*POV Asia*
Qualcosa di pungente mi pizzica la guancia. Apro gli occhi, passandomi la mano sulla gota, e gli occhi di Ignazio sono la prima cosa che mi ritrovo davanti.
«Buongiorno.» sussurra, stringendomi a se. Continuo ad essere sdraiata sopra il suo corpo come ieri sera, e se devo essere sincera non mi va per niente di scendere.
«Buondì.» borbotto e rintano la testa nel suo collo. «Ma che ore sono?»
«Le sei...»
«Le sei?!» esclamo incredula. Voglio dormire.
«Si ma ascoltami! Stavo pensando una cosa...» mormora baciandomi la tempia. Quando in risposta ottiene solo un mio mugolio, decide di proseguire. «Che ne dici se prendiamo i ragazzi e andiamo a Mirabilandia?»
«Oggi?» annuisce baciandomi la guancia. «Okay.» acconsento. «I ragazzi non ci sono mai stati.»
«Lo so... in realtà volevo portarvi lì per il loro decimo compleanno ma poi...»
«Io ti ho lasciato.» finisco la frase al posto suo.
«Non parliamone più. Mettiamo un punto. Archiviamo le cose brutte, facciamo tesoro di quelle belle e ripartiamo da qua. Insieme.» il tono flemme accompagna il ritmo della mano che mi accarezza la schiena.
«Insieme.» confermo baciandolo, fregandomene dei denti da lavare.
«Andiamo in doccia?» bisbiglio.
«Si.» conferma. Si alza con me in braccio e ci rinchiudiamo nel suo bagno privato. Questa cosa di avere il bagno in camera mi piace, un sacco.
«Vado a svegliare i ragazzi.» annuisce mentre fa il caffè. Dopo esserci intrattenuti per svariati minuti sotto la doccia, ci siamo vestiti e abbiamo deciso di non dire niente ai ragazzi, ma di portarli direttamente.
«Sai vero che è probabile che qualcuno ci fotografi?»
«Certo... se non è un problema per te, per me va bene.»
«No che non è un problema, speriamo solo di riuscire a vivercela un po' noi e basta questa storia.»
«Amore, fai il cantante da più di dieci anni. Dovresti iniziare a far pace con la fama.» mi sistemo i capelli in una coda.
«Amore?»
«Io...» mi imbarazzo. Non mi sono nemmeno resa conto di quello che ho detto.
«È una delle cose che mi è mancata di più. Sentirti dire "amore" con quella dolcezza...» non so cosa rispondergli, mi imbarazza come poche persone riescono a fare. «Dai, ragazzina. Vai a svegliare i ragazzi.»
«Mi spieghi una cosa?»
«Dimmi.»
«Perchè io ti chiamo amore, e tu mi chiami ragazzina?» questa cosa mi fa innervosire, praticamente da sempre.
«Preferisci bambolina? Non è colpa mia se sembri una ragazzina.» ridacchia.
«Non ti sembravo tanto una ragazzina, ieri notte.»
«Colpo basso, amore.» mi bacia, stringendomi il sedere con le mani.
«Fino a cinque secondi fa è stato un bel risveglio, poi entro in cucina e trovo mio zio che mangia il culo di mia zia con le mani.» esordisce Mattia facendoci trasalire.
«Minchia Mattia! Vuoi farmi prendere un infarto?!» esclama Igna, senza togliere le mani dal mio culo.
«Mollami.» sussurro e lui, riluttante, mi lascia andare. «Buongiorno Matti.»
«Eh... sicuramente il vostro giorno è più buono del mio.» borbotta lasciandosi sedere sulla sedia.
«Caffè Tia?» chiede Igna.
«Si.» lascia cadere la testa sul tavolino mentre Ignazio gli versa il caffè in una tazzina e gliela mette davanti.
«Bevi il caffè, io vado a svegliare le tue sorelle. Preparati che poi andiamo via. Facciamo colazione in autogrill.»
«In autogrill? Dove andiamo?» alza la testa curioso.
«Non te lo dirò mai.» esclamo.
«Zio?»
«Mi associo a tua zia.» lo guarda con un sorriso genuino.
«Quasi quasi mi pento di aver sperato che vi rimetteste insieme.» ci guarda un attimo. «Perchè vi siete rimessi insieme, vero?»
