Patate e rosmarino

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Il fatto che deve stare per due giorni ad aspettare il risultato della versione lo fa andare fuori di testa. Ma un'altra facoltà non se la poteva scegliere?

Però gli sembra sia andata bene. Vede alcuni dei suoi compagni di corso rimanere fuori dall'aula, a confrontarsi, ma a Mimmo sale l'ansia solo a vederli cercare di ricordare i passaggi più difficili. Non gli serve un'anteprima, specialmente se è andato male.

Il dizionario gli pesa più del solito nello zaino mentre fa le scale e scrive a Simone e a Tancredi che ha finito. Si sente lo stomaco vuoto — non è una sorpresa, visto che ha saltato la colazione perché l'idea di buttare giù qualcosa lo disturbava. Almeno un caffè avrebbe dovuto prenderselo, però, perché gli fa male la testa, pure. Non è dato dall'esame quello — è abbastanza sicuro sia la dipendenza dalla caffeina.

Tancredi gli risponde subito, Bravo nano con un pollice in su. Che è praticamente l'unica emoji che usa, oltre a quella che ride — rigorosamente quella obliqua, per qualche motivo.

Quando esce dall'università si chiede se deve andare lo stesso in libreria, anche se Tancredi gli ha dato l'intera giornata libera, ma non vuole stare da solo, sennò già sa che si metterà a controllare la pagina della professoressa compulsivamente, sperando che i risultati appaiano solo per suo volere.

Ma non ci deve pensare più di tanto — gli basta alzare lo sguardo per scorgere Simone. Mimmo non può negare che gli fa piacere vederlo là, e si sente un po' le farfalle nello stomaco. Non se l'era aspettato.

Quando gli va vicino si accorge che sta tenendo in mano un cartone di pizza, e nell'altra due bottigliette di Coca Cola.

"Ciao."

"Ciao." Simone sorride. Esita un attimo, poi si sporge e gli dà un bacetto sulla guancia. "Com'è andato?"

Mimmo alza le spalle. Prova a far finta di niente, anche se vorrebbe baciarlo anche lui. "Boh."

"Vabbè, almeno è andato." Simone alza il cartone. "Hai fame?"

"Che ne so se è andato. Magari non l'ho passato." Prova a protestare Mimmo, anche se ci sono cose più importanti al momento. "Sì."

"Sicuro l'hai passato. Sei bravissimo."

Trovano una panchina e con movimenti speculari si siedono, uno di fronte all'altro.

"Più o meno."

Mimmo lancia un'occhiata al cartone. Simone ha preso dei tranci un po' tutti i gusti, margherita, patate e rosmarino, coi funghi.

Mimmo ne prende una con le patate e lo stomaco gli brontola. Dà un morso. È ancora calda e croccante. "Buona."

Simone gli sorride, probabilmente fiero del posto che ha scelto. Prende un pezzo di margherita. "A Roma è meglio."

Mimmo inclina la testa. "A Napoli è meglio."

"Quella al taglio no."

Mimmo si sente in dovere di lanciargli un'occhiataccia. "Ja, proprio mo' che abbiamo fatto pace?"

Simone sembra scordarsi della tesi che sta portando avanti. Gli occhi gli si allargano e Mimmo deve abbassare i suoi sulla pizza per non affogarci dentro. "Quindi abbiamo fatto pace?"

"Stavo considerando — prima che m'offendessi."

"Eh, no. Hai detto abbiamo fatto, quindi avevi già deciso."

Mimmo non può fare a meno di sorridere un po'. "È che non ragiono tanto bene quando ho fame."

Simone gli allunga un mignolo. "E adesso?"

Il fato ci ha fatto (r)incontrare - Mimmo & SimoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora