Capitolo 43. Addio.

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Per giorni Alex ha cercato di nascondere il suo turbamento.
Probabilmente ci sarebbe anche riuscito se la mia convinzione che mi stesse tenendo all'oscuro di qualcosa non mi avesse resa particolarmente attenta ad ogni piccolo dettaglio.
Avevo rizzato le antenne e nulla, o quasi, mi sfuggiva più.

Ho notato ogni volta che riceveva messaggi e si allontanava dall'ufficio per rispondere.
Ho notato quando si incantava davanti lo schermo del computer, perso in chissà quali pensieri.
Ho notato quando stringeva la biro tra le mani facendo diventare le nocche bianche, nel tentativo di tenere a bada la rabbia, il nervoso o la frustrazione, chissà.

Ho notato anche quell'abbraccio stretto stretto che mi ha dato all'improvviso oggi pomeriggio, mentre facevamo una pausa caffè in ufficio.
Ho pensato subito che fosse un abbraccio "strano", diverso dal solito. Ma sul momento non ci ho dato granchè peso.

Solo più tardi, nel parcheggio ormai vuoto della Blunt' Company, se non per me ed Alex, ho capito.

Mentre ci vestivamo ed uscivamo dall'ufficio, mentre scendevamo con l'ascensore, mentre camminavamo verso la mia auto era terribilmente silenzioso. Solo una volta giunto il momento di salutarci ha aperto bocca.

"Rebecca, ti devo parlare." Ha detto.

Ed io, nonostante quel mio nome stranamente pronunciato per intero, ho solamente pensato volesse finalmente spiegarmi che problema lo affliggesse. Per chiedere il mio supporto, per condividerne il peso.

"Io non so come dirtelo, ma devo dirtelo. Questa volta non posso semplicemente sparire."

A queste parole, pronunciate a sguardo basso, realizzo ciò che sta per succedere. Il mio cuore perde un battito, solo uno, prima di iniziare a galoppare a più non posso. Non può essere.

"Io non posso continuare a stare con te." Pronuncia ogni parola con lententezza, come se dovesse concentrarsi per farlo, come se costasse fatica.

Mi prendo qualche secondo e poi scoppio in un fragorosa risata.

È uno scherzo! Per niente divertente, ma deve essere uno scherzo! Per forza. Perchè nulla di tutto ciò ha senso, altrimenti.

Quando però alza lo sguardo e lo incastra nel mio, non leggo ironia.

"Cosa cazzo stai dicendo?!" Dico arrabbiata.

"Dobbiamo finirla qui."

"Mi prendi per il culo?"

"Scusa Reb."

"Ma scusa cosa?? Ma sei scemo? A te manca il cervello! Anzi no, ti manca un cuore, ecco perchè ti diverti a portarmi su, fino a toccare il cielo con un dito, per poi farmi precipitare a terra!" Inizio a sbraitare e ad agitarmi tutta. Non sto capendo più nulla.

"Dimmi che è uno scherzo." Ritento, cercando con uno sforzo sovrumano di mantenermi calma.

"Vorrei, ma non è così." Risponde Alex tornando a guardarsi i piedi.

Ripenso all'abbraccio di nemmeno un paio d'ore prima.
Mi aveva stretta per parecchi secondi, come a voler prendere forza e coraggio da quel contatto. Come a chiedere scusa.
Come a dire addio.

Mi sta davvero mollando di nuovo? Dopo nemmeno un mese?

Mi appoggio allo sportello della mia auto, cercando sostegno. Ho la sensazione che le gambe possano credermi da un momento all'altro, lasciandomi col culo a terra.
Penso, cerco di riflettere, di capire, ma credo che il mio cervello sia momentaneamente fuori uso. Per quanto mi sforzi non riesco a trovare un senso a ciò che mi sta capitando. È tutto assurdo.

"Ovviamente potrai mantenere il tuo lavoro. Farò di tutto per convincere mio padre a modificare il contratto ed affidarti ad un altro ufficio."

Non ci credo, mi sta parlando del lavoro.

"Perchè?" Chiedo. Non serve specificare che mi sto riferendo a noi, non certo al lavoro.

"Perchè non posso più stare con te."

"Perchè?" Insisto.

"È... giusto così."

"Giusto un cazzo. Perchè?" Chiedo ancora insoddisfatta.

"Merda Reb, non renderlo così difficile." Si strofina una mano in viso.

Difficile? Per lui? Ma si rende conto?

Sono tentata di continuare ad insistere ma è evidente che non ha intenzione di cambiare idea ne di darmi spiegazioni soddisfacenti. Il ricordo di quanto ero stata patetica quando mi aveva mollata più di un anno fa mi balena in testa, vivido come non mai, e questa volta non ho alcuna intenzione di fare la stessa fine.
Così raccolgo ogni briciolina di forza e coraggio che posseggo per potermene andare da lì a testa alta.

"Fanculo Alex." Gli dico prima di salire in auto, chiudere con forza lo sportello e sgommare via, più lontano possibile dal ragazzo a cui, per la seconda volta, ho permesso di frantumarmi il cuore.

Giudo per le strade di New York senza sapere dove andare. Tornare a casa è escluso, non sono pronta a confidarmi con Penny e magari sentirmi dire un "te l'avevo detto". Lei non si fidava di Alex, mi ha sempre messa in guardia, e detesto ammettere che aveva proprio ragione.

Io invece, per quanto continuassi a ripetermi di andarci piano e stare attenta, avevo iniziato a pensare che fosse cambiato davvero.
Avanti, era stato praticamente perfetto in queste settimane! Lo vedevo così sincero.
Come ho fatto a farmi fregare ancora una volta?
Possibile che in questo tempo si stesse solo prendendo gioco di me?

Mi sembra impossibile. Eppure il dolore terribile che sento al centro del petto e che sembra aumentare di minuto in minuto vuol dire solo una cosa: è tutto vero.
Mi sono illusa come una stupida, gli ho creduto, mi sono donata a lui con ogni fibra di me. Ed ora sono di nuovo sola e distrutta.
Alex non mi vuole. Alex mi ha lasciata.

Improvvisamente la strada davanti a me si fa sfocata per via delle lacrime che, senza permesso, hanno iniziato a bagnarmi gli occhi e le guance. Cerco di mantenere la concentrazione per il tempo necessario ad accostare in questa via per fortuna poco trafficata, quindi mi lascio andare ai singhiozzi che non riesco più a trattenere.

È tutta colpa dell'amore.

Amare significa mettersi a nudo, affidarsi all'altro, abbassare ogni difesa. Amare ti rende fragile e vulnerabile, ed è così che mi sento ora: debole a causa di questo amore immenso che inizio a vedere come un nemico.
Se non amassi Alex così tanto ora non starei così male, non mi sentirei morire dentro, non sentirei questo peso sul petto che sembra impedirmi di respirare.

È tutta colpa dell'amore.

Se non amassi Alex, se non l'avessi mai amato, ora non sarei parcheggiata malamente al lato di una strada che non so come ho raggiunto, con la fronte appoggiata al volante, il corpo che trema tutto, il cuore a pezzi e la mente nel caos più totale.

Ma se non avessi mai amato Alex... quante cose mi sarei persa!  Perchè infondo amare è la cosa più bella del mondo. Ti rende felice oltre ogni misura, ti fa sentire vivo.
Ma ha senso se dura così poco?
Ne vale la pena se poi ti distrugge?

Che gran casino l'amore.





✏️
Vi eravate anche voi illusi che Alex fosse davvero cambiato o vi aspettavate che prima o poi mandasse tutto all'aria?
Come mai avrà deciso di lasciare Rebecca così all'improvviso?

Manca poco alla fine della storia.. prestissimo scopriremo come andrà a finire tra loro. 😉

Anna















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