«Si, batuffolino!» lo prende in giro.
«Vado a svegliare le bimbe.» con un sorriso vado in camera e sveglio Lucrezia e Martina.
«Vado in bagno.» borbotta Luli. Appena sveglia ha la stessa reattività di un procione in coma...
«Si... vieni Mimì, scegliamo i vestiti che oggi andiamo in un posto bellissimo.»
«In che posto?» schizza fuori dal letto.
«È una sorpresa, posso dirti solo che è un posto magico.» apro la sua valigia.
«Voglio mettere la gonna, mamma!»
«No Marti. Per oggi è meglio se mettiamo i pantaloni. Che ne dici di questi rosa?»
«Ma io volevo la gonna!» si impunta.
«Lo so tesoro, ma nel posto in cui dobbiamo andare oggi sono più comodi i pantaloni, fidati.» annuisce sbuffando.
«Però voglio la maglia con Titti!»
«Va bene.» acconsento prendendole la maglietta che vuole. Mentre aspettiamo che Lucrezia finisca di prepararsi porto Martina nel bagno di Ignazio e mentre lei fa la doccia io mi trucco.
Passo i vestiti a Martina e lei indossa i pantaloni continuando a sbuffare. Sta diventando sempre più capricciosa, senza considerare che se fa così a sette anni, non oso immaginare quando ne avrà quindici cosa combinerà.
Decido di ignorarla e vado a prenderle le scarpe.
«Voglio mettermi le infradito!» si impunta di nuovo.
«Che succede?» Igna entra in camera e guarda Martina seduta sul letto.
«Io volevo mettermi la gonna e lei non ha voluto! Adesso voglio mettermi le infradito e lei non me le fa mettere.» mi punta il dito contro arrabbiata.
«Piccola.» si piega di fronte a lei. «Noi oggi andiamo in un posto bellissimo, dove però bisogna essere vestiti comodi. Se tu ti metti la gonnellina, e queste bellissime ciabatte, rischi di rovinarle entrambe.»
«In che posto bellissimo andiamo?»
«È una sorpresa, ma devi metterti le scarpe da ginnastica. Le abbiamo messe tutti.» indica i miei piedi e i suoi, ottenendo il consenso di Martina che – finalmente – si mette quelle benedette scarpe.
«Zia! Noi siamo pronti! Quando vi manca?» urla Mattia dal salotto.
«Eccoci.» finalmente portiamo partire.
«Andate in macchina, io e la zia arriviamo subito.» li fa andare avanti. Aggrotto la fronte, senza riuscire a capire il perché.
«Perchè li hai mandati avanti?»
«Perchè avevo bisogno di fare questo.» mette il portafogli in tasca, infila l'anello delle chiavi dell'auto al dito medio e incolla la bocca sulla mia. La apre, tracciando la linea delle mie labbra con la lingua. La spinge all'interno mentre mi stringe il culo con le mani, mi alza e mi fa sedere sul ripiano in marmo della cucina. Si piazza tra le mie gambe e continua a baciarmi, lentamente, divorandomi come se questa fosse l'ultima volta che può baciarmi.
«A cosa devo questo bacio?» ho il fiatone, quando ci stacchiamo.
«Mi mancavi, e non posso baciarti così davanti ai ragazzi.» mi accarezza le labbra con il pollice.
«Sembrava più di un bacio.» mi ha tolto completamente il fiato, e spero che continui a farlo per tutta la vita.
«Perchè era più di un bacio.» sospira teatralmente. «Ma non abbiamo tempo, i ragazzi sono in macchina. È rimandato tutto a stasera.» mi fa un sorriso malizioso.
«Non sono passate nemmeno due ore da...»
«Dallo spettacolino che abbiamo fatto sotto la doccia? Lo so, ma che posso farci se non so resisterti?»
«Non resistermi, allora.» gli poso una mano sul petto. «Ma stasera! Adesso andiamo amore.» gli stampo un bacio sulle labbra e salto giù dal bancone.
«Andiamo!» intreccia le nostre dita ed usciamo da casa. Chiude la porta e raggiungiamo i ragazzi in auto.
«Alla buon ora!» sbuffa scocciato Mattia!
«La prossima volta al posto del caffè ti preparo una camomilla.» borbotta Igna mentre imbocca l'autostrada.
«Dove stiamo andando?» chiede Luli guardandosi intorno curiosa.
«In un posto in cui non siete mai stati!» mi piazza una mano sulla coscia e la stringe.
«Cioè?» sono sempre più curiosi, persino Mattia, di natura musone e mal fidato.
«Ci fermiamo in Autogrill a fare colazione?» cambia completamente discorso, ottenendo ben quattro consensi.
«Oddio si! Se non mangio qualcosa mi sento male!» ammetto. «Ho già la nausea.» mi tocco lo stomaco.
«Siamo qui da appena qualche giorno e già sei incinta?!» guardo Mattia sconvolta.
«Mattia! Ma che incinta?! Ho solo fame!» ma tu guarda questo.
«No bimbo mio, tua zia non è incinta! Per lo meno non per colpa mia.» ci si mette pure Ignazio.
«Oh! Ma la smettete tutti e due?!» li guardo male, entrambi, mentre le due signorine dietro, ridono.
«Ma se tu sei la mia mamma, sería mi hermanito?»
«Martina! Fammi il piacere! Non c'è nessun fratellino, cuginetto o come lo vuoi chiamare! Nella mia pancia non c'è assolutamente nulla! Infatti va riempita con un cornetto e un cappuccino.» inspiro profondamente e chiudo gli occhi. Smettiamola di parlare bambini. Io non voglio bambini, ne ho già tre. Io amo i bambini, cioè li ho sempre amati, ma sono impegnativi e... io non lo so. Non voglio pensare ai bambini, ora.
«Asia!» Ignazio interrompe lo sproloquio con me stessa. Fortunatamente.
«Si?»
«Siamo arrivati. Scendi.» mi guarda con quel sorrisetto ironico.
«Dovresti smetterla di guardarmi con quel sorrisetto tipico di quando mi prendi per il culo.»
«Asiuccia! Le parole.» continua a prendermi in giro, mentre scendiamo dalla macchina.
«Sono appena le 9 di mattina. Mio nipote mi ha detto di essere incinta, la più piccola mi chiede fratelli e cugini e quell'altra ride. In più ci sei tu che mi prendi in giro! E io ho fame!» sbuffo.
«Andiamo che i ragazzi sono già dentro.» afferma cambiando saggiamente discorso. Annuisco e intreccio le nostre mani. Mi piace stringere la sua mano, mi fa sentire potente, in grado di affrontare qualunque cosa al mondo, e allo stesso tempo mi fa sentire piccola e indifesa. La cosa assurda è che mi piace sentirmi così. Mi sta piacendo tutto di noi due insieme, fin troppo.
«Asia!» Ignazio mi riporta al presente scuotendomi leggermente il braccio.
«Dimmi...»
«Cappuccino e cornetto al cioccolato?» mi rendo conto solo adesso che siamo arrivati alla cassa.
«Si.» poso la testa sulla sua spalla e aspetto che ordini per tutti.
«Zio! Io ho fame.»
«Andiamo Marti.» la prende per mano e andiamo al balcone dove ci servono. «Il primo cornetto lo diamo alla piccolina, vero?» mia nipote lo guarda orgogliosa e prende la brioche che le porge.
«Grazie zio.» lo addenta e si sporca tutta la faccia di cioccolato.
«Questi sono per i bimbi cresciuti.» da due piattini ai gemelli con un bellissimo sorriso stampato in faccia.
«Grazie zio.» borbotta Mattia, imbronciato come al solito.
«Certo che lui potevamo anche lasciarlo a casa, eh...!» sbuffa Lucrezia, guardando male il fratello.
«Non cominciate!» sorrido nonostante stiano per bisticciare, mi piace tutto questo. Sa di famiglia.
«Mangia!» Ignazio mi guarda con un sorriso accennato sulle labbra e mi mette il cornetto in bocca. Lo mangio, e ricambio il suo sorriso.
«Mangio.» finisco il boccone e, dopo essermi assicurata di non avere occhi indiscreti addossi, gli stampo un bacio sulle labbra. Ha un sapore che mi fa uscire di testa.
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Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano
Фанфик-Continuo di "Como estrellas", necessaria la lettura per comprenderne a pieno le dinamiche.- Abbiamo lasciato Ignazio ed Asia separati, entrambi sicuri e decisi di voler voltare pagina, per il bene di tutti. Ma cosa succederebbe se improvvisamente l...