Capitolo 5. Nuove amicizie.

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Nel parcheggio sotterraneo dell'azienda incontro Cora, la centralinista. Per la prima volta la osservo con attenzione: è una ragazza molto bella, alta, magra, un bel caschetto nero ad incorniciare un viso dolce, quasi infantile. Indossa un vestitino che arriva appena sopra al ginocchio ed una giacchina decisamente troppo leggera per la stagione in cui ci troviamo.

"Ciao, tu sei Rebecca giusto?" Mi saluta entusiasta.

"Si, e tu sei Cora. Ieri non abbiamo avuto modo di presentarci come si deve."
Ci stringiamo la mano prima di avvicinarci all'ascensore e premere il pulsante di chiamata.

"Come è andato il tuo primo giorno?"

Bella domanda, mi trovo a pensare. È stato destabilizzante in realtà, emotivamente e psicologicamente stancante e faticoso. Ma tutto questo non dipende dal lavoro in sè.

"Abbastanza bene. Non ho fatto un granchè per ora." Mi limito a rispondere mentre iniziamo a salire.

"Tutte le ragazze che lavorano qui ti invidiano, sai?"

"Perchè?" È un buon lavoro, ben pagato, ma non mi sembra nulla di così importante da suscitare le gelosie delle colleghe. Rimango pur sempre una segretaria.

"Perchè sei in ufficio con Alex! Non dirmi che non ti diventano le gambe di gelatina quando lo guardi perchè non ci credo! È così affascinante! E, detto tra noi, si dice sia bravissimo a letto." Sussurra l'ultima frase come se qualcuno potesse sentirla anche da dentro l'ascensore.

Io, dal canto mio, divento probabilmente rossa come un peperone. Sentendo le sue parole è stato inevitabile ripensare alle notti di fuoco che abbiamo passato insieme. Senza ombra di dubbio il sesso migliore che io abbia mai fatto, ma non ho di certo intenzione di dirlo a Cora! Per quanto a pelle mi stia simpatica, la conosco da meno di vetiquattr'ore.

"È un bel ragazzo, ma ho visto di meglio." Mi guarda come se fossi pazza. "E comunque sono fidanzata." Aggiungo, come se questo spiegasse tutto.

Le porte dell'ascensore si aprono e noi ci salutiamo con un sorriso, quindi Cora si avvicina al bancone della reception mentre io mi dirigo al mio ufficio.
Alex non è ancora arrivato così ho tempo per sistemare per bene il mio cappotto sull'appendiabiti e riscaldarmi cinque minuti al calorifero.
Sembra anche oggi una bella giornata di sole, rifletto guardando il cielo limpido oltre la finestra, ma le temperature sono proprio rigide ed io sono sempre stata particolarmente freddolosa.

Mentre osservo una coppia di ragazzi passeggiare mano nella mano sul sentiero del parco ripenso alla conversazione che ho avuto con Cora in ascensore, all'informazione su Alex che mi ha fornito, non sapendo dei nostri trascorsi.
A quanto pare tutte le ragazze che lavorano in azienda sono affascinate da lui e non posso dar loro torto. Ciò che mi turba è il sospetto che si sia anche divertito con qualcuna di loro dato che girano voci sulle sue doti... intime.
La cosa non dovrebbe interessarmi, lo so. Però, se è vero che mi ha piantata perchè voleva concentrarsi sulle cose serie ed importanti, bhè, andare a letto con le dipendenti non credo rientri nella definizione.

Una volta che mi sono riscaldata e scrollata di dosso la sensazione di essere un cubetto di ghiaccio - oltre ai pensieri inopportuni su Alex - mi metto alla scrivania e accendo il computer.

Ho lo sguardo sui molti fogli che ho sotto il naso quando Alex arriva e, senza considerarmi minimamente, appende il cappotto e prende posto alla sua scrivania.

Per quanto mi fossi ripromessa di non pensare a lui e di ignorarlo il più possibile, non posso evitare di guardarlo con la coda dell'occhio. Indossa dei pantaloni blu ed una camicia, ha i capelli sollevati con della cera, un leggero accenno di barba ed è bello da impazzire.
I battiti del mio cuore accelerano bruscamente senza il mio consenso.
Hei, muscolo cardiaco, stattene buono!

Mi costringo a rimettermi al lavoro, fingendo che lui non sia nella mia stessa stanza, a pochi metri da me e, contro ogni aspettativa, riesco nel mio intento, almeno finchè non me lo ritrovo in piedi ad un passo dalla mia poltrona con un imponente faldone tra le mani.

"Questi documenti vanno riorganizzati. Li voglio suddivisi per categoria ed in ordine alfabetico entro oggi pomeriggio alle 15." Molla tutto sotto il mio naso e mi volta le spalle.

Potresti anche chiedere per favore, la buona educazione non è ancora passata di moda.
Vorrei tanto pronunciare queste parole ad alta voce e non solo pensarle nella mia mente - mamma che soddisfazione sarebbe! - invece mi mordo la lingua e sto zitta. Non è il caso di complicare ulteriormente un rapporto già teso, posso farmi scivolare addosso la sua maleducazione. Sono superiore.
Prendo un profondo respiro e apro il faldone.

Quando, all'ora di pranzo, posso finalmente lasciare l'ufficio indosso il mio cappotto e mi precipito fuori con l'intenzione di raggiungere un piccolo ristorantino che ho notato ieri poco distante dalla Blunt's Company. Nell'ingresso però trovo Cora ad aspettarmi.

"Andiamo in mensa insieme, ti va?" Mi chiede tutta allegra.

Ci penso un attimo, spiazzata. Sapevo dell'esistenza di una mensa aziendale ma pensavo di evitarla per ora. Non mi entusiasma l'idea di ritrovarmi in mezzo a tutti i lavoratori della ditta, sono quella nuova e attirerei l'attenzione. E poi con ogni probabilità ci sarà anche Alex e non ho proprio voglia di vederlo anche durante la mia ora di pausa.
Allo stesso tempo però ho proprio bisogno di stringere nuove amicizie qui dentro per non sentirmi troppo fuori luogo o indesiderata.

"Andiamo!" Le dico prima che le troppe riflessioni mi facciano cambiare idea.

"Allora, come ci sei finita in questa gabbia di matti?" Mi chiede Cora una volta sedute ad un tavolo della mensa con Amy e Grace, due colleghe del reparto edilizia a cui mi ha appena presentata.

Per fortuna la sala è talmente grande ed affollata che nessuno si è accorto della presenza di una nuova dipendente. Sono passata totalmente inosservata, il che non mi dispiace affatto.

"La ditta per cui lavoravo si è trasferita in Europa, io non ho accettato di andare con loro così mi sono ritrovata disoccupata. Ho inviato qualche curriculum qui e là e quando mi hanno chiamata dalla Blunt's Company ho accettato subito, avevo proprio bisogno di un lavoro." Spiego.

"Vivi da sola?" Chiede Amy curiosa.

"Con Penelope, la mia coinquilina. Però si, ho un affitto da pagare, se è questo che intendi."

"Devo decidermi anche io a cercare un appartamento. Stare con i miei e soprattutto con mio fratello inizia a pesarmi un po'." Commenta Cora.

"Se vuoi ci vivo io con tuo fratello! Fare colazione con lui ogni mattina sarebbe un ottimo modo per iniziare bene la giornata." Grace fa una faccia sognante lasciandomi intendere che il fratello di Cora dev'essere un gran bel ragazzo.

"Voi lavorate qui da molto?" Chiedo curiosa.

"Io da quasi tre anni. È un bell'ambiente, sai? Ci sono un sacco di giovani." Mi informa Amy.

"Ho notato." Dico guardandomi attorno, l'età media dei presenti in mensa non supera i 35 anni.

"Da quando è arrivato Alex hanno iniziato ad assumere molti neolaureati ed hanno introdotto un sacco di novità qui in azienda."

"Si, ha portato una ventata di freschezza. E noi ragazze, chissà perchè, siamo decisamente più motivate nel venire al lavoro!" Grace non perde l'occasione per un commento malizioso.

"Non sai in quante si sono proposte per svolgere il lavoro che è stato affidato a te. Tutte volevano lavorare con Alex. È così sexy, e poi è sempre così carino e gentile."

Alle parole di Amy storco il naso senza accorgemene.
"Con me non troppo, non mi sta mettendo per niente a mio agio." Confesso vedendo le loro espressioni interrogative. "È freddo, distaccato, scontroso e arrogante."

"Sul serio?" Cora pare stupita. "Ha avuto una super litigata ieri mattina con il signor Blunt, non ho capito per quale motivo. Forse è nervoso per quello, vedrai che poi vi troverete bene."

Apprezzo davvero il suo tentativo di rassicurarmi ma rispondo solo con un sorriso di circostanza. Non posso di certo dirle che la ragione del loro litigio ero io. E nemmeno che una proficua collaborazione tra me ed Alex è probabile almeno quanto l'incontrare un dinosauro a Central Park.









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