Capitolo 19

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Delia

L'ombra di Polidoro, il più giovane figlio di Priamo e di Ecuba, compare in sogno alla madre, ormai prigioniera dei Greci dopo la distruzione di Troia, il re di Tracia presso il quale Priamo aveva fatto fuggire il figlio, l'abbia ucciso, per impadronirsi dell'oro che portava con sé. I Greci, a loro volta, vedono comparire l'ombra di Achille che reclama sulla sua tomba il sacrificio di Polissena, la più giovane delle figlie di Ecuba. Mentre Taltibio, araldo di Agamennone, annuncia, descrivendolo, l'avvenuto sacrificio di Polissena, ecco che giungono sulla scena dei servi recanti il cadavere di Polidoro, il giovane figlio di Ecuba e Priamo, che, gettato in mare da Polimestore, era stato portato dalle onde sino alla spiaggia di Troia. Ecuba ora è furente e rabbiosa e chiede ad Agamennone il permesso di vendicarsi di Polimestore, suo alleato. Agamennone glielo concede. Polimestore, fatto chiamare, giunge al campo delle prigioniere troiane con i due giovani figli e cade nel tranello tesogli da Ecuba e dalle altre donne: i figlioletti stessi vengono uccisi e lui stesso è accecato. Disperato, mentre la flotta salpa con a bordo le prigioniere, Polimestore predice ad Ecuba che sarà trasformata in una cagna e ad Agamennone, che ha permesso che tutto accaddesse, trucidato in Argo insiema a Cassandra, la figlia di Priamo ch'egli s'è preso come preda scelta dal bottino di Troia.

 Disperato, mentre la flotta salpa con a bordo le prigioniere, Polimestore predice ad Ecuba che sarà trasformata in una cagna e ad Agamennone, che ha permesso che tutto accaddesse, trucidato in Argo insiema a Cassandra, la figlia di Priamo ch'egli...

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"Buongiorno amore". Mi ricordo poco e niente di ieri sera. So solo che quando sono tornata in cabina Alan non era ancora tornato. Mi bacia e mi stringe i fianchi. "Non dirmi che eri con lui. Non voglio saperlo". Che cazzo sta dicendo. Si posiziona su di me e mi guarda negli occhi. "Non sono un coglione. Non fare quella faccia spaesata. Vi ho visti ieri sera mentre vi stavate limonando. Io non ti riconosco più. Non ti saresti mai permessa di tradirmi così. Che cazzo ti sta succedendo? Ah, ma questa me la paghi. I tuoi genitori sapranno tutto". Fa una piccola pausa, ma le lacrime iniziano a rigarmi il viso. Ci ha scoperti. Ma che pensavamo? Era ovvio che sarebbe successo. "Tu sei la mia fidanzata. Te lo sei dimenticato? Devi baciare solo me, devi chiamare solo me, devi stare solo con me, devi scopare solo me, come solo tu sai fare. Perchè sei brava solo in quello. Non sai neanche essere fedele all'uomo che ami, e che hai detto di amare davanti alla tua famiglia". In un impeto di coraggio gli rispondo. "Io non ti amo e non ti amerò mai". Lo schiaffo non tarda ad arrivare. E brucia più del solito. "Ingrata! Ora hai quello stupido in testa, ma manca poco. Non lo rivedrai mai più. Farò finta di non aver sentire. Ma ricorda che io non dimentico. L'hai baciato e vai a vedere quanto in fondo vi siete spinti. E non pensare di passarla liscia. Ne tu ne lui. La pagherà". "Basta ti prego. Non ha colpe lui della tua ira". Scoppia a ridere. "Se quel verme non ci fosse stato, tu saresti ancora la mia Delia. Ma ti rendi conto della gravità di un tradimento?" Mi asciugo le gocce che non azzardano ad arrestarsi. All'improvviso una morsa fortissima alla gola. "E che sia chiaro: nessuno deve sapere di questa tresca. Non faccio figure di merda per te. Intesi?" Urla fuori di se, mentre stringe sempre di più. "Alan ti prego, lasciami". Cerco di togliere la mano, finché chiudo gli occhi e lui mi molla. Li riapro subito riprendendo a respirare regolarmente. "Non andrai più da nessuna parte senza la mia sorveglianza. Io ho da fare. Tu ora rimani qui. Fatti trovare pronta per mezzogiorno, abbiamo il tour. Preparati per vedere lo spettacolo". Ridacchia e io capisco al volo. Si ferma sull'uscio della porta. "Non preoccuparti se per oggi salti i pasti mattutini. Non ti farà male un po' di digiuno. Lo faccio per il tuo bene". Dopodichè esce e chiude a chiave. Mi accascio giù dal letto e scoppio in un pianto liberatorio, che dura moltissimo. Quando mi riprendo sistemo un po' la camera e dopo poco sento un telefono squillare insistentemente. "Delia! Finalmente. È la sesta chiamata. Tutto bene? Dove sei? Abbiamo visto il tuo ragazzo solo". Harley mi tartassa di domande. "Scusa. È successo un casino. Mi ha chiusa in camera. No, non sto bene". Poi svengo per terra. Sento solo un "arriviamo" ovattato. Al mio risveglio, sono stesa sul letto e Soleil ed Harley sono sedute accanto a me. "Finalmente ti sei svegliata!" Sole mi abbraccia. "Come siete entrate?" "Soleil ha le chiavi di riserva di ogni cabina". Risponde Harley visibilmente preoccupata. "Soffri di bassa pressione?" Annuisco. Prendo una delle bustine di zucchero che ho sul comodino e la ingerisco. "Mi ha chiusa qui dentro dicendo che non avevo bisogno di mangiare". "È un mostro". Proferisce la mia amica. "Ha visto me e Kilian baciarci ed è andato su tutte le furie. Mi ha stretto il collo e la vuole far pagare sia a me che a lui. Oggi, durante l'escursione". Le ragazze sbiancano. "Che ore sono?" "Le undici e mezza". "È tardi! Ragazze, andate via. Raccontate tutto a Kilian e ditegli di prepararsi. Lui saprà cavarsela. Richiudete a chiave tutto". Annuiscono, mi abbracciano e vanno via.

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