Capitolo 11

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Delia

Ercole nacque dall'unione del Dio dei cieli, Zeus, e la regina di Tirinto, Alcmena. Il re, ai tempi, era Anfitrione, che un giorno partì per Tebe per una spedizione militare, lasciando sua moglie da sola. Zeus si innamorò di lei, e decise di assumere le sembianze di Anfitrione. Quella notte giacque con lei, che pensava di avere davanti il marito, perciò non sospettò nulla. Quella sera, Alcmena rimase incinta. Dopo alcuni giorni tornò Anfitrione e vedendo la moglie incinta, sospettò la sua infedeltà, per cui la condannò a morte. In quel momento, apparve Zeus che salvò la donna mortale, confessando di essere il padre del bambino. Anfitrione fu confortato da quella notizia in quanto sapeva di dover crescere il figlio del Dio dei Cieli. Un giorno, una profezia disse che il primo pronipote di Perseo avrebbe avuto diritto al trono di Micene. Alcmena era nipote di Perseo, e quindi il trono spettava ad Ercole. Ma la dea Hera, moglie di Zeus, infuriata dal tradimento, decise di vendicarsi. Quindi, dato che contemporaneamente alla gravidanza di Alcmena, c'era anche quella di sua cugina, Hera decise di accelerare il parto della cugina, così venne alla luce Euristeo, nuovo re di Micene.

Questa sera non si riesce neanche a camminare

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Questa sera non si riesce neanche a camminare. Ci sono una miriade di persone. Cerco con lo sguardo Kilian tra la folla. Alan mi stringe la mano. Ha fatto un sacco di storie pur di non farmi indossare questo vestito e piano piano me ne sto pentendo perchè ho paura che questa sera sia la mia fine. Tutti mi guardano più di prima. "Delia! Ciao!" "Ciao Sole!" Mi abbraccia mentre il mio ragazzo le lancia un'occhiataccia carica di rabbia. "Buonasera Alan!" Lo saluta un signore, avrà più o meno dieci anni più di lui. Il mio fidanzato ricambia. "Vieni a bere qualcosa con me?" Gli chiede quel tipo ammiccando. Certo che è proprio strano. "Non lo so, ho la mia ragazza!" Lo saluto. "Che bella bambolina!" Esclama quello. Mi ritrovo a fare una faccia schifata. "Owen, per favore". Lo riprende il ragazzo affianco a me. "La prossima volta che le fai queste avance ti faccio passare la voglia!" Si intromette Soleil. "Alan, se vuoi andare, stai tranquillo. Io resto con lei". Lo metto in una condizione tale da non farlo declinare. Vorrei stare senza di lui a tutti i costi. Vorrei ribellarmi. Arreso, annuisce e se ne vanno. "Andiamo!" Ci facciamo largo tra persone sudate con le cuffie alle orecchie. "Ciao ragazzi!" Appena alzo lo sguardo su di loro, noto Kilian parlare con un gruppetto di ragazze. Sorride, scherza, fa il figo. Non riesco a capire cosa mi prende. Sembro gelosa. E non voglio. Insomma, noi non stiamo insieme, non ho nessun potere su di lui. "Delia!" Urla Harley correndo ad abbracciarmi. "Sei bellissima!" Si complimenta Kai, mentre Sole si morde le labbra nervosa. Le poso una mano sulla schiena per tranquillizzarla. È un bellissimo ragazzo, si, ma non mi piace in quel senso. "Ragazzi, andiamo a bere qualcosa?" Propone Jordan. Tutti acconsentiamo, così avvisa Kilian. "Dice che ci raggiunge dopo. È impegnato". Comunica facendo l'occhiolino. Kai gli spintona il braccio, notando la mia reazione. Arriviamo in un bar molto bello. Non ci ero mai stata prima. Ha una enorme vetrata con vista sul mare, i tavolini sono dorati e le sedie verde petrolio. "Cosa vi porto da bere". Chiede un inserviente con lo strano accento di chi parla poco la lingua. Jordan e Kai prendono una Tequila, Soleil un Long Island, Harley un Margarita e io un Aperol Spritz. Lo AMO. Dopo poco il cameriere ritorna con i nostri drink, che iniziamo lentamente a sorseggiare. Kilian arriva e con un gesto fulmineo prende con una mano una sedia dal tavolo affianco e si siede vicino a me. Ordina una Tequila e mi sorride. "Buonasera eh. Ti sei divertito?" Lo rimprovera Harley. "Da morire, guarda!" Risponde annoiato iniziando a sorseggiare la bevanda. "La smetti di trattare tutto come se non ti importi?" Aggiunge Soleil. Lui le manda un bacio volante. "Delia, il tuo ragazzo ti controlla il telefono?" Chiede Jordan, ma non capisco come mai. "No e spero non lo faccia mai. Mi da molto fastidio. Perchè lo chiedi?" "Scambiamoci i numeri di telefono!" Iniziamo a passarceli, facendo una enorme confusione con la moltitudine delle cifre. "Perfetto!" Esulto dopo aver memorizzato per ultimo quello di Kai. "Bene, io, Soleil, Kai e Jordan dovremo andare via un attimo. Comportatevi bene!" Si congeda Harley. L'idea di restare sola con Kilian mi rende nervosa. "No ragazzi, aspettate!" Inutile, loro sono già andati via. "Sei bella!" Dice dopo attimi di silenzio. "Lo erano anche quelle ragazze, vero?" Domando riferendomi alle tipe di prima. Non volevo suonasse come la "fidanzata invidiosa" ma è troppo tardi. "Non hai motivo di essere gelosa di loro. Lo sai meglio di me". Sorrido. Adoro le adulazioni, proprio perchè non ne ho mai ricevute molte. Ride girandosi con la sedia nella mia direzione. Divarica le gambe e si passa la lingua sulle labbra. Se mi provoca lui, posso farlo anche io. Inizio a bere la mia bibita, sfruttando la lingua per giocare con la cannuccia. Siamo ancora uno vicino all'altra. Le nostre ginocchia nude si sfiorano. Mi mette una mano sulla coscia scoperta e la stringe. "Come fai a paragonare quelle a te? Non si può!" Sussurra vicino al mio orecchio. Inizia a muovere la mano su e giù. Sorrido indifferente. "Caparbia. Mi piacciono le sfide". Lentamente sale, fino ad entrare sotto il vestito. Con l'indice tocca le mie mutandine oramai fradice. Cerco di fare finta di niente, dato che siamo in un luogo pubblico. Lui allarga le gambe un po' di più per stare comodo, ma non riesco a non notare la sua erezione spuntare da sotto i pantaloncini. "Sai Delia, mai provocare un leone. Potrebbe sbranarti!" Soffia sul mio orecchio. Inizia a giocare con il tessuto del mio intimo. Lo stomaco è in subbuglio e devo mordermi le labbra per non far uscire strani versi. "Kilian..." Lo richiamo. "Dimmi". "Sta-sta arrivando Alan. Andiamo via!" Dico scorgendolo da lontano con il suo amico e una donna dai capelli rossi. Mi prende per mano. Lo guardo da dietro e gli occhi ricadono subito sui suoi polpacci lucidi e sodi. Camminiamo lentamente, senza attirare l'attenzione ed usciamo dalla porta opposta a quella d'ingresso. Raggiungiamo una specie di veranda. Ci sono svariate poltrone e tavolini, un bar e tante lucine. Ma è isolato. "Siediti, a quest'ora non c'è mai nessuno qui!" In effetti, se mi affaccio alla balconate si vede tutta la gente che balla giù. Mi accomodo su una poltrona poco in vista. Lui mi affianca. "Dove eravamo rimasti?" Domanda retorico. Con un gesto veloce, infila di nuovo le dita sotto il vestito, ma questa volta scosta le mutandine. Non smette mai di guardarmi negli occhi. "Sei eccitata, Lia". Dio, quel soprannome. Solo la mia sorellina mi chiama così. Infila un dito, poi un altro. Butto la testa all'indietro e pianto le unghie nei braccioli della poltroncina. Cazzo! Inizia a fare movimenti circolari, per abituarmi alla presenza. Poi le sfila, ma subito dopo le rimette. E continua così. "Kilian, ti prego". Lui continua più veloce. Toglie la mano a causa del mio orgasmo. "Resisti eh?" Mi guarda con un sorrisetto malizioso. "Sei pazzo!" Esclamo avvicinandomi a lui. "Troppo!" Con due dita mi solleva il mento, piantando il suo cielo pieno di fulmini nella mia foresta. "Quando dico che sei bellissima, lo penso davvero". Sono sicura di essere arrossita. Avvicina il suo viso al mio lentamente. "Cosa stiamo facendo?" Domando con i dubbi che mi sommergono. Io non conosco questo ragazzo e sicuramente rimarrò ferita se mi affeziono troppo. Ma è più forte di me. Se lui mi bacia, il mio cuore dice di accoglierlo e dipenderà per molto tempo da lui, perchè mi piace, ma ho paura di essere solo un passatempo. E poi io sto con Alan anche se non vorrei. "La cosa giusta". Poi posa le sue labbra sulle mie. Non riesco a respingerlo. La mia bocca combacia perfettamente con la sua. Sposta le mani sui miei fianchi e mi trascina sulle sue gambe. Il mio vestito a contatto con le gambe fredde mi suscita dei piccoli brividi. Lentamente scende a baciarmi il collo, dove ho un tatuaggio molto importante per me. È un asso di cuori, perchè io non ho bisogno di un altro cuore che batte per stare bene. Sono sempre stata sola e mi bastavo. Torna sulla mia bocca, ma poco dopo si stacca. Ha le labbra gonfie. Mi poggio sul suo petto, mettendo la testa nell'incavo del suo collo. Fisso i tatuaggi che ha in quel punto. Sono fini, piccoli. Mi piacciono. Ci stampo un bacio sopra e mi abbandono totalmente. Lui fa movimenti a caso sulla mia schiena che mi trasmettono sicurezza. "Cosa ti frulla nella testolina?" Dice facendomi alzare la testa e spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Nulla. Stavo solo pensando ad Alan, io sono fidanzata, eppure sono qui con te. Non dovrei, anche perchè ti conosco appena, può darsi che quando io me ne andrò ne arriverà un'altra che tratterai allo stesso modo". Confesso chiudendo gli occhi beandomi del suo calore. "Tu sei unica e speciale. Non ci sarà un'altra. Ho gli occhi solo su di te. Però purtroppo sei fidanzata, ma amo il fatto che tu preferisca stare con me. Ti aspetterò. Aspetterò che tu trovi il coraggio di denunciarlo e lasciarlo". Mi guarda negli occhi con il suo solito sorriso. Ha capito tutto. "Ci potranno volere mesi o anni". Rispondo accoccolandomi su di lui. "Ti aspetterò". Vorrei piangere di gioia. Vorrei buttargli le braccia al collo e baciarlo fino all'alba, ma il pensiero di quell'essere mi blocca. "Sei dolce". Rispondo soltanto, ma ci sono miliardi di cose che vorrei dirgli. Non ci conosciamo quasi per niente, ma già mi fido di lui. E questo potrebbe portarmi alla deriva. "Vieni!" Mi incita. Ci alziamo e raggiungiamo la balconata. Tolgo i tacchi che mi stanno facendo male e sono ancora più bassa di lui. Kilian mi posiziona davanti, schiacciandomi tra lui e la ringhiera, con tutta la sua stazza. Ho la schiena contro il suo petto, mentre mi circonda il punto vita. Le sue spalle larghe mi proteggono. Mi bacia la guancia e tira indietro tutti i capelli, ma subito dopo si blocca. Osserva il tatuaggio che ho dietro l'orecchio: una chiave di violino. "Ce l'ho uguale, vedi?" È mi mostra quello che ha sull'anulare della mano destra. "È molto bello". Osservo la Luna piena che brilla sui nostri volti. "Ti vorrei donare la Luna, perché di stelle ce ne sono tante". Credo che nessuno mi abbia mai detto una frase così bella. "Perchè voglio essere sicuro che ce l'abbia solo tu". Mi giro e siamo faccia a faccia. Aggancio le braccia al suo collo e mi metto in punta di piedi. Mi bacia il naso e poi le labbra. Improvvisamente la porta si spalanca. "Delia! Tu!" Alan inizia ad urlare, in preda alla disperazione. Ci ha scoperti. È finita. "Io ero preoccupato per te, ti ho cercato dappertutto perchè non ti ho visto con i tuoi amici e tu dov'eri? A fartela con il nuovo fidanzatino! Che cosa direbbero i tuoi se lo scoprissero? Direbbero che sei una puttana! Ecco cosa sei!" È arrabbiato. Molto. "I miei non lo direbbero mai! Loro mi amano!" Grido piangendo. La famiglia non si tocca. Kilian mi abbraccia da dietro cercando di calmarmi, ma quel gesto fa infuriare il mio ragazzo. "In questo mondo solo io posso amarti! Io ti amo, Delia! Lo capisci?!" Ha il volto rosso, i pugni serrati e la vena sul collo che pare scoppiare a momenti. Si avvicina pericolosamente a me, e quando sta per tirarmi uno schiaffo, qualcuno mi si para davanti. "Dai, dammene un altro!" Lo sfotte Kilian. "Tu non mi interessi! Era chiaro che volessi fartela dalla prima volta che l'hai vista, perchè sei un verme. Vai da chi è già fidanzato". "Tu non sai come si tratta una donna. Una come lei. Dalla bellezza rara e la dolcezza e delicatezza unica. Questa ragazza merita il mondo, mentre tu le regali solo la frustrazione e le botte!" È arrabbiato anche lui. Io piango ancora di più. È riuscito a rovinare un momento così perfetto. "Basta vi prego!" Alan si avvicina e mi prende in braccio. Mi porta via da quel balcone, mentre Kilian mi viene dietro per riprendermi. Sa anche lui come andrà a finire. "Lasciala subito! Non sei in te!" Il mio ragazzo non lo ascolta, e in qualche minuto siamo nella nostra cabina. Chiude la porta sbattendola e sentiamo il ragazzo prenderla a pugni nella speranza che venga riaperta. "Tu non andrai più da nessuna parte senza di me! Lo vuoi capire che ti amo?" Non rispondo. Le lacrime mi affogano. Mi tira uno schiaffo. "Alan, ti prego, apri questa cazzo di porta!" Kilian urla dall'altro lato. Il mio pianto è la cosa più triste che esista in questo momento, mentre quest'uomo mi colpisce sempre più forte. Il ragazzo fuori è ormai andato via. Nessuno più prende a pugni la porta e questa cosa mi rattrista molto. Sono sola. Dopo pochi minuti, la vetrata del balcone si spalanca. Kilian si precipita sul mio fidanzato con occhi carichi di rabbia. Inizia a strattonarlo, cercando di spostarlo da sopra a me, ma senza mai colpirlo. Non mi ha lasciata, cercava solo una via d'ingresso e ha utilizzato i balconi comunicanti. "Basta Alan! Ragiona!" Finalmente riesce a smuoverlo. Il ragazzo mi fissa, prendendo consapevolezza di ciò che fatto. "Guardala. È la tua fidanzata. Come reagiresti se un altro uomo la riducesse in queste condizioni. È per terra, stremata, le labbra sanguinanti, il ginocchio sbucciato, lividi da per tutto e il vestito sgualcito. Alan, io ti posso assicurare che tra me e lei non è successo nulla. Abbiamo solo parlato". Il tono è tranquillo, vuole fargli capire dove ha sbagliato. Le ultime parole gli sono costate una grande fatica. Un po' mi vergogno a mostrarmi così difronte a lui. "Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace, Delia. Io ti amo!" Ha la voce spezzata, mentre metabolizza tutto. Ha lo sguardo piantato sui suoi piedi. "Ora dovresti andare di sotto a prendere qualcosa al bar e fare una passeggiata". Gli consiglia. "Tu cosa vorresti?" Chiede rivolgendosi a me. "Vorrei dormire sola questa notte. Ti prego". Rispondo asciugandomi le lacrime. Lui annuisce arreso ed esce dalla cabina. Kilian corre verso di me e si inginocchia. "Scusa! Scusami!" Mi lascio andare di nuovo in un pianto straziante. Mi abbraccia stringendomi più forte che può. "Non ti devi scusare di nulla, ha sbagliato lui". Mi da tanti piccoli baci sulla testa. "Ora devi riposare però". È molto premuroso. "Non mi va. Voglio parlare". Rispondo guardando il soffitto. "E di cosa vuoi parlare?" Domanda scontrando i nostri sguardi. "Di me... di te... delle nostre vite!" Dico col poco entusiasmo che mi rimane. "D'accordo, ma ci vorrà molto tempo. Te la senti di andare a chiacchierare fuori da qui?" Annuisco, così mi aiuta ad alzarmi da terra. Nel farlo noto la contrazione del suo bicipite scolpito, che mi fa impazzire. Prima di uscire, andiamo in bagno, mi medica le ferite e poi indosso qualcosa di comodo: una maglietta oversize e dei ciclisti neri. Ritorniamo nella veranda in cui è avvenuto lo scontro e si siede sulla poltrona di prima. Io lo affianco e mi appoggio sul suo corpo sollevando le gambe vicino al resto del corpo. "Allora? Chi comincia?" Chiede per smorzare il silenzio. "Vai tu, mi verrà voglia di raccontare ascoltandoti". Lo incito sforzando un sorriso. "Sono nato in un paesino della provincia di Messina, Milazzo. Sono molto affezionato a quel luogo, anche se non dovrei".

Spazio autrice:
Questo capitolo lo odio e lo amo allo stesso tempo!
Si alternano la dolcezza di questi due angeli alla cattiveria di quel mostro.
Qui possiamo vedere come Delia voglia passare sempre più tempo con Kilian, e come lui cerchi di aprirsi il più possibile con lei.
Lia sembra apprezzare questa cosa. Il capitolo finisce con l'inizio del passato di Kyky, lungo e tormentato.
Qui conosciamo un lato più "stronzo", ma attraente di Kilian, ma anche un suo lato tenero e estremamente romantico.
L'ha salvata! È stato capace di far riflettere quel tiranno.
Vorrei Kilian nella mia vita, vorrei i soldi di Delia per permettermi i suoi vestiti, ma soprattutto AMO lo stile di questa ragazza... E voi?
Fatemi sapere cosa ne pensate e mettete stelline.
-Kri💚

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