Capitolo 38. A pieni polmoni.

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È domenica sera. Io e Penny siamo a casa e ci siamo appena sedute a tavola, davanti ad un piatto fumante di pasta al ragù. Quello buono, fatto in casa niente popò di meno che da sua nonna.
Solo un paio d'ore fa mi ha chiamata e "convinta" - o costretta, dipende dai punti di vista - ad abbandonare l'appartamento di Alex per cenare con lei.

"Non ti vedo praticamente da tutto il week end! Necessito di aggiornamenti!" Mi ha urlato al telefono, certa che nelle ultime ore ci fossero stati sviluppi importanti.

"Non dirmi che ora che vi siete messi insieme dovrò elemosinare un po' del tuo tempo?!" Ha cercato di farmi sentire in colpa.

"Non dirmi che dovrò rivalutare la scelta della mia testimone di nozze?!" Come colpo di grazia ha pensato bene di minacciarmi.
Fa niente se entrambe sappiamo più che bene che la minaccia è del tutto infondata: nulla potrebbe mettere in dubbio il mio ruolo di testimone.

"Ok ok, torno per cena. Prima che la curiosità per quel che ho combinato in questo weekend ti mangi viva e ti faccia inventere altre minacce assurde!"

E così sono tornata, ho preteso una ventina di minuti per me, per farmi una doccia, e poi mi sono presentata al cospetto della mia mia migliore amica, la quale mi attendeva in cucina con la cena già praticamente pronta e la curiosità goffamente nascosta dietro una finta faccia seria.

"Allora, sei stata alla cena di beneficenza, avete mangiato cose raffinate e buonissime, poi siete andati da lui e avete fatto sesso sfrenato fino a poco fa." Prova ad indovinare e riassumere le mie ultime ventiquattro ore mentre iniziamo la cena.

"Bhe, più o meno." Dico bloccata con la forchetta a mezz'aria. "Che mi hai fatta tornare a fare se sapevi già tutto?" Aggiungo ridendo.

"Dettagli, cazzo! Ho bisogno di dettagli!" Sbotta impaziente.

"E che vuoi sapere? Come e quante volte mi ha fatta venire? Perchè giuro che erano troppe per contarle."

"Avanti, ci sarà qualcosa di interessante e sorprendente che puoi raccontare alla tua amica."

"Oh, in effetti si. Ieri alla cena ho trovato Mike. Faceva il cameriere." Dall'espressione con cui accoglie la notizia capisco che questa non se l'aspettava.

"Ma lui non fa il cameriere." Constata.

"Lo so, genio. Evidentemente ha trovato questo modo per vedermi in compagnia di Alex. Voleva le prove che tra noi ci fosse qualcosa, dato che l'ho sempre negato." Le spiego.

"E le ha avute, temo. Ho visto qualche scatto su alcuni giornali online in cui vi tenevate per mano. Sembravate palesemente una coppia! E Mike l'ha visto in diretta! Avrà dato di matto." Conclude.

"In effetti si è mezzo ubriacato." Le confermo. "Poi però abbiamo chiarito. Sul serio questa volta."

"Speriamo si sia rassegnato definitivamente. Non ce la faccio se continua a rispuntare ogni tre per due!"

"Tu non ce la fai??? E io che dovrei dire?!" Sono scioccata!

"Ma lo sai che i problemi tuoi sono problemi miei." Mi spiega. "E anche le gioie. Persino se a procurarle è quello scemo di Alex! Quindi ora raccontami cos'é successo con lui!"

Il tono è fermo e deciso, vuole sapere ogni cosa, e così inizio a ripensare alle ultime meravigliose ore della mia vita.
Sono stata talmente bene che ho quasi paura che sia stato tutto un sogno. Mi sembra di essere finalmente tornata a respirare a pieni polmoni dopo mesi in cui annaspavo sott'acqua, prendendo ossigeno ogni tanto e fingendo che fosse sufficiente.

"Penny, io lo amo!" Dico sognante.

"Si, qualcosa di meno ovvio? Dimmi qualcosa che non so!" La curiosità la sta divorando.

"Ok. Allora..." Mi armo di santa pazienza e mi preparo a raccontarle tutto nei dettagli.

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Circa dodici ore più tardi sono seduta in mensa con Cora, Amy e Grace, ufficialmente pronta per il bis.
No, non sto parlando di cibo.
Bis perchè per la seconda volta dovrò raccontare il mio week end con Alex.

A differenza di Penny, il trio che ho davanti ora non è solo curioso ma anche e soprattutto terribilmente eccitato. Le ragazze faticano letteralmente a stare sedute ferme sulle loro sedie e le cotolette con patatine nei loro piatti stanno iniziando a raffreddarsi senza essere state toccate.

Io, dal canto mio, non ho intenzione di morire di fame. Quindi taglio un bel pezzo di carne e la addento.

"Ora vi racconto. Ma lasciatemi anche mangiare!" Le imploro.

Mentre mastico la mia cotoletta mi ritrovo ad immaginare quante altre volte deve essere successo in questo edificio che una dipendente, dopo essere stata con Alex, raccontasse tutto alle colleghe curiose.
Anche se credo e spero che nel mio caso sia diverso, che il rapporto tra me e Alex sia speciale... per un attimo mi sento una delle tante.
Agli occhi degli altri probabilmente lo sono a tutti gli effetti.
Forse anche agli occhi delle tre ragazze davanti a me.

Poi però cerco di riprendere un po' di lucidità. Tra me e Alex non è solo sesso, non è una cosa da una notte e basta come è capitato con altre ragazze qui dentro.
Per quanto io voglia mantenere un certo distacco al lavoro, percepisco chiaramente che lui non ha alcuna intenzione di nascondere il rapporto tra noi. Anzi, credo lo urlerebbe volentieri a tutti, un po' come ha fatto alla cena di beneficenza facendosi fotografare mentre mi stringeva a sè.
Se solo io lo desiderassi potremmo arrivare in ufficio insieme, mano nella mano, o potremmo pranzare ad un tavolino di questa mensa soli soletti.
Tra noi è cosa seria questa volta. E non devo sentirmi in difetto perchè per uno strano scherzo del destino è anche il mio capo.

Mentre sto ripensando al nostro weekend insieme e a quanto sia stato dolce e premuroso, convincendomi sempre di più della profondità di ciò che ci lega, un colpo di tosse mi riporta al presente. Tre paia d'occhi mi fissano in impaziente attesa.

"Ok ok. Ora vi dico." E parte il racconto.

Un racconto lento e spezzettato a causa dei milioni di commenti e domande che le mie pazze amiche non riescono a contenere.
Un racconto che non è ancora del tutto concluso quando Alex si presenta al nostro tavolo.

"Buongiorno." Saluta tutte.

"Reb, ti devo rapire." Aggiunge rivolto a me.

"Come scusa?" Lo guardo ad occhi sbarrati. In teoria avrei ancora cinque minuti di pausa pranzo e poi una discreta pila di scartoffie che mi attendono sulla scrivania.

"Ti rapisco." Ripete con un sorriso che fa chiaramente sciogliere le mie amiche, nonostante non sia rivolto a loro.

Ben presto il mio sopracciglio alzato lo induce a spiegarsi meglio.

"Sopralluogo in cantiere. Vieni con me per favore?" Stavolta ha un tono fintamente esasperato.

"Il mio aiuto sarà utile quanto la volta scorsa?" Chiedo.

"Mmm... più o meno." Conferma.

"E vuoi comunque che venga con te." La mia non è una domanda. Piuttosto un'affermazione che lascia trasparire quanto tutto ciò mi sembri assurdo.

Alex annuisce con vigore.

"E chi sistema tutti i documenti che ci sono di là in ufficio? Non li volevi a posto entro domani?" Lo sfido.

"Facciamo per domani... sera. Oggi vieni con me!" E si volta per andarsene. "Ti aspetto all'ascensore!" Aggiunge allontanandosi e lasciandomi ad imprecare sottovoce, tra me e me.

"Oddio siete adorabili!" Il commento di Cora non si fa attendere.

"Battibeccate come una vecchia coppia! Meravigliosi!" Le da corda Grace.

Non posso far altro che guardarle di traverso, salutarle e raggiungere il mio capo.













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