Capitolo 10

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No tiene sentido
Si no hay un motivo
Un beso para respirar...
Se han quedado en la luna
Los tiernos abrazos
Se han llevado la noche
Lo que fuimos una vez tu y yo...

*POV Lucrezia*

«Sei sicuro di quello che dici?»
«Si Lù, tranquilla. Se a te, alla zia e alla bimba va bene, io sono completamente d'accordo.» mi sorride ma lo vedo dai suoi occhi che anche lui è deluso.
«Ti voglio bene Matti.»
«Anche io Lucre. Tanto.» mi abbraccia. «Ma ho bisogno di farti una domanda. Nonostante la risposta potrebbe non piacermi devi essere sincera. Ti prometto che non mi arrabbio.»
«Dimmi.» lo guardo curiosa, chissà cosa vuole chiedermi.
«Sei andata a letto con Andreas?»
«Mattia!» sgrano gli occhi e le guance mi diventano viola.
«Rispondimi. E non vergognarti di me. Siamo gemelli.» mi scruta qualche attimo. «Ci sei andata a letto?»
«No. Lui avrebbe voluto, ma io non me la sono sentita.» ammetto, e devo dire che mi fa sentire più leggera.
«Oddio menomale!» sospira sollevato.
«Ragazzi! Siamo tornati!» zia entra in casa con Martina per mano e zio Ignazio dietro.
«Parli tu?» mi chiede Mattia ed io annuisco.
«Parlare di che cosa?» chiede curiosa.
«Io e Mattia abbiamo parlato... ed entrambi siamo d'accordo sul pensare che qua non abbiamo niente che ci trattenga.»
«Cosa intendete?»
«Che se la bimba è d'accordo, ed è quello che vuoi tu, non abbiamo qualcosa in Argentina che ci trattenga. Tutto quello che conta per noi è in questa casa, in questo momento.» ammetto.
«Volete trasferirvi in Italia?» sgrana gli occhi ma un debole sorriso non riesce ad essere contenuto del tutto.
«Se è quello che volete voi, si.» io e Mattia sorridiamo. Cambiare aria farà bene a tutti.

*POV Asia*

«Vado a farmi una doccia e arrivo.» subito dopo aver detto queste parole, vado verso il bagno, con l'intento di rinchiudermici dentro.
«Vengo anche io.» mormora furbo, con le labbra sul mio collo e le mani ad arpionarmi i fianchi.
«No...» cerco di dissentire, ma i baci sul collo mi confondono.
«Mh si... vengo anche io.» infila le mani nella maglietta e mi accarezza la pancia, in quel suo modo che mi fa impazzire. «Ho voglia di accarezzarti tutta, dalla testa ai piedi.»
«Invece mi aspetti in camera.» metto le mani sulle sue e le spingo verso il basso, con l'intento di staccarle da me.
«Permettimi di dissentire.» mi arpiona le cosce, i palmi premuti sull'esterno e le dita sull'interno.
«Ci sono i ragazzi svegli...» sussurro. Dio solo sa quanto vorrei farlo entrare in quella doccia con me.
«Va bene...» sospira e mi lascia andare. Era meglio stare con le sue mani addosso.
«Faccio la doccia velocemente e sono qui da te.» gli stampo un bacio su una spalla. «Tu intanto mi prendi un pigiama? Terzo cassetto.»
«Scelgo io?» chiede con uno stupido sorrisino furbo. In risposta annuisco, prendo gli slip e vado a farmi la doccia.
«Asia.»
«Vieni!» apro la porta per farlo entrare proprio mentre sono impegnata a spalmare la crema sulle gambe.
«Ti sei data ai vestiti da uomo?» chiede con un certo scherno nella voce.
«Che intendi?» volto il viso verso di lui e noto che in mano ha una maglietta vecchia, la sua maglietta vecchia. «Ei! Quella è la mia maglia! Rimettila al suo posto.»
«Vorrai dire che è la mia maglietta, non la tua.» controbatte mentre mi divora con lo sguardo.
«Era tua! Tempo imperfetto! Adesso è mia, tempo presente!» me la lancia in testa.
«Mettitela va'!»
«Mi aspettavo che tu scegliessi un pigiama diverso...» rifletto ridacchiando, indossando la sua maglietta.
«Cosa di meglio del sapere che continui ad avere le mie magliette nel tuo armadio?» mi guarda con solo la sua maglia addosso. «Rettifico, cosa c'è di più sexy di vederti con la maglietta addosso?!» mi mangia con gli occhi. «Anche se devo dire che senza eri più carina.»
«Specie se entra uno dei ragazzi.» rido.
«Andiamo a letto?» mi chiede con un sorriso dolcissimo. In risposta annuisco e mi infilo sotto le coperte, poso la testa sul cuscino e lo guardo.
«Cosa non hai il coraggio di chiedermi?» gli accarezzo una guancia resa leggermente ispida dalla barba appena accennata.
«Niente...» mormora, ma è un pessimo bugiardo.
«Lo so quello che vuoi chiedermi. Fai pure.» cerco di convincerlo a parlare.
«Dopo quello che hanno detto i gemelli mi chiedo che cosa tu voglia fare...» si prende qualche attimo per soppesare le parole da usare. «Valgo la pena abbastanza da pensare almeno ad un tuo eventuale ritorno in Italia?» chiede timoroso. Il mio bambinone cresciuto.
«Certo che vali la pena.» questo non è mai stato in dubbio. «Ma ho paura.»
«Di cosa...?» un sorriso genuino gli impenna le labbra verso l'altro, quasi come se non avesse sentito la seconda parte della mia frase.
«Di stravolgere l'equilibrio che mi sono conquistata a fatica.»
«Ma tu cosa vuoi Asia?»
«Mi fai questa domanda a ripetizione... ma io non lo so. Non ho dubbi che ti voglio nella mia vita, ma ho paura di stravolgerla completamente.» decido di parlare senza remore.
«Va bene...» sospira e si gira, dandomi le spalle.
«Igna... guardami.» lo chiamo.
«Ho sonno, voglio dormire. Buonanotte Asia.»
«Ignazio, per favore, guardami.»
«Perchè devo guardarti?» si gira e noto la delusione nei suoi occhi. «Per sentirti dire con le parole una cosa, e con i gesti un'altra?»
«Che intendi?»
«Dici che ne valgo la pena, e poi non prendi neanche in considerazione l'idea di tornare in Italia.»
«Stai dicendo una cazzata! Ti ho detto che è ovvio che ci sto pensando, ma mi fa paura. Cosa faccio se vengo in Italia, organizziamo le nostre vite l'uno in base all'altra e poi ci lasciamo? Cosa faccio? Con i ragazzi come faccio? Io non posso pensare come se fossi da sola, perché non lo sono.»
«E se invece andasse bene? Ci hai mai pensato che potrebbe andare bene?» stringe le labbra in una linea dura. «Hai mai pensato a come sarebbe stato se ti fossi fidata di me? A quest'ora magari non staremmo qua a farci ancora del male, dopo più di 7 anni.»
«Smettila di rimettere in mezzo il passato ogni benedetta volta!»
«No, hai ragione. Ho sbagliato io. Non sarei dovuto venire qua. Stai tranquilla che questa volta ce la farò.»
«A fare cosa?»
«A cancellarti una volta per tutte dalla mia maledetta vita.»
«Ma io non voglio essere cancellata dalla tua vita!» ribatto ingoiando il boccone amarissimo delle lacrime.
«Vuoi, se non sei disposta a fare dei passi avanti, quando qua non hai più niente che ti trattiene, vuol dire che lo vuoi!»
«Non ho più niente che mi trattiene?!» mi infurio. Come può dire una cosa del genere. Io qua ho il mio lavoro, un lavoro che mi piace, che amo, e che lui sta accantonando, come se non contasse assolutamente niente. «Ho il mio lavoro qua!» mi incazzo ancora di più. «Ma immagino che messo a confronto con il tuo non abbia importanza, vero?»
«Non ho detto questo. È un lavoro che puoi fare anche in Italia! Io il mio non posso spostarlo qua, altrimenti lo farei, io.» mi accusa. «E comunque stiamo mettendo a punto un progetto che prevede la televisione, e tra i nomi vagliati per chi dovrà dirigerlo c'è anche il tuo. E prima che tu me lo chieda no, non l'ho chiesto io. È stata un'idea di Michele, anche se sono pienamente d'accordo.»
«Di che cosa stai parlando?»
«Un progetto di cui non dovresti sapere assolutamente niente.» si zittisce e prende in mano il cellulare.
«Che fai...?»
«Domani mattina ho l'aereo per tornare in Italia.» evita di guardarmi.
«Cosa? Perché? Sei appena arrivato.»
«Io quello che dovevo dirti, te l'ho detto. Sei tu che non vuoi capire.»

Non ha senso
Se non cè un motivo
Un bacio per cui respirare
Sono rimasti nella luna
Gli abbracci teneri
Se lo è portato via la notte
Ciò che siamo stati una volta io e te...

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Ciao! Come state? Spero bene!
Asia ed Ignazio sono arrivati ad un punto di svolta, e tutto può succedere! Riusciranno a stare insieme o le loro strade si separeranno per sempre?

P.s.: siete passati a leggere la storia di @Boskylove234 ? La sua storia vi farà innamorare!

Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora