossidano. Questi invece sono d'oro satinato, dei cerchi piccoli e piatti. La tipa della gioielleria gliene ha mostrati tantissimi, anche più stravaganti, ma Simone è tornato a quelli, i primi che ha visto. Sono così minimal che Mimmo sicuramente non se li toglierà più. È un pensiero psicopatico, ma è bello immaginare che avrà sempre qualcosa di Simone addosso, anche quando non può stargli addosso lui.
Non sa cosa può avergli fatto Mimmo, e in realtà non gli interessa. A Simone sembra che gli stia facendo un regalo anche solo a starci insieme così tanto. Non nel senso che gli sta facendo un favore, proprio per dire che lui alla fine vuole solo Mimmo e il suo tempo, e qualsiasi cosa possono fare insieme. E le possibilità sono infinite. Anche quello che gli sembrava banale o noioso ha assunto tutto un altro significato.
Simone guarda l'ora sul telefono. Manca ancora mezz'ora. Non passa mai. Se continua così per tutta la settimana non ce la può fare. In teoria ha un sacco di cose in programma — due cene con due gruppi diversi di amici, il compleanno di Luigi dell'uni il 23, e poi tutti i pranzi e le cene a casa, il 24 arriva pure mamma — ma in pratica sa che conterà i minuti ogni giorno per mettersi a letto e parlare con Mimmo.
Quando diventa insostenibile rimanere seduto, si alza e si fa strada, mezzo inciampando in piedi e valigie e sciorinando una serie di scuse, verso il vagone ristorante. Non sa perché, ma ama il caffè dei treni. È un mix tra il bicchierino di carta, la pannina e il fatto che deve tenersi in equilibrio per berlo. È una sfida e un premio.
Al bancone c'è una tipa con i capelli cortissimi e vari buchi alle orecchie, struccata, con le maniche della camicia tirate su e degli avambracci notevoli, sulla quarantina. Insomma una butch. Ha dei bellissimi occhi azzurri che gli ricordano un po' quelli di Mimmo. Simone le sorride. Le lesbiche gli mettono tranquillità, soprattutto se sono adulte. Sì, anche lui lo è, tecnicamente. Ma non è adulto adulto. "Salve, posso avere un caffè?"
Lei pure gli sorride. "Sì, normale?"
"Sì, grazie." Simone prende una pannina e la guarda fare. Gli viene quasi la tentazione, come ogni volta che incontra una persona visibilmente omosessuale, di dirle, comunque sono gay. Così, a caso. E poi questa è pure napoletana. O almeno gli sembra. Il fato agisce ancora una volta. "Begli orecchini," dice, prima di rendersi conto che lui non è visibilmente omosessuale e può essere scambiato per un maschio molesto qualsiasi. Si impanica e balbetta, "li ho presi simili — al mio ragazzo — per Natale." Che cazzo.
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Il fato ci ha fatto (r)incontrare - Mimmo & Simone
Novela Juvenil"Mi aspetti?" Simone non ha fatto altro